I quotidiani sopravvivono aumentando i prezzi

Sono saliti più dell’inflazione. Ricavi totali a 14,9 miliardi. Vendite dimezzate: 741 milioni di copie nel 2018

Vendite in picchiata, pubblicità in calo e concorrenza spietata del web. Ogni mese i dati di Audipress disegnano un panorama da incubo per i quotidiani italiani al punto che ci si potrebbe chiedere come fanno a uscire ancora regolarmente in edicola tutti i giorni. Per capire meglio il fenomeno è di grande aiuto la relazione annuale dell’Authority per le comunicazioni nella parte in cui analizza proprio lo stato dell’arte della carta stampata.

Le vendite dei quotidiani

Iniziamo con il grafico sopra: mostra, in milioni di euro, da dove provengono i ricavi della carta stampata. Il totale delle revenues, nel 2018, è stato pari a 14.920 milioni di euro con sempre la pubblicità che supera le vendite: dalla prima i quotidiani ricavano 7.796 milioni dalle seconde 7.124. Da notare che nel 2017 i due valori si equivalevano e che nel 2016 i giornali ricavavano di più dalle vendite che dalla pubblicità. Come mai? Non c’è stata alcuna ripresa della pubblicità: il motivo è che i ricavi lato utente (vendita dei giornali e dei collaterali di qualsiasi tipo) sono scesi di più dei ricavi lato pubblicità e cioè, rispettivamente, -8% e -5% tra il 2017 e il 2018. Da notare anche che gli “altri ricavi”, ovvero i ricavi da Internet, rappresentano per gli editori di giornali appena il 2% dei ricavi complessivi, stabili nel 2018 rispetto al 2017.

I ricavi degli editori di quotidiani

Le vendite, intanto continuano il loro ciclo negativo. Drammaticamente negativo, come mostra il grafico qui sotto.

In appena 10 anni i giornali e i periodici hanno letteralmente dimezzato la tiratura e più che dimezzato le vendite. Oggi la carta stampata vale 741 milioni di copie in un anno quando nel 2007 erano 1 miliardo e 944 milioni di copie con una tiratura di 3 miliardi e 682 milioni che oggi si è ridotta a 1 miliardo 386 milioni. Davvero verrebbe da chiedersi come fa un settore così in crisi a resistere ancora. Semplice: il prezzo. Facendo 100 il 2010, l’indice generale dei prezzi è salito a 110 mentre l’indice del prezzo dei quotidiani cartacei è salito a 136. Questo riesce a compensare il crollo dei lettori, che sono pochi, ma sono anche disposti a pagare di più.

I dati si riferiscono al: 2017-2018

Fonte: Agcom

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