Perché in Italia la fattura elettronica ha fatto flop

Doveva far calare i debiti della Pa verso le aziende. Ma non è successo

I debiti dello Stato sono da anni uno dei grandi problemi dell’economia italiana, non solo per la finanza pubblica, ma soprattutto per le imprese che non riescono a farsi pagare per lavori già svolti. La fattura elettronica avrebbe dovuto porre rimedio, ma non è stato coì, ecco perché.

Troppi ritardi nei pagamenti della Pa

E’ anche per questo che sono stati introdotti provvedimenti a livello italiano ed europeo, per esempio con la direttiva europea contro i ritardi di pagamento che impone tempi di pagamento di norma compresi fra 30 e 60 giorni. Poi è arrivata la legge sulla fatturazione elettronica, varata per rendere certi i crediti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione attraverso la registrazione, appunto, in formato elettronico delle fatture: dal 6 giugno 2014 Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza non possono più ricevere fatture cartacee, dal 31 marzo 2015 invece tutti gli altri enti nazionali ed amministrazioni locali.

fattura elettronica

Una conseguenza di queste disposizioni è che la pubblica amministrazione, passati tre mesi da queste date, non può in alcun modo pagare una fattura che non sia stata ricevuta sotto forma elettronica. E’, insomma, passato un anno da quando la fattura elettronica è diventata obbligatoria.
La questione che non deve passare inosservata è che, invece di accelerare il pagamento dei debiti, questa disposizione potrebbe avere portato degli ulteriori rallentamenti, e in parte spiegare la lentezza nel calo dei debiti della Pubblica Amministrazione

Quanti sono i debiti della pubblica amministrazione

Sì, perché quella enorme montagna di debiti inevasi si sta riducendo molto, molto lentamente. I dati della Banca d’Italia mostrano la percentuale di questi debiti sul Pil italiano e il suo andamento tra il 2008 e il 2015. Dopo il 2012, quando venne toccato il picco di un ammontare di debiti pari al 5,8% del Pil, lo Stato (nel 2013-2014) ha messo a disposizione degli enti locali circa 50 miliardi proprio per pagare le fatture inevase, ma di quei soldi ne sono stati utilizzati solo il 70%. In effetti la massa di debiti è scesa a 70 miliardi, pari al 4,3% del Pil, nel 2014.
Un calo quindi che, già limitato, è avvenuto principalmente per il “deus ex-machina”, l’intervento statale, più che per una maggiore efficienza delle amministrazioni.

La fattura elettronica? Inutile

E le nuove norme sulla fatturazione elettronica? Per ora hanno fatto ben poco. Nel 2015 si era a 65 miliardi di debiti, il 4% del Pil e non c’è stata alcuna svolta. Unico fatto positivo forse è che questi debiti, nel 2015, erano “solo” poco più del doppio di quelli fisiologici, ovvero quelli che dovrebbero sussistere se si rispettassero i tempi di pagamento in modo corretto secondo le regole europee, ovvero 30 o 60 giorni.

Nel 2012 i debiti effettivi verso i privati erano il 132% in più rispetto a quelli fisiologici, nel 2015 “solo” il 110% (ultimo gruppo di istogrammi a destra). Significa, in altre parole, che a un anno dal varo della norma sulla fatturazione elettronica, i debiti sono ancora il 110% in più di quelli che dovrebbero essere se la legge fosse stata rispettata e se i tempi di pagamento imposti dall’Europa fossero diventati il normale modus operandi della pubblica amministrazione.

I dati si riferiscono al: 2008-2015

Fonte: Banca d’Italia

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