Italia ancora poco digitale, siamo 25esimi

Quartultimi nell’indice Desi, che misura il gradi di digitalizzazione di un Paese

Il progetto rete unica, con il via libera dei consigli d’amministrazione di Tim e Cdp, sta per decollare. L’obiettivo è quello di colmare il ritardo dell’Italia digitale migliorando la qualità delle connessioni ultraveloci. Sì, perché l’Italia è uno dei Paesi meno digitalizzati d’Europa. Non è una sensazione o una credenza popolare: i numeri, in questo caso, parlano chiaro. Certo, non è solo una questione di rete: l’Italia è così bassa in classifica anche per le scarse competenze digitali medie dei lavoratori rispetto a quelle degli altri Paesi.

Che cos’è l’indice Desi?

Ma veniamo ai numeri. Prendiamo il Digital Economy and Society Index (DESI, in italiano Indice di digitalizzazione dell’economia e della società), lo strumento che la Commissione Europea adotta dal 2014, per misurare il grado di digitalizzazione nei 28 Paesi membri. Si divide in 5 voci:

  • Connettività delle reti fisse a banda larga, reti mobili a banda larga e relativi prezzi
  • Capitale umano: uso di Internet, competenze digitali di base e avanzate
  • Uso dei servizi internet
  • Integrazione delle tecnologie digitali
  • Servizi pubblici digitali eGovernment e sanità digitale

Perché l’Italia digitale è solo 25esima

L’Italia perde terreno nella digitalizzazione e resta in coda in Europa: secondo l’indice della Commissione europea che misura il percorso dei Paesi verso un’economia e una società digitalizzate (Desi), il nostro Paese si piazza al venticinquesimo posto, arretrando di una posizione rispetto al 2019. Peggio fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria.

Vediamo, però, i singoli aspetti presi in considerazione dal grafico in alto. L’Italia totalizza 43,6 punti nel 2020, la media europea è 52,6. Nella connettività l’Italia ha un punteggio di 12,4 (la media europea è 12,5 e la Finlandia, la prima in classifica, ha 14,7). Nel capitale umano l’Italia ha 8,1 (la media Ue è 12,3). Nell’uso di internet l’Italia arriva a 6,6 (media Ue a 8,7). Ma vediamo anche l’integrazione delle tecnologie digitali (in Italia 6,2 e nella Ue a 8,2) e nei servizi digitali pubblici (Italia a 10,1 e Ue 13).

Cosa manca all’Italia per essere digitale

Negli ultimi tre anni a crescere sono state sia la copertura che la penetrazione, in parallelo all’aumento della concorrenza infrastrutturale. Tuttavia la quota di mercato al 6% è ancora molto inferiore rispetto alla media Ue del 19,3%. Però, le carenze più significative nello sviluppo del digitale in Italia riguardano soprattutto le competenze digitali di base e avanzate in cui l’Italia è maglia nera in Europa.

Soltanto il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (58% in Ue) e solo il 22% dispone di abilità avanzate (33% in Ue). Gli specialisti italiani nelle Tlc, sebbene siano aumentati nell’ultimo anno dal 2,6% al 2,8%, sono ancora lontani dalla media Ue (3,9%). Tra questi, soltanto l’1% è rappresentato da donne (1,4% il dato europeo). Secondo la Commissione europea, le carenze nel capitale umano hanno ricadute negative a cascata su tutti gli altri settori del digitale. Solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet contro l’85% degli europei. Guardando all’e-government, in particolare, a farne ricorso è soltanto il 32,3% degli italiani, si tratta della percentuale più bassa d’Europa.

I dati si riferiscono al: 2020

Fonte: Commissione europea 

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