Nei servizi gli appalti pubblici diretti sono il 93%

Su 18.251 affidamenti 16.963 sono senza gara. Antitrust in allarme

Arredo urbano, pulizia delle strade e smaltimento rifiuti. Ma anche trasporti, energia, servizio idrico. Per tutti questi appalti pubblici i comuni scelgono di giocare in casa e affidano i servizi alle proprie aziende. Gli appalti diretti sono stati per decenni al centro di numerosi tentativi normativi, ma nessuno ha dato i risultati sperati tanto che oggi, secondo la Corte dei Conti, il 93% degli appalti, per un valore di oltre 11 miliardi di euro all’anno, è stato affidato senza gara.

La Corte dei Conti sugli appalti pubblici diretti

La Corte dei conti ha esaminato 18.251 affidamenti in corso. Il risultato è che 16.963 procedimenti, corrispondenti al 93% del totale,  hanno seguito la via dell’in house. Ma che cosa è un appalto in house? Sono quegli affidamenti in cui in cui un ente pubblico affida l’esecuzione dell’appalto senza gara, affidandosi a una partecipata. La locuzione “affidamento in house” presuppone quindi una particolare situazione: quella di un legame strettissimo fra affidante e affidatario.

appalti pubblici

Se quasi 17mila procedimenti, su un totale di 18.251, scelgono la via veloce per l’assegnazione non si può certo parlare di via eccezionale in deroga alle regole ordinarie. La normativa del Codice degli appalti vuole che gli affidamenti diretti superino una serie di esami per essere giudicati validi. L’ente che decide l’affidamento diretto deve certificare “il rispetto della disciplina europea, la parità tra gli operatori, l’economicità della gestione” e produrre “un’adeguata informazione alla collettività di riferimento”. Oltre alla “valutazione preventiva sulla congruità economica dell’offerta dei soggetti in house” e l’illustrazione delle ragioni “di ottimale impiego delle risorse pubbliche”.

La concorrenza violata dagli enti pubblici

Arduo credere che tutti questi appalti diretti rispondano in pieno a questi parametri: stiamo parlando del 93%. Per questo l’Antitrust ha chiesto norme più severe come ad esempio che la pubblicazione delle motivazioni dell’affidamento avvenga prima dello stesso, per dare tempo agli eventuali controinteressati di contestarle. Un’altra opzione, già archiviata tuttavia, comporterebbe l’autorizzazione preventiva dell’Antitrust per gli affidamenti più rilevanti.

Fonte: Corte dei Conti

I dati si riferiscono al: 2021

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