I depositi bancari delle famiglie crescono del 4,78%

Le province di Reggio Emilia e Modena sono quelle con i conti correnti più ricchi

Uno degli effetti forse più curiosi della pandemia, si sa, è la crescita senza precedenti dei depositi bancari, ovvero dei soldi che imprese e famiglie hanno depositato in banca, principalmente nei conti correnti.

I depositi bancari si gonfiano a causa del Covid

Curioso perché appare controintuitivo in un periodo di profondissima crisi economica, in cui i lockdown hanno costretto alla chiusura forzata gran parte delle attività commerciali e spesso anche delle aziende. Ma è proprio l’impossibilità di consumare che ha portato le famiglie a conservare più denaro sui conti correnti. Soprattutto in un Paese come il nostro in cui l’economia e i consumi sono più concentrati che altrove sul retail e su bar e ristoranti. 

Il risultato è che secondo la Banca d’Italia i depositi bancari delle famiglie consumatrici sono cresciuti mediamente del 4,78%, una percentuale molto alta rispetto a quelle molto più asfittiche degli anni precedenti. I dati riguardano l’intervallo agosto 2019 e 2020.

depositi bancari

Come si vede dalla nostra infografica si tratta di un incremento che ha interessato tutto il territorio nazionale ma non nella stessa misura.

Spicca la provincia di Modena, in cui è massimo, dell’8,01%, a fronte di una Emilia Romagna che in realtà è vicina alla media nazionale. E poi ci sono i valori superiori a quelli medi italiani delle province più colpite dal virus almeno durante la prima ondata, con un +6,81% a Bergamo, +6,19% a Cremona, +6,3% a Lodi. Qui forse il livello di attenzione e rinuncia ai consumi anche al di fuori del periodo di lockdown è stato più forte.

Più forte l’aumento dei depositi bancari delle imprese

A Sud è a Ragusa che i depositi aumentano di più, del 7,04%, e a Sassari, del 7,09%, in un contesto sardo tra l’altro che appare tra i più vivaci da questo punto di vista.

Ma è la liquidità delle imprese quella che vive la maggiore crescita. Mediamente addirittura del 17,77%. In questo caso i consumi c’entrano solo in parte. Si tratta soprattutto della rinuncia agli investimenti, rinuncia che è avvenuta per l’incertezza sul futuro dell’economia naturalmente, e che lascia il denaro fermo nelle banche. A questo si aggiunga il risparmio che si è originato da un utilizzo generoso e a volte sovrabbondante della Cassa Integrazione.

Nella motor valley emiliana aumentano i depositi bancari

Sono determinanti queste che fanno capire come questo incremento dei depositi bancari non sia una buona notizia per l’economia e le imprese stesse. Lo stop agli investimenti impedisce l’aumento di produttività oltre che l’attività di altre imprese, e la cassa integrazione dovrà essere interrotta alla fine dell’emergenza, con l’inevitabile aumento dei licenziamenti. 

Il boom dei conti correnti a Fermo

In ogni caso a fine agosto gli incrementi maggiori erano quelli che avevano interessato Fermo, con un +51,79%, e Reggio Emilia, +42,38%, con quelle confinanti come Modena e Parma che pure vivono degli aumenti superiori alla media. In generale però questi sono più alti al Sud, soprattutto nelle province più piccole, dove si supera quasi ovunque il 20%.

Sono invece sotto la media quelli nelle Città Metropolitane più importanti, in primis Milano e Roma, ma anche Napoli. Forse influisce la presenza di imprese più grandi e più forti, magari nei servizi più che nell’industria (più diffusa invece in Emilia e Veneto), e che hanno saputo proseguire l’attività e anche gli investimenti. Sono ovviamente tutti dati incompleti però. Una vera analisi sarà possibile quanto tutto sarà finito

I dati si riferiscono al: agosto 2019 – agosto 2020

Fonte: Banca d’Italia

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