Costo dei dipendenti pubblici calato del 4,6% dal 2008

Il taglio maggiore c’è stato nel 2012-2013. Aumenta invece la spesa per i precari

Il costo dei dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato è calato del 4,6% nell’ultimo decennio. Si è passati dai 167 miliardi e 834 milioni del 2008 ai 160 miliardi e 105 milioni del 2017. Cosa vuol dire? Non che la Pubblica amministrazione è diventata più efficiente, ma che si sono persi migliaia di posti di lavoro. Come si vede dal grafico sopra, il calo non è stato continuo tra il 2008 e il 2017. Il record di spesa della Pa, infatti, è stato raggiunto nel 2009 con 169 miliardi e 104 milioni. Nei 4 anni consecutivi i governi hanno effettuato ripetuti tagli (il maggiore tra il 2011 e il 2012, pari al -2,9%), finché nel 2013 si è toccato il minimo di 158 miliardi e 281 milioni. Una vera e propria cura dimagrante, interrotta solo dopo la fine della crisi economica.

Quant’è il costo dei dipendenti pubblici

Le due voci che più impegnano il bilancio statale sono quelle riguardanti i dipendenti del comparto scuola e del sistema sanitario. Il primo costa 42 miliardi e 302 milioni, il secondo 38 miliardi e 737 milioni. Qui naturalmente stiamo parlando solo del personale, e solo di quello a tempo indeterminato. Nel caso della scuola, rispetto al 2008 vi è stato un calo del 9% della spesa, tutto verificatosi tra 2008 e 2012. Nella sanità, invece, c’è stata una diminuzione del 4,1%. Ecco la tabella (i cui valori sono espressi in miliardi).

Anche se sono state queste due voci a comporre gran parte del calo di più di 7 miliardi del costo del personale stabile della Pa, c’è da segnalare anche il decremento di quasi un miliardo (-26,5%) della spesa per i dipendenti pubblici degli enti non economici (come Inps, Inail, Inpdap ecc). Più di un miliardo (1.033 milioni), invece, è il taglio effettuato sul costo del personale dei ministeri. Simile il destino dell’università, dove la diminuzione delle spese è stata del 15,6%, corrispondente a  un miliardo e 185 milioni.

E gli aumenti? Sono stati registrati nel comparto della polizia, pari a 1 miliardo e 188 milioni (+7,1%), e nelle forze armate (+14,1%). Situazione simile nelle regioni a statuto speciale, le quali hanno aumentato il proprio personale in contrapposizione a quanto accaduto nel resto degli enti locali. Qui la crescita del costo dei dipendenti pubblici è stata di 981 milioni. Non tutti coloro che lavorano nello Stato però sono assunti a tempo indeterminato. Ai lavoratori stabili, infatti, va aggiunto il costo degli statali precari.

Il costo dei dipendenti pubblici precari

Nel complesso nel 2017 lo Stato italiano ha speso 3 miliardi e 652 milioni per pagare gli stipendi ai suoi lavoratori precari. Si tratta di una somma superiore del 17% a quella del 2008, segno che lo Stato ha fatto sempre maggiore ricorso ai contratti a tempo determinato.

In particolare è avvenuto negli ultimi 4 anni, quando si è passati da una spesa di circa 2 miliardi e 762 milioni a quella attuale, di quasi 900 milioni più alta. Si tratta di contratti molto usati nel settore della sanità, in cui si spende 1 miliardo e 397 milioni euro. Ma è nel mondo della scuola che è cresciuto di più l’esborso per i contratti a termine.

Quanto costano tutti gli altri Statali

Oltre ai dipendenti con contratto a tempo determinato o indeterminato, lo Stato può fare ricorso ai cosiddetti interinali (per lavori temporanei) e ai lavori socialmente utili (Lsu). Nel 2017 questi lavoratori sono costati 407,2 milioni. Anche in questo caso c’è una crescita rispetto agli anni di maggiore austerità (+87,82 milioni sul 2013), ma rispetto al 2008 c’è stato un calo consistente, pari a 58,84 milioni.

Cosa vuol dire? Sostanzialmente che le necessità di nuovo personale nello Stato dopo la fase di tagli tra 2008 e 2013 non sono state soddisfatte tramite nuove assunzioni permanenti, ma quasi solo con il lavoro precario. Anche nel caso degli interinali e dei Lsu è la sanità il campo in cui sono più utilizzati. Nel 2017 si sono spesi ben 252,86 milioni , circa 88 milioni più che nel 2013.

In ultimo lo Stato può ricorrere anche ai co.co.co (contratto coordinato e continuativo) e ai liberi professionisti con partita Iva, i quali forniscono prestazioni professionali temporanee. Per esempio si tratta del pagamento di un avvocato chiamato a difendere un ente pubblico in un processo amministrativo. In questi casi le oscillazioni di spesa da parte dello Stato italiano sono state piuttosto contenute. Il minimo storico, però, si è raggiunto nel 2017 (1 miliardo e 329 milioni circa), mentre il massimo si era toccato nel 2009 con 1 miliardo e 725 milioni.

I dati si riferiscono al: 2008-2017

Fonte: Ministero dell’Economia e delle finanze

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