La richiesta è aumentata di 5 volte, ma in Italia se ne producono 93,5 milioni di litri
Più volte è circolata la notizia di una imminente mancanza di ossigeno medicale, una delle materie prime nella cura ai pazienti affetti da Coronavirus. Eppure, in Italia ogni anno si producono 93,5 milioni di litri di ossigeno liquido consegnati al sistema ospedaliero. La verità, infatti, come precisato anche dall’Aifa e Federfarma, è che non è tanto la materia prima, cioè l’ossigeno medicale, a mancare, quanto piuttosto le bombole per l’assistenza domiciliare.
Le due realtà del settore hanno quindi raccomandato ai pazienti in cura presso il proprio domicilio di favorire un turnover, di modo da non far inceppare il sistema di distribuzione. Sono 3 milioni e mezzo le bombole per ossigenoterapia sono recapitati ogni anno agli ospedali. Di queste, 1 milione di taglia minore circola tra ospedali, farmacie e pazienti a domicilio.
Solo l’1% dell’ossigeno viene distribuito attraverso le bombole
Guardiamo allora i numeri sulla distribuzione dell’ossigeno medicale. Sempre secondo le stime dell’Aifa il 40% viaggia attraverso il territorio nazionale con delle pipeline, mentre il 44% del totale disponibile è generato da impianti criogenici locali. Un altro 5% proviene sempre da impianti locali, ma non criogenici, come quelli degli ospedali, e il 10% viene trasferito con dei camion o vagoni ferro
La criticità è semmai rappresentata dalla fornitura perché la maggiore domanda richiede un maggior numero di imballaggi, come bombole e tank, che, anche se già ordinati, non si riescono ad avere in tempi brevi. Senza trascura poi che a ogni viaggio in entrata e in uscita, gli imballaggi devono essere opportunamente trattati prima di essere nuovamente riempiti.
I dati si riferiscono agli anni 2019-2020
Fonte: Aifa
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