Trenord, soppressione treni al 2,76%, Trenitalia all’1,81%

Sulle linee lombarde saltano 60 viaggi tutti i giorni (scioperi esclusi)

Pochissimi i treni soppressi, pochi quelli in grave ritardo, a leggere le relazioni sulla qualità del servizio di Trenitalia e Trenord l’impressione è quella di un servizio ferroviario che funziona in Italia, anche per quanto riguarda le tratte locali, quelle di solito maggiormente sotto accusa. Soprattutto adesso che è esplosa la “protesta delle tende” con gli studenti universitari che mettono sotto accusa certamente il caro-affitti per i fuorisede, ma anche il servizio (ritenuto pessimo) delle linee ferroviarie regionali che non assicurerebbero collegamenti veloci e affidabili con il capoluogo per chi può permettersi solo una stanza in affitto fuori città. E’ soprattutto per loro (oltre che per chi abita fuori Milano ma lavora in città) che i dati sulla soppressione dei treni di Trenord sono importanti.

Il grado di soddisfazione dei collegamenti ferroviari

Secondo un sondaggio di Demos di fine 2022 sul grado di soddisfazione degli italiani verso i principali servizi a essere molto o moltissimo soddisfatti dello stato delle ferrovie nel nostro Paese siano solo il 39%. Si tratta di una percentuale, si deve sottolineare, in aumento rispetto a 10 anni prima, quando era del 22%. E gli altri? È probabile che nel restante 61% vi sia chi dà appena la sufficienza e chi non ritiene il livello delle strade ferrate adeguato. È solo una questione di percezione, come spesso capita? Intanto guardiamo ai numeri.

Trenitalia e la soppressione dei treni

Come si vede dalla nostra infografica secondo le relazioni sulle qualità del servizio di Trenitalia, gestore della maggioranza delle corse locali, vi è stato nel tempo un graduale aumento della percentuale di treni soppressi sulle tratte regionali. Erano l’1,03% nel 2017, erano poi diminuiti allo 0,16% nel 2018 per crescere all’1,4% nel 2019. Nell’anno più duro della pandemia, il 2020, erano balzati al 3,9% per poi scendere ancora all’1,81%, quindi a un livello comunque superiore a quello pre-pandemico. Non sono ancora disponibili, invece, i numeri relativi al 2022. Questo vuol dire, comunque, che per esempio nel caso del Lazio su 941 corse quotidiane ne vengono cancellate 17. Tutti i giorni. Parliamo di migliaia di persone coinvolte.

La soppressione dei treni di Trenord

Se prendiamo poi in esame la rete più affollata, quella lombarda, che secondo il report Pendolaria di Legambiente vede 2.173 corse giornaliere, la percentuale di treni soppressi cresce al 2,76%, dato che si riferisce sempre al 2021. Qui a occuparsi del servizio è Trenord, una joint venture tra Trenitalia e il Gruppo Fnm (Ferrovie Nord Milano), controllato da Regione Lombardia, che appare quindi meno efficiente di Trenitalia, anche se la quota di corse che non è stata effettuata è stata inferiore a quella toccata nel 2020, il 4,4%. Significa che sono ben 60 i viaggi che saltano tutti i giorni. Per gli anni precedenti alla pandemia non sono disponibili dati in percentuale, ma in valore assoluto: nel 2017 e nel 2019 in Lombardia era andata relativamente bene, vi erano stati rispettivamente 33,19 e 23 treni soppressi al giorno, mentre il 2018 era stato un anno nero, con 79,07.

Sono escluse le cause “di forza maggiore” e gli scioperi

Dato rilevante: da queste statistiche lombarde, a differenza di quelle che riguardano Trenitalia, sono esclusi alcuni casi di soppressione dei convogli, quelli causati da scioperi e “forza maggiore”, non dipendenti da Trenord. Non sono quindi calcolati evidentemente problemi alla rete, in capo a Rfi (Reti Ferroviarie Italiane), o incidenti come i suicidi di chi si getta sotto un treno, eventi non infrequenti purtroppo. Questo significa anche che in realtà i passeggeri costretti a dover rinunciare o a rimandare uno spostamento sono anche più di quello che i dati ufficiali fanno immaginare.

A volte sulle tratte locali paradossalmente la salvezza per chi subisce la soppressione dei treni è un altro tipo di inefficienza, quella della mancanza di puntualità delle corse. Se il proprio treno non c’è può capitare di prendere quello precedente in ritardo di 20 o 30 minuti.

trenord soppressione treni

I dati sui ritardi dei treni di Trenitalia e Trenord

Secondo i report di Trenitalia i convogli locali sotto la sua gestione sono estremamente puntuali, nel 2021 hanno avuto in media 1,8 minuti di ritardo, come tra il 2017 e il 2019, mentre nel 2020 solo 1,6. Trattandosi di medie la realtà varia anche di molto, ma in generale, come si vede nella nostra infografica, due anni fa sono state il 95,2% le corse arrivate con meno di 5 minuti di ritardo. I numeri non sono cambiati molto negli anni, questa percentuale si è mantenuta tra il 94% e il 95% nel 2017, 2018 e 2019 per andare al 95,5% nel 2020. Solo nello 0,1% dei casi, poi, i viaggiatori e i pendolari hanno dovuto aspettare più di un’ora.

Anche su questo aspetto caso ai lombardi è andata peggio. Nel 2021 la quota di treni arrivati a destinazione con ritardi di meno di 5 minuti è stata dell’84%, il che significa che mediamente ogni giorno i passeggeri di circa 348 treni sono dovuti entrare in ufficio o tornare a casa dopo l’orario prestabilito.

L’anno peggiore, come si è visto anche nel caso dei treni soppressi, è stato il 2018, quando le corse puntuali (se definiamo puntualità un ritardo di 4 minuti) sono state il 78,3%, in riduzione dall’84,2% del 2017. Nel 2019, poi, erano aumentate all’80,6% e nel 2020 all’84,6%, una percentuale simile a quella del 2021.

Secondo Trenord l’81% dei passeggeri è soddisfatto

Secondo le indagini della stessa Trenord più di 8 viaggiatori su 10, l’81%, nel 2021 si dicevano soddisfatti del servizio. Si tratta dell’8% in meno che nel 2019. Il dato, però, è lacunoso, a causa della difficoltà si sondare le persone in piena pandemia. Sono più precisi i dati precedenti al Covid, che dicono che alla fine del 2019 solo il 33% dava un voto superiore a 7 su 10 alla puntualità dei treni, e quelli relativi al secondo semestre del 2020, quando la percentuale dei soddisfatti era ancora inferiore, del 31,5%. Questo nonostante a essere considerate in quest’ultimo caso fossero state solo le risposte che davano un punteggio di 6 o più su 10.

È un dato molto più basso di quello che riguarda Trenitalia: alla puntualità delle linee locali dava nello stesso periodo un voto positivo (da 6 a 9) il 79,9% degli intervistati, saliti all’82% nel 2021. Le differenze nelle modalità di misurazione del grado di soddisfazione degli utenti, che sono cambiate anche per la stessa azienda, non aiutano a farsi un’idea precisa della realtà, ma una cosa appare certa: il numero più alto di treni soppressi e i maggiori ritardi che si verificano sulle linee Trenord hanno provocato una disaffezione più profonda tra i suoi utenti nel corso degli anni.

I dati si riferiscono al: 2017-2021

Fonte: Trenitalia e Trenord

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