Elezioni amministrative, i sondaggi e i candidati a Milano

I dati aggiornati delle rilevazioni: Sala e Bernardo gli unici veramente in corsa

In un certo senso Milano, la città più moderna e d’avanguardia d’Italia, quella in cui i cambiamenti arrivano prima, sembra essersi fermata agli anni ’90 al più ai 2000, almeno da un certo punto di vista politico. Perché il vento dell’antipolitica, che ha portato altrove candidati outsider o liste al di fuori dalle principali coalizioni, qui non è mai arrivato.

Elezioni amministrative a Milano, le date

Il voto per Palazzo Marino ha sempre visto la sfida tra centrodestra e centrosinistra, con poco spazio per altri. E anche nel 2021 sarà così. Si voterà come a Roma, Torino, Napoli, Bologna e altre città il 3 e 4 ottobre, con le urne che saranno aperte fino alle 15 di lunedì.

E a differenza che a Roma, dove sono 4 i candidati che hanno chance di arrivare al secondo turno, a Milano non sembra esserci storia per altri che non siano i due principali sfidanti, Sala e Bernardo. Non per la rappresentante del Movimento 5 Stelle Layla Pavone, che viene data molto sotto il 10%. Del resto il M5S non ha mai sfondato in città, neanche nei momenti in cui a livello nazionale diventava primo partito e altrove, al Sud, sbaragliava le due principali coalizioni raggiungendo la maggioranza assoluta.

Nel capoluogo lombardo il consenso per Pd, Forza Italia, Lega è stato sempre più forte che in altre città italiane, e anche se a essere candidati sono stati esponenti della società civile o imprenditori fino a quel momento non direttamente impegnati in politica questi sono sempre stati inseriti nell’alveo del centrodestra e centrosinistra ufficiali.

Elezioni amministrative Milano

Elezioni amministrative a Milano, chi sono i candidati

Ad affrontarsi in ottobre saranno quindi Giuseppe Sala, sindaco uscente e candidato di una larga coalizione di centrosinistra, che comprende oltre al Pd la lista personale del primo cittadino, parte della sinistra più radicale che in precedenza aveva appoggiato Basilio Rizzo, ma anche i centristi di Azione, Italia Viva, +Europa, ecologisti, radicali, e Luca Bernardo, direttore del dipartimento di pediatria del Sacco, che ha dietro di sé tutto il centrodestra, quindi Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi per l’Italia.

Oltre a Pavone per i 5 Stelle a sfidare i due vi sarà anche Gabriele Mariani, che rappresenterà la sinistra radicale e gli ambientalisti che non appoggiano Sala. Come outsider di destra anche Gianluigi Paragone, che, eletto nel M5S nel 2018 in Parlamento, ne è uscito per fondare Italexit e raccogliere intorno a sè parte della coalizione sovranista. A Milano sarà sostenuto dagli ex leghisti della prima ora di Grande Nord. Altri candidati, come quelli di Potere al Popolo! o del Partito Comunista o dei socialisti hanno poche possibilità di arrivare all’1%.

I sondaggi sulle elezioni comunali a Milano

Così almeno dicono i sondaggi, che nel caso di Milano vedono in vantaggio Sala. Quelli di fine agosto di Bidimedia vedevano il sindaco uscente al 47,1%, contro il 39,8% di Bernardo, lasciando le briciole agli altri, come Pavone, al 5,1%, o Mariani, al 3,1%, e Paragone, al 2,1%. Per Lab2021 nello stesso periodo invece la distanza tra i due principali concorrenti era minore, con Sala tra il 39,7% e il 43,7% e il candidato del centrodestra tra il 41,5% e il 45,5%.

Più recentemente in settembre Opinio, che svolge rilevazioni per la Rai, si è posta a metà strada tra i precedenti sondaggi, collocando l’attuale primo cittadino in una forbice tra il 44% e il 48%, e Bernardo tra il 38% e il 42%, con Pavone tra il 3% e il 5% e tutti gli altri complessivamente all’8-12%.

Decisamente più netta la previsione di Quorum per il Gruppo Gedi. Si tratta dell’unica indagine demoscopica per cui Sala vincerebbe già al primo turno, con il 51,4%, staccando l’avversario principale, al 37,2% di più di 14 punti. Secondo lo stesso sondaggio l’operato dell’attuale sindaco è del resto giudicato positivamente dal 58,2% dei milanesi. Più simili a quelle di Opinio invece le rilevazioni di Tecnè, per cui il candidato di centrosinistra avrebbe tra il 45% e il 49%, e Bernardo tra il 39% e il 43%.

L’eventuale ballottaggio a Milano

Pochi sondaggi si sono occupati anche dei possibili esiti del ballottaggio tra i candidati alle elezioni di Milano se nessuno raggiungesse il 50%, come del resto è accaduto nelle ultime due elezioni nel capoluogo lombardo. Nell’ultimo mese solo uno, quello di Quorum, che del resto vede Sala vincitore al primo turno, e gli attribuisce un 64,2% nel caso invece dovesse accedere al secondo.

Sono di più quelli che invece hanno sondato il voto ai partiti. Dallo stesso Quorum, che vede il Pd primo con il 27,6%, seguito da Lega e Fratelli d’Italia rispettivamente al 14,3% e all’11,3% a Bidimedia, che a fine agosto dava il Partito Democratico al 24,6% e le due principali forze di centrodestra più forti, ovvero al 16,6% nel caso della Lega e al 14,2%.

Naturalmente avranno molta importanza anche le liste civiche, come succede da una ventina d’anni a questa parte. Quella di Sala per Bidimedia era all’8,7%, due punti più in alto di Forza Italia. Per Ipsos, sempre in agosto, i numeri erano simili. In questo caso vi erano delle forchette, con il Pd che veniva collocato tra il 23,9% e il 27,9%, la Lega tra il 15% e il 18% e Fratelli d’Italia tra l’11,5% e il 14,5%.

I risultati delle elezioni a Milano nel 2016

Quest’ultima rilevazione risulta essere più simile, per la vicinanza delle percentuali dei due sfidanti più importanti, alle elezioni comunali del 2016, quando, come si vede dalla nostra infografica, Sala superò Parisi, che allora correva per il centrodestra, di meno di un punto, avendo ottenuto il 41,7% contro il 40,78%. Dietro di loro Corrado, del Movimento 5 Stelle, ottenne il 10,06%, una percentuale doppia di quella che ora viene attribuita alla candidata pentastellata, ma deludente rispetto ai risultati ottenuti dal movimento in altre città, come a Roma.

Basilio Rizzo prese il 3,56%, mentre Cappato, per i radicali, l’1,88%. Oggi quest’ultimo appoggia Sala. Mardegan con il Popolo della Famiglia arrivò infine all’1,12%, mentre nessuno degli altri arrivò a toccare l’1%. In ottobre questo copione sembra destinato a ripetersi, spostando la vera sfida al ballottaggio, a meno che non intervengano sorprese, che oggi nessuno può comunque escludere

I dati si riferiscono al 2016 e all’estate 2021

Fonte: Comune di Milano (per i risultati 2016)

Leggi anche: Per i sondaggi quelle di Roma sono le elezioni amministrative più incerte

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