Europa disunita sulla maternità obbligatoria

In Bulgaria si possono prendere fino a 58 settimane. In Italia 20

Essere genitori è più facile in Bulgaria, nel Paese che ha recentemente bussato alla porta di Bruxelles per entrare nell’Eurozona (ed è stato respinto al contrario della Croazia che dal 1° gennaio 2023 adotterà l’Euro) in caso di maternità alle madri spettano fino a 6 settimane obbligatorie prima del parto più altre 52 settimane, la maggior parte delle quali facoltative, con una retribuzione pari al 90%.

Se la Bulgaria svetta nella classifica dei Paesi europei che concedono più settimane di congedo maternità obbligatoria il Portogallo invece ne occupa la parte più bassa come mostra il grafico in apertura. Alle mamme di Porto e Lisbona infatti vengono concesse solo 6 settimane (obbligatorie per legge) dopo il parto e 4 settimane prima che rientrano invece nel periodo facoltativo, in entrambi i casi la retribuzione è al 100%.

Indennità di maternità in Europa, il caso della Germania

Ma le sorprese non sono finite, a far compagnia al Portogallo nella parte bassa della classifica troviamo la Germania dove il periodo di Mutterschaftsgeld (letteralmente indennità di maternità) scatta obbligatoriamente 6 settimane prima della data prevista del parto e termina 8 settimane dopo, con indennità al 100% Tuttavia è possibile estenderlo fino a 12 mesi ma bisogna fare apposita domanda, in questo caso però l’indennità diminuirà progressivamente mese per mese.

Cosa spetta in caso di maternità obbligatoria

Come funziona la maternità in Svezia, il Paese con il welfare state più completo d’Europa? In Svezia ai genitori spettano ben 240 giorni di congedo, ovvero 34 settimane facoltative, mentre quelle obbligatorie per le mamme sono le più basse d’Europa e raggiungono appena le quattro settimane divise equamente prima e dopo il parto. La legislazione della maternità nel Paese scandinavo è unica e presenta una particolare caratteristica è gender neutral: questo significa che, dato un numero definito di giorni di congedo parentale per la coppia, la decisione di come suddividerli è completamente autonoma. Tutti i giorni, tranne 90, possono essere trasferiti all’altro genitore più un congedo non retribuito fino al compimento dei 18 mesi del bambino. Per tutto il periodo lo stipendio è percepito all’80%.

maternità obbligatoria

Maternità obbligatoria in Italia, indennità e durata

Ma veniamo finalmente al nostro Paese e alle ultime novità in tema di congedo parentale e maternità obbligatoria promosse dal Governo Meloni. Prima di tutto vediamo come funziona in Italia l’obbligo di congedo dall’attività lavorativa per le neo mamme: copre un arco di tempo pari a 20 settimane a cavallo del parto con due opzioni principali, due mesi precedenti la data presunta del parto e tre dopo, oppure 1 mese e 4. Dal 2019 è possibile anche spostare tutto il periodo (5 mesi – 20 settimane) dopo il parto. E lo stipendio durante il congedo obbligatorio di maternità? All’80% a carico dell’Inps e il restante a carico del datore di lavoro. Il congedo parentale invece non è obbligatorio ma facoltativo e per entrambi i genitori per un periodo complessivo diviso tra i due genitori non superiore a dieci mesi e indennizzato al 30% dello stipendio.

Congedo parentale e maternità, cosa cambia con la Legge di bilancio

La novità introdotta dal Governo Meloni andrà a modificare il congedo parentale facoltativo delle sole madri e non quello obbligatorio che rimane fisso a 5 mesi per le madri e a dieci giorni per i padri. La novità inoltre non risiede, come erroneamente riportato da molti, nell’aumento di un mese del congedo facoltativo ma nella conversione dell’indennità di uno dei dieci mesi dal 30% all’80%. Una risoluzione che, come spiegato dalla premier, consiste per le neo mamme in una “specie di piccolo salvadanaio del tempo”.

Governo Meloni e sostegno alla famiglia, le novità del 2023

Per la famiglia la Legge di bilancio stanzia 1,5 miliardi di euro, queste le principali novità: si parte dal bonus sociale bollette limitato alle famiglie più fragili ma con un innalzamento della soglia Isee da 12 mila euro a 15 mila euro; la manovra prevede anche misure contro inflazione, ovvero la riduzione dell’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. E naturalmente l’annunciato aumento dell’assegno unico per le famiglie, dal 1 gennaio 2023 è previsto infatti un incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con una età compresa da uno a tre anni per le famiglie numerose (tre o più figli) con Isee fino a 40 mila euro. Confermato l’assegno per i disabili.

I dati si riferiscono al: 2o22

Fonte: Parlamento Europeo – Ministero dell’Economia e delle Finanze

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