Ius Soli, i nuovi cittadini italiani sono calati del 44%

Si sono dimezzati gli under 19 che prendono la cittadinanza con il principio dello ius sanguinis

Erano 201.591 nel 2016, nel 2018 sono stati 112.523. Sono i nuovi cittadini italiani, quelli che hanno acquisito la cittadinanza secondo il principio giuridico che vige ora in Italia: lo ius sanguinis. Semplificando, per chi non lo ricordasse: diventa italiano solo chi ha almeno un genitore italiano. Adesso, però, si torna a parlare del tema in merito alla proposta del Pd, ritenuta “sconcertante” da Di Maio, di mettere di nuovo sul tavolo il tema dello ius soli in Italia. Cioè: è italiano chi è nato in Italia.  Andando, però, a guardare i numeri si scopre che le cosiddette acquisizioni di cittadinanza – come si vede nel grafico in alto – sono aumentate ininterrottamente per 10 anni fino al 2016, poi hanno iniziato a calare e non si sono fermate. Nel 2018, anno dell’ultimo dato disponibile, l’Istat registra, appunto, 112.523 nuovi cittadini: il 44% in meno rispetto a 2 anni prima.

Cittadinanza italiana

Tra i 112.523 nuovi italiani, 39.453 lo sono diventati per residenza, 24.160 per matrimonio e 48.910 per “altro”, categoria nella quale rientrano le acquisizioni per elezione (se si nasce in Italia da genitori stranieri e ci si risiede legalmente ed ininterrottamente fino ai 18 anni), trasmissione e discendenza da avi italiani. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat nel 2018 sono diminuite in modo consistente le acquisizioni per residenza: sono passate da 62.261 nel 2017 a 39.453 nel 2018. Mentre sono aumentate quelle legate ai matrimoni: erano 22.255 nel 2017, sono 24.160 nel 2018.

E’ interessante anche andare a vedere l’andamento delle acquisizioni di cittadinanza di under 19, quelli che sarebbero più interessati dalla legge sullo ius soli. Erano 80.520 i nuovi giovani italiani nel 2016, sono diventati 54.040 nel 2017 per poi ridursi a 39.945 nel 2018. I dati sulla provenienza risalgono, invece, al 2017. La maggior parte delle acquisizioni di cittadinanza, in questo anno, ha riguardato albanesi (27.112) e marocchini (22.645).

Come si diventa cittadini italiani

L’ultima legge sulla cittadinanza è stata introdotta nel 1992 e prevede un’unica modalità di acquisizione chiamata ius sanguinis: un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”. Questo sistema viene da tempo criticato dal centrosinistra perché esclude dalla cittadinanza i cosiddetti nuovi italiani: tutti quei ragazzi nati e cresciuti in Italia, ma da genitori stranieri.

Residenza, matrimoni e avi

Ci sono, comunque, altri modi per diventare cittadini italiani. Ad esempio, si può fare richiesta della cittadinanza con la residenza in Italia per almeno 5 anni per i cittadini dell’Unione europea e 10 anni per gli altri. Ma se una persona è nata in Italia da genitori stranieri ma il nonno o la nonna sono italiani, il periodo richiesto può essere più breve. Chi sposa un italiano o un italiana, invece, può richiedere la cittadinanza dopo due anni dal matrimonio (se risiede in Italia) o 3 anni (se risiede all’estero). Infine, può diventare cittadino italiano anche chi riesce a dimostrare di essere discendente di un cittadino italiano, pur non essendo mai stato nel nostro paese e non conoscendo la lingua. Non si tratta per forza dei classici nonni o bisnonni, ma anche di un qualsiasi avo nato in Italia a partire dal 1861.

Legge a metà

Però, a questo punto, sorge una domanda: a che punto è la legge che introduce lo ius soli in Italia? E’ stata approvata – durante il governo Renzi – dalla Camera dei Deputati il 13 ottobre 2015 con 310 Sì (Pd e sinistra), 66 no (Lega e Forza Italia) e 83 astenuti (M5s). Ma non è riuscita a ottenere l’approvazione del Senato per la durissima opposizione della Lega e di Forza Italia. Si è tornati, però, a parlare della legge alla fine del 2017, con il governo Gentiloni, quando la discussione è stata programmata in Senato, ma non è mai iniziata per la mancanza del numero legale. Pochi giorni dopo, però, le Camere sono state sciolte per la fine della legislatura e della legge dello Ius Soli è rimasta chiusa in un cassetto. A ottobre, però, in commissione Affari costituzionali alla Camera è ripartito l’iter delle proposte di legge sulla cittadinanza. Tra le proposte c’è anche quella dello ius culturae.

La differenza tra ius culturae e ius soli in Italia?

E’ un principio del diritto secondo cui i minori stranieri possono acquisire la cittadinanza del Paese in cui sono nati o in cui vivono da un certo numero di anni, a condizione che in quel Paese abbiano frequentato le scuole o abbiano compiuto percorsi formativi per un determinato numero di anni. Il tema è tornato al centro del dibattito politico quando la commissione Affari costituzionali della Camera ha ricominciato l’iter per modificare la normativa in materia di cittadinanza.

I dati si riferiscono al: 2018 

Fonte: Istat 

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