Crack Europa: ricollocati 2.917 immigrati in 18 mesi

Tutti di dati ufficiali della Commissione, gli errori di Dublino III e l’Europa che non accoglie

Il grafico sopra mostra la quantità, se così si può dire, della mancanza di solidarietà europea: sono i dati ufficiali degli immigrati in Europa. Ma per spiegare la situazione del ricollocamento dei migranti occorre fare un passo indietro.

Gli immigrati in Italia e le decisioni di Dublino

Nel settembre del 2015 il Consiglio europeo, a Dublino, ha adottato una decisione in base alla quale entro due anni tutti i Paesi membri avrebbero dovuto accogliere, complessivamente, 120mila migranti, diventati, successivamente, 160mila.

Questa cifra è stata poi suddivisa Paese per Paese. Importante sottolineare che i migranti compresi in questo numero, non importava da dove venissero: potevano esse afghani o albanesi, non necessariamente dovevano essere migranti arrivati con i barconi sulle coste italiane. Del ricollocamento degli immigrati provenienti dagli sbarchi sulle coste italiane ne parliamo dopo.

I numeri dell’accoglienza dei profughi

In base a questa decisione, quindi, tutti i Paesi europei, compresi alcuni che non fanno parte della Ue come la Svizzera, ad esempio, si sono assunti l’impegno di accogliere 160mila persone entro due anni. A 18 mesi dalla firma di quell’accordo la Ue ha “tirato le somme” del ricollocamento dei migranti nel 2017 per verificare quante persone avesse accettato ogni singolo firmatario dell’accordo.

Il grafico sopra mostra esattamente questo: quanti immigrati sono stati accolti da ogni singolo Paese (in verde); quante persone si è invece impegnato ad accogliere quello stesso Paese (rosso) e la percentuale delle persone accolte rispetto all’impegno (blu).

Perché gli immigrati diventano clandestini

Il risultato è desolante: a circa 18 mesi dall’accordo sul ricollocamento dei migranti nella Ue del settembre 2015, e a 6 mesi dalla sua scadenza (i dati, infatti, si fermano al 2 febbraio del 2017) c’è un solo Paese che ha superato il 50% di persone accolte rispetto all’impegno preso: Malta. Si era impegnata ad accogliere 131 persone, ne ha accettate finora 80 pari al 61,1%. Malta a parte nessun Paese supera il 50%.

Quello che ci si avvicina di più è la Norvegia che su un impegno di 995 persone ne ha accolte 493 raggiungendo il 49,5%. Tutti gli altri sono abbondantemente sotto questa percentuale. Alcuni, addirittura, sono a zero: Ungheria, Polonia, Austria. Altri sono lontanissimi dal raggiungimento dell’obiettivo dell’accoglienza dei migranti, come la Slovacchia (9 ricollocati su un impegno di 902), la Repubblica Ceca (12 su 2.691) e la Croazia (19 su 968).

Il risultato è che gli immigrati ricollocati in base alle decisioni di Dublino sono stati 11.966. E gli altri? Restano in Italia o, più spesso, spariscono. In Europa, infatti, ci sono 2,1 milioni di clandestini dei quali, praticamente non si sa nulla.

Niente ricollocamento dei migranti

Ma neanche Germania, Francia, Spagna non fanno bella figura. I numeri sugli immigrati in Germania, per esempio: si era impegnata al ricollocamento di 27.536 rifugiati e finora ne ha accettati appena 1.349 pari al 4,9%.

La Francia su 19.714 ne ha accolti 2.696; la Spagna su 9.323 ne ha accolti 745. Nessuno, insomma, raggiungerà la quota di persone accolte sulla quale si era impegnata nel dicembre del 2015.

Quanti sono gli immigrati provenienti dall’Italia

Ancora peggiore è la situazione dell’accoglienza dei migranti provenienti dall’Italia. Nell’accordo chiamato Dublino III, infatti, si decise di prevedere una quota di migranti provenienti dall’Italia e dalla Grecia che ogni Paese avrebbe dovuto accogliere. Inizialmente si decise per 24mila persone provenienti dall’Italia e 16mila dalla Grecia e, successivamente si aumentarono queste quote fino a 39.600 dall’Italia e 66.400 dalla Grecia che venne, in questo modo, beneficiata.

Nel grafico qui sotto è mostrata la situazione dei ricollocamenti dei migrati in Europa provenienti dall’Italia. Ovvero: quante persone di quelle che sono sbarcate in Italia sono state accolte dagli altri Paesi.

In questo caso le linee verdi quasi non si vedono proprio perché le persone che sono stata accolte sono state pochissime e, in questo caso, nessun Paese ha raggiunto la quota che si era impegnato a raggiungere entro due anni.

Nemmeno Malta, che è al 24% avendo accolto 46 immigrati provenienti dall’Italia su 192 promessi. Questo significa che Malta accoglie sì i migranti, come abbiamo visto nel grafico precedente, ma non quelli che arrivano con i barconi in Italia. Quelli che sono a zero sono più o meno gli stessi che abbiamo visto prima: Polonia, Ungheria, Austria con l’aggiunta di Repubblica Ceca, Estonia e Lituania.

Da notare che Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno votato contro la decisione del ricollocamento dei migranti mentre tutti gli altri Paesi hanno votato a favore ma, nonostante questo, non rispettano gli impegni sul ricollocamento dei migranti spesso adducendo motivi di “sicurezza nazionale” senza però specificare in che cosa consistano, autorizzando, quindi, a pensare che considerino ogni immigrato un pericolo. In questo senso va intesa la decisione, solo minacciata, dell’Austria di schierare l’esercito al confine per respingere gli immigrati dall’Italia.

Questo è un danno doppio per l’Italia: da una parte, infatti, non riesce a ricollocare gli immigrati e dall’altra non riesce ad ottenere dall’Europa i 500 euro promessi per ogni migrante ricollocato.

Quanti sono gli immigrati accolti

Anche in questo caso i grandi Paesi europei continuano a mantenere le frontiere parzialmente chiuse. Gli immigrati che la Germania si era impegnata ad accogliere sono 9.346 e finora ne ha accolti appena 445. La Francia si era impegnata per 7.175 e finora è arrivata ad appena 282. La Spagna ne voleva 4.514 ed è a quota 144 pari ad appena il 3,2% rispetto all’obiettivo. Complessivamente i ricollocamenti sono stati appena 2.917 su un obiettivo, da raggiungere il 14 settembre, di 39.600. Il 7,3%.

Ma il fatto peggiore è che se non intervengono fatti nuovi, il “Relocation Scheme”, come sono chiamati questi impegni presi dai Paesi europei, terminerà il 14 settembre del 2017. Questo significa che successivamente a quella data i Paesi europei, che già non hanno rispettato il “Relocation Scheme” deciso nel settembre del 2015, non avranno più alcun obbligo, nemmeno formale, di accogliere nemmeno un immigrato sbarcato sulle coste italiane.

Il tutto considerando che aver previsto una quota di immigrati sbarcati in Italia da ricollocare pari a 39.600 in due anni, come venne deciso in occasione di Dublino III, è stato un errore, visto che nel solo primo semestre del 2017 gli immigrati sbarcati sono stati 83.360 .

I dati si riferiscono al: settembre 2015 – 2 febbraio 2017

Fonte: Commissione europea

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