Tasse sulle sigarette elettroniche, cosa succede negli Usa

Sigarette elettroniche

Dopo il Minnesota, molti Stati pensano a nuove imposte. Ma in Italia è stato un flop

Il primo Stato americano a decidere di porre tasse sulle sigarette elettroniche è stato il Minnesota. Accadde il 22 ottobre del 2012 e da allora molti altri Stati americani hanno seguito il suo esempio.

Le sigarette elettroniche fanno male?

L’escamotage giuridico per riuscire a mettere tasse sulle sigarette elettroniche consiste nel considerarle nella categoria “altri prodotti derivanti dal tabacco”: una classe di beni che include le gomme da masticare alla nicotina e le pipe.

tasse sulle sigarette elettroniche

In questo modo il Minnesota ha introdotto una tassa che si applica sul 95% del prezzo di vendita. Subito dopo è stata la volta del North Carolina che però ha deciso di tassare il liquido alla nicotina che serve per produrre vapore nella misura di 5 cent per ogni millilitro di liquido. Poi è stata la volta del Kansas e della Louisiana, che hanno adottato lo stesso metodo del North Carolina. In questi due casi, le tasse sulle sigarette elettroniche venne introdotta, nel 2015, esplicitamente per tappare il buco nel bilancio dello Stato pari, l’anno scorso, a 600 milioni di dollari per il Kansas e a 1,6 miliardi per la Louisiana.

Nella mappa sono indicate in rosso gli Stati che hanno già una tassa sulle e-cig, in blu le municipalità e in verde quelli nei quali questa tassa è in discussione.

I prezzi delle sigarette elettroniche

Attualmente sono 25 gli Stati, oltre al Distretto di Colombia, che stanno dibattendo se introdurre o meno una tassa sulle sigarette elettroniche mentre quelli che hanno già adottato una misura del genere sono solo 5 oltre ad alcune municipalità come, ad esempio, Chicago. Gli oppositori della nuove tasse sulle sigarette elettroniche sostengono che è illogico tassare uno strumento che serve per salvaguardare la salute, dato che molti studi hanno rilevato che anche se si usa un liquido alla nicotina, le e-cig fanno molto meno male delle sigarette normali. Soprattutto quelle migliori che hanno prezzi più alti e che sono più diffuse: per questo il Minnesota tassò il prezzo di vendita dello strumento e non il liquido.

Le tasse italiane sulla sigaretta elettronica

In Italia le tasse sulle sigarette elettroniche sono state introdotte nel 2013. Dovevano portare nelle casse dello Stato almeno 117 milioni di euro che, insieme ad altre misure, dovevano servire per evitare l’aumento dell’Iva. Nel 2015 la Corte Costituzionale ha poi dichiarato illegittima l’imposta perché il governo aveva deciso di equiparare questi strumenti alle sigarette tradizionali e, quindi, di tassare il liquido allo stesso modo sia che contenesse nicotina oppure no. Nel 2014, invece di 117 milioni, gli introiti per lo Stato furono di appena 7.392 euro.

I dati si riferiscono al: 2016

Fonte: Tax Foundation

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