Le province di Reggio Emilia e Modena sono quelle con i conti correnti più ricchi
Uno degli effetti forse più curiosi della pandemia, si sa, è la crescita senza precedenti dei depositi bancari, ovvero dei soldi che imprese e famiglie hanno depositato in banca, principalmente nei conti correnti.
I depositi bancari si gonfiano a causa del Covid
Curioso perché appare controintuitivo in un periodo di profondissima crisi economica, in cui i lockdown hanno costretto alla chiusura forzata gran parte delle attività commerciali e spesso anche delle aziende. Ma è proprio l’impossibilità di consumare che ha portato le famiglie a conservare più denaro sui conti correnti. Soprattutto in un Paese come il nostro in cui l’economia e i consumi sono più concentrati che altrove sul retail e su bar e ristoranti.
Il risultato è che secondo la Banca d’Italia i depositi bancari delle famiglie consumatrici sono cresciuti mediamente del 4,78%, una percentuale molto alta rispetto a quelle molto più asfittiche degli anni precedenti. I dati riguardano l’intervallo agosto 2019 e 2020.
Come si vede dalla nostra infografica si tratta di un incremento che ha interessato tutto il territorio nazionale ma non nella stessa misura.
Spicca la provincia di Modena, in cui è massimo, dell’8,01%, a fronte di una Emilia Romagna che in realtà è vicina alla media nazionale. E poi ci sono i valori superiori a quelli medi italiani delle province più colpite dal virus almeno durante la prima ondata, con un +6,81% a Bergamo, +6,19% a Cremona, +6,3% a Lodi. Qui forse il livello di attenzione e rinuncia ai consumi anche al di fuori del periodo di lockdown è stato più forte.
Più forte l’aumento dei depositi bancari delle imprese
A Sud è a Ragusa che i depositi aumentano di più, del 7,04%, e a Sassari, del 7,09%, in un contesto sardo tra l’altro che appare tra i più vivaci da questo punto di vista.
Ma è la liquidità delle imprese quella che vive la maggiore crescita. Mediamente addirittura del 17,77%. In questo caso i consumi c’entrano solo in parte. Si tratta soprattutto della rinuncia agli investimenti, rinuncia che è avvenuta per l’incertezza sul futuro dell’economia naturalmente, e che lascia il denaro fermo nelle banche. A questo si aggiunga il risparmio che si è originato da un utilizzo generoso e a volte sovrabbondante della Cassa Integrazione.
Nella motor valley emiliana aumentano i depositi bancari
Sono determinanti queste che fanno capire come questo incremento dei depositi bancari non sia una buona notizia per l’economia e le imprese stesse. Lo stop agli investimenti impedisce l’aumento di produttività oltre che l’attività di altre imprese, e la cassa integrazione dovrà essere interrotta alla fine dell’emergenza, con l’inevitabile aumento dei licenziamenti.
Il boom dei conti correnti a Fermo
In ogni caso a fine agosto gli incrementi maggiori erano quelli che avevano interessato Fermo, con un +51,79%, e Reggio Emilia, +42,38%, con quelle confinanti come Modena e Parma che pure vivono degli aumenti superiori alla media. In generale però questi sono più alti al Sud, soprattutto nelle province più piccole, dove si supera quasi ovunque il 20%.
Sono invece sotto la media quelli nelle Città Metropolitane più importanti, in primis Milano e Roma, ma anche Napoli. Forse influisce la presenza di imprese più grandi e più forti, magari nei servizi più che nell’industria (più diffusa invece in Emilia e Veneto), e che hanno saputo proseguire l’attività e anche gli investimenti. Sono ovviamente tutti dati incompleti però. Una vera analisi sarà possibile quanto tutto sarà finito
I dati si riferiscono al: agosto 2019 – agosto 2020
Fonte: Banca d’Italia
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