Nel 2018 erano 8 le aziende sanitarie campane con scostamenti eccessivi di bilancio
Forse mai come in questo periodo è chiaro quanto sia importante una sanità efficiente e con standard qualitativi alti. Dal 2016 è stato introdotto un monitoraggio più stringente sui bilanci delle Aziende Ospedaliere. I ricavi sono stati standardizzati e l’eliminazione nel calcolo di questi i contributi dati dalle regioni per colmare i deficit presenti.
E’ stato stabilito un criterio per definire quegli ospedali che si ritrovano con scostamenti eccessivi, ovvero quelli in cui la differenza tra i ricavi (standardizzati, appunto) e i costi risultanti dal conto economico siano superiori al 10% oppure superiori a 10 milioni di euro. Tale criterio è stato poi reso più severo, visto che si è passati dal 10% al 7%, e da 10 a 7 milioni.
Quello che si era notato era che applicando tali regole vi era stato un peggioramento tra 2010 e 2015. Vi è stato un aumento delle aziende inadempienti, soprattutto a causa di un calo dei ricavi per visite specialistiche a tariffa, ovvero “private”, che sono avvenute per la crisi, per la concorrenza del privato, e anche per la minore disponibilità di letti, personale, macchinari che ha allontanato la domanda.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha analizzato cosa è cambiato dal 2015, dopo che è stato introdotto questo controllo più stringente. Il confronto è particolarmente complesso perchè nel frattempo sono state introdotte eccezioni e modifiche dei criteri di contabilizzazione. Ma quello che emerge appare essere il più classico dei gap tra Nord e Sud
Lazio e Calabria le regioni con i maggiori miglioramenti
Nonostante siano stati implementati piani di rientro per riportare gli scostamenti sotto le soglie, tra 2015 e 2018 non vi sono stati significativi miglioramenti in alcune regioni. Tra queste la Campania, dove erano 8 le aziende ospedaliere inadempienti nel 2015 e 8 sono rimaste tre anni dopo, dopo un peggioramento nel 2016.
In Sicilia vi è stato addirittura un peggioramento: gli ospedali con scostamenti eccessivi erano stati 6 nel 2015, 6 nel 2016, erano diminuiti a 5 nel 2017 ma sono saliti a 7 nel 2018.
In direzione contraria sono andate due regioni che pure erano tra quelle con più aziende ospedaliere con i conti in disordine. Ovvero il Lazio e la Calabria. In entrambi i casi erano 5 nel 2015 e sono scese a 3 nel 2018.
In generale dopo il 2015 si è assistito a un aumento dei ricavi che ha seguito il trend, superandolo nei casi migliori, della crescita dei costi, che pure c’è stata.
La Lombardia rappresenta un caso particolare. Nel 2015 erano ben 9 le aziende ospedaliere inadempienti, negli anni successivi sono diventate zero. Quello che è accaduto è che nel giugno 2016 in seguito alla riforma del sistema sanitario regionale del 2015 sono state accorpati gran parte degli ospedali alle ASL in nuove ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali). Così di fatto sono stati eliminati come enti autonomi e sottraendoli a questo monitoraggio. In questo senso è stata chiesta una deroga al Ministero della Sanità ai piani di rientro cui sarebbero dovuti essere sottoposti. Si tratta però di una querelle che è ancora in corso. Qualcosa di simile è stata fatta anche in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
E’ chiaro che sul terreno dell sanità si gioca anche la partita delle autonomie regionali, con i governatori e le giunte che tirano da un lato e il ministero da quello opposto
I dati si riferiscono al 2015-2018
Fonte: Ufficio Parlamentare di Bilancio
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