Siderurgia -4,5%. Nei 9 mesi la produzione industriale sale solo dello 0,5%
Gli imprenditori della regione più ricca d’Italia lo sentono: il rallentamento dell’economia che interessa tutto il Paese sta colpendo anche la produzione della Lombardia, e non a caso si mostrano meno ottimisti di prima. Secondo il sondaggio congiunturale periodico di Banca d’Italia la differenza tra chi pensa che vi sarà un aumento e chi ritiene che vi sarà un calo del fatturato è scesa all’11%. Era del 47% esattamente un anno fa.
I dati macroeconomici lo confermano: nel terzo trimestre del 2023, quindi tra luglio e settembre, la produzione industriale della Lombardia è diminuita dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso in tutti i primi nove mesi, tra gennaio e settembre, è salita, sì, ma solo dello 0,5%, principalmente grazie alle buone performance registrate nel primo trimestre. Sono ormai lontanissimi gli incrementi del 2022, quando la crescita era stata del 6,3%.
Produzione della Lombardia, male l’utilizzo degli impianti
Una ulteriore dimostrazione delle difficoltà del momento proviene dai dati sul grado di utilizzo degli impianti industriali: nel primo trimestre 2022 aveva toccato un picco del 79,3%, ma nell’estate 2023 è sceso al 72,7%. In sostanza per gran parte delle imprese i macchinari che hanno sono sufficienti a soddisfare la propria produzione e, anzi, alcuni sono anche di troppo.
Le tendenze della produzione della Lombardia per settore
I comparti dell’industria lombarda che hanno avuto fino ad ora le performance migliori e peggiori sono in realtà molto connessi. Ad avere subito il calo della produzione più importante, del 5,7% rispetto ai primi nove mesi del 2022, è stato quello del tessile, mentre si è ripreso bene il settore dell’abbigliamento. Dopo un periodo di crisi durante l’emergenza Covid ha visto un incremento del 7,6%. Positivi anche i numeri del comparto delle calzature, in cui la produzione è salita del 4,2%. Proprio abbigliamento e calzature battono tutti gli altri settori anche nell’ambito dell’export, con un incremento in doppia cifra nel primo semestre dell’anno, a dispetto di un andamento delle vendite all’estero anch’esso in forte rallentamento.
In crescita anche la produzione industriale nei trasporti, aumentata del 6,3%. In questo caso si sentono gli effetti della fine delle difficoltà di approvvigionamento, per esempio di semiconduttori, che avevano segnato l’inizio della fase post-pandemica. Il segno più ha caratterizzato anche gli alimentari, +2,3% e la meccanica, +1,9%.
Negativi, invece, i dati provenienti da importanti settori per l’economia della Lombardia, come quello della siderurgia, che ha prodotto il 4,4% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, della carta, -4,3%, della gomma/plastica, -2,4% e della chimica/farmaceutica, -2%. Non a caso questi ultimi comparti, assieme a quello del tessile, sono anche quelli che vendono meno all’estero, quelli in cui le esportazioni nella prima metà del 2023 sono scese di più.

Economia della Lombardia, l’occupazione arranca
Come era già accaduto in altre occasioni si è ripresentato il divario tra le performance delle piccole e delle grandi aziende. Nel terzo trimestre del 2023, il primo con un calo della produzione industriale, solo le imprese con più di 200 addetti hanno continuato a registrare un incremento e la loro ripresa post-Covid è stata decisamente più intensa della media.
Queste difficoltà si ripercuotono sull’occupazione, che nell’industria lombarda ha cominciato a scendere, del 3,6%, già nel secondo trimestre del 2023, perlomeno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La differenza tra assunzioni e cessazioni nel settore tra gennaio e giugno è però rimasta positiva, di 13.341 unità.
Meglio è andata altrove, nei servizi, in cui le assunzioni nette (assunzioni meno cessazioni) sono state 31.656 nello stesso lasso di tempo. In particolare il comparto commercio, alberghi e ristoranti ha visto un aumento del numero dei lavoratori dell’8,5% nel primo trimestre e del 4,2% nel secondo.
Economia della Lombardia, il turismo riparte
All’interno del settore è il segmento ricettivo e della ristorazione ad avere visto le performance più positive: nei primi nove mesi dell’anno, quindi includendo l’estate, l’incremento del fatturato è stato del 10,4%, evidentemente trainato dal turismo, in forte recupero così come i passeggeri negli aeroporti di Malpensa, Linate, Orio al Serio. Non a caso sono aumentati di più soprattutto quelli giunti con voli internazionali.
È chiaro come oggi siano in rallentamento le attività, come quelle dell’industria lombarda, che avevano goduto di una ripresa immediata, già dal 2021, dall’emergenza pandemica, mentre continuano a vedere dati positivi quelle per cui la crisi era stata più lunga e si era protratta fino al 2022, come i servizi turistici.
I depositi di imprese e famiglie sono in calo
È però solo questione di tempo, il rimbalzo rispetto al periodo eccezionale è ormai terminato e anche commercio e turismo devono fare i conti con una stagnazione dei consumi che appare evidente anche dai dati sui depositi delle famiglie e delle imprese. A giugno 2023 questi ultimi nel complesso risultavano inferiori del 4,8% rispetto a 12 mesi prima. In particolare sono scesi del 9,9% quelli in conto corrente.
Certamente una parte di questo calo è stata dovuta alla maggiore attrattività dei titoli, il cui rendimento segue l’inflazione molto meglio della liquidità. Non a caso il denaro depositato in obbligazioni è cresciuto nello stesso periodo del 50,5%, mentre quello collocato in titoli di Stato italiani addirittura del 79,7%. D’altro canto, però, siamo anche davanti a un’erosione dei risparmi per fare fronte alle maggiori spese causate proprio dal carovita.
La conseguenza di tutto ciò è una dinamica dei consumi più deludente, considerando anche che le risorse immobilizzate in titoli, azioni, obbligazioni sono poco utilizzabili per gli acquisti, a maggior ragione per gli acquisti più frequenti, come la spesa al supermercato.
I dati si riferiscono al: 2023
Fonte: Banca d’Italia
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