Italiani con borse di studio: quasi 1 su 2 è espatriato

In 11 anni l’Ue ha finanziato 852 scienziati italiani. Ma 394 sono andati a studiare all’estero

Non hanno nulla da invidiare ai colleghi europei in tema di competenze. Ma spesso sono costretti ad abbandonare il proprio Paese per cercare opportunità e sbocchi lavorativi migliori. I ricercatori sono i protagonisti di una delle tante fughe di cervelli che affliggono l’Italia: quella che riguarda i vincitori di borse di studio europee che vanno a farle fruttare all’estero.

I dati sono quelli dell’Erc, il Consiglio di ricerca europeo. Da quando è nata, nel 2007, l’agenzia europea ha finanziato oltre 9mila progetti di ricerca, per un totale di 17 miliardi di euro di investimenti. Per il nostro Paese le premesse sono incoraggianti: dal 2007 al 2018 l’Italia ha ottenuto 852 borse Erc. Meglio di noi solo la Germania (1.505), il Regno Unito (1.107) e la Francia (972). Le istituzioni italiane che hanno vinto più finanziamenti europei sono l’Università La Sapienza di Roma (34), la Bocconi di Milano (33), l’Università di Padova (29), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (24) e l’Università degli Studi di Milano (23).

Cervelli tricolori in fuga

Il problema, dunque, non è la preparazione dei nostri scienziati. È che non vengono dati loro i motivi sufficienti per restare. Il risultato è visibile nel grafico in alto. L’Italia scivola di due posizioni più in basso, facendosi superare da Paesi Bassi e Svizzera, se si considera il numero di cervelli che restano a studiare negli atenei ed enti di ricerca del Paese. Degli 852 italiani che si sono meritati la borse di studio Erc quasi uno su due (394, il 42,2%) si è trasferito a studiare all’estero. Quelli rimasti in Italia tra 2007 e 2018 sono i rimanenti 458. Nel Regno Unito, per fare un paragone, 962 studiosi sono rimasti in patria contro i 145 espatriati. Idem in Francia: Parigi è riuscita a tenerne in casa 812, contro i 160 fuggiti altrove.

Borse di studio, solo 42 scienziati stranieri in Italia

Ma non è questo l’unico problema del nostro Paese. Oltre a lasciarsi scappare quelli autoctoni, il nostro Paese non riesce nemmeno ad attrarre talenti da fuori. Sempre considerando i vincitori di grants europei, l’Italia è tra i Paesi che ospita meno ricercatori stranieri in assoluto. Appena 42 borsisti Erc si sono avventurati nello Stivale tra il 2007 e il 2018, pari a 3,5 per ciascun anno. È per questo che Paesi Bassi e Svizzera, in conclusione, fanno meglio di noi: negli ultimi 11 anni hanno ottenuto rispettivamente “solo” 652 e 245 borse di studio, ma allo stesso tempo sono riuscite ad accogliere 246 e 453 ricercatori stranieri. Funzionano bene sotto questo punto di vista anche Germania (397), Spagna (119), Svezia (111) e Austria (154). Meno attraenti dell’Italia – relativamente ai borsisti Erc – solo Israele, Finlandia e Irlanda.

I dati si riferiscono al: 2018

Fonte: Consiglio di ricerca europeo 

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