L’Italia importa 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti

La spazzatura è una merce, ecco quanta ne esportiamo e quanta ne compriamo dall’estero

L’eterna emergenza rifiuti di tante città italiane ci fa considerare la produzione di spazzatura come un problema, mentre in realtà si tratta di un’opportunità. L’immondizia infatti è una merce vera e propria e come tale può essere fonte di profitto anche attraverso l’import di rifiuti.

I rifiuti speciali pericolosi

Come avviene in tutti gli altri Paesi del mondo, l’Italia importa ed esporta spazzatura esattamente come fa con qualsiasi altra materia prima. E così fanno anche tutte le regioni italiane che trasferiscono i rifiuti prodotti localmente altrove, spesso all’estero, e ne importano anche in quantità superiore. L’export di spazzatura fuori regione o fuori Stato può essere legato a problemi di smaltimento, ma non è questa l’unica spiegazione possibile.

Non sempre le Regioni pagano per disfarsi della spazzatura: spesso quei rifiuti sono venduti semplicemente per trarne un guadagno. I grafici nell’articolo spiegano esattamente questo: quante migliaia di tonnellate di rifiuti vengono comprate e vendute dall’Italia e da ogni singola regione. I dati sono stati suddivisi in due categorie: rifiuti speciali pericolosi (di natura industriale, come ad esempio i rifiuti elettronici e i rifiuti sanitari) e non pericolosi (sostanzialmente i rifiuti domestici, compresi i rifiuti organici).

L’import di rifiuti e dei suoi sottoprodotti

Nel 2016, anno al quale si riferiscono questi dati, l’Italia ha esportato 3,1 milioni di tonnellate di immondizia, di cui il 67,4% (2,1 milioni di tonnellate) costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 32,6% (1 milione di tonnellate) da rifiuti pericolosi.

Ma la notizia paradossale, per un Paese che sembra sempre in crisi da sovrapproduzione di spazzatura, è che sono stati importati più scarti di quanti ne siano stati esportati. Le importazioni si sono aggirate intorno alle 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti, quasi tutti non pericolosi. Quelli pericolosi hanno toccato le 137mila tonnellate, questo significa che si è trattato appena del 2,4% del totale dei rifiuti importati.

Confrontando i numeri dell’export e dell’import di rifiuti in Italia c’è uno scarto di più 3 milioni. La regione che ne vende di più all’estero è la Lombardia: 881mila tonnellate, il 50,8% delle quali costituite da rifiuti non pericolosi. La Lombardia è stata anche la prima regione in termini di import. Nel 2016 ha comprato ben 2,4 milioni di tonnellate di immondizia.

Ci piacciono i rifiuti tedeschi

Il paese dal quale importiamo la maggior quantità di rifiuti è la Germania: 1,1 milioni di tonnellate.  Il 94,3% di queste è di natura metallica e alimenta in particolare le imprese trasformatrici della Lombardia. Quali sono invece i paesi verso cui esportiamo più rifiuti? La risposta ce la fornisce il grafico qui sotto. Anche in questo caso il primo posto è della Germania, verso la quale abbiamo trasferito, nel 2014, 844.590 tonnellate di spazzatura, principalmente di natura industriale.

In seconda posizione c’è la Cina, che accoglie solo rifiuti “non pericolosi” per più di 231mila tonnellate (+12,2% rispetto al 2015). In Cina abbiamo trasferito in particolare carta e cartone e rifiuti metallici.  

L’export e l’import di rifiuti Regione per Regione

Il grafico sotto indica la quantità si rifiuti importati ed esportati da ogni singola regione per tipo di rifiuto (pericoloso o non pericoloso). 

Dopo la Lombardia, al secondo posto tra le regioni che con il maggiore import di rifiuti c’è il Friuli Venezia Giulia: nel 2016 ha accolto ben 1,7 milioni di tonnellate. Colpisce, però, il comportamento della Campania, che, a dispetto di ciò che si potrebbe credere, nel 2016 ha importato 7.905 tonnellate di rifiuti dei quali 436 pericolosi e ne ha esportati 41.699 tonnellate. Anche la Liguria è forte importatrice: 677mila tonnellate nel 2016.

I dati si riferiscono al: 2016

Fonte: Ispra

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