Allarme soldi al terrorismo: 981 segnalazioni in un anno

Gli allarmi delle banche sono decuplicati in soli 10 anni. Ecco tutti i dati di Bankitalia

Le segnalazioni di sospetti casi di riciclaggio di denaro sporco in Italia sono in calo. Lo si vede nella tabella sopra che mostra sia i dati sul riciclaggio, ovvero le segnalazioni ricevute , sia quelle analizzate dalla Banca d’Italia.

I veri dati sul riciclaggio di denaro sporco

Sono soprattutto gli intermediari finanziari, quindi le banche e le Poste, a dover segnalare dei sospetti in caso di transazioni che possano nascondere fini illegali, ma sono tenuti a farlo anche professionisti come commercialisti e notai oppure operatori non finanziari come i compro-oro.

Ebbene, se si guardano i dati sul riciclaggio si scopre che nel 2017 sono state 93.820 le segnalazioni  ricevute, circa 17mila in meno rispetto alle 101.065 del 2016. Di questa massa di segnalazioni, comunque, solo una parte viene analizzata dagli uffici competenti della Banca d’Italia e anche in questo caso si scende parecchio: dalle 103.995 alle 94.018 del 2017.

Il crollo sia delle segnalazioni ricevute che dei casi analizzati si vede in modo ancora più evidente se si considerano i dati in percentuale.

Non solo riciclaggio

Si parla genericamente di dati sul riciclaggio, ma non tutte le segnalazioni riguardano questo specifico reato. Nella tabella sotto vediamo che se il riciclaggio vero e proprio appare in calo, le segnalazioni riguardanti possibili operazioni di finanziamento del terrorismo sono, invece, in aumento.

Le segnalazioni arrivate alle autorità della Banca d’Italia, precisamente all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) erano state 131 nel 2013, scese a 93 nel 2014 e poi salite a 273 nel 2015. Ma è nel 2016 e nel 2017 che c’è stato il decollo delle segnalazioni legate a possibili operazioni di finanziamento del terrorismo internazionale. Gli attacchi, tra l’altro, hanno fatto decollare i costi che i vari Stati europei hanno dovuto sostenere per difendersi.

Probabilmente questi dati sul riciclaggio sono anche l’effetto dell’ondata di attacchi terroristici in Europa e, soprattutto al terrorismo in Francia, che è emerso in tutta la sua gravità dopo gli attentati al Bataclan del novembre 2015. Tanto è vero che subito dopo, cioè nel primo semestre 2016 le segnalazioni sono state più numerose rispetto a tutto il 2015: 305 contro 273. In tutto il 2016 si arrivò a 619, che però sono salite a 981 nel 2017, di fatto più di dieci volte che quattro anni prima, quanto erano solo 93. Solo nel secondo semestre 2017 sono state 506, un record.

Cosa c’entra la voluntary disclosure

Ma il grafico dice anche un’altra cosa. Che le segnalazioni includono anche quelle nelle quali il riciclaggio è probabilmente insito nelle operazioni di voluntary disclosure, ovvero quello strumento che è stato “inventato” nel tentativo di far emergere capitali e patrimoni, in particolare all’estero. Si trattava, nella prima versione partita nel gennaio 2015, di ottenere uno sconto della metà sulle sanzioni per le mancate dichiarazioni fino al settembre 2014, e nella seconda versione, dal febbraio al luglio 2017, per quelle relative al periodo fino al settembre 2016.

Chiaramente si tratta di manovre una tantum che hanno dato luogo a un aumento straordinario delle segnalazioni di possibile riciclaggio in particolare nel 2016, quando furono legate alla voluntary disclosure, 21.098 “alert”, in crescita rispetto alle 5.849 del 2015. C’è stato poi un calo a soli 6.112 nel 2017.

Trattandosi di circostanze straordinarie si possono estrapolare le segnalazioni di questo genere e così osservare come in realtà quelle “regolari”, non legate alla voluntary disclosure, sono in aumento, sono state 87.708 nel 2017, in crescita rispetto alle 79.967 del 2016 e alle 76.579 del 2015.  

Da dove vengono le segnalazioni

A livello territoriale l’aumento delle segnalazioni è evidente soprattutto al Sud. Di seguito sono incluse tutte, anche quelle collegate alla voluntary disclosure. Ecco tutti i dati provincia per provincia.

 

A Crotone c’è stata la crescita maggiore, +60,9%, seguita da Vibo Valentia, +49,2%. Delle prime 10 province per aumento 6 sono del Sud. Dopo Vibo Valentia c’è per esempio Siracusa, con un incremento del 45,3%, e ancora Ragusa, Benevento Reggio Calabria. Al quarto posto la toscana Prato, +30,6% e poi Frosinone, +29,6%. Solo al decimo posto vi è la provincia del Nord con il maggiore aumento, Rovigo, con il suo +26,9%Al contrario sono settentrionali tutte le prime 10 con un maggior calo delle segnalazioni, con Sondrio, -43,1%, Verbano Cusio Ossola, -34,4%, Varese, -31,7%. A Milano si osserva un decremento del 27,3%.

La ricchezza e il riciclaggio

E’ evidente qui l’influenza della diminuzione delle segnalazioni legate alla voluntary disclosure, uno strumento usato soprattutto al Nord, e in particolare vicino ai confini, trattandosi spessissimo di capitali spostati all’estero. E ne è dimostrazione il crollo del 65,1% delle segnalazioni relative a movimenti riguardanti l’estero, da 5.640 del 2016 a 1.969 del 2017.

Per sapere dove, esattamente, i dati sul riciclaggio segnalano l’esistenza di una vera emergenza, la Banca d’Italia ha costruito una mappa, che misura le segnalazioni per 100mila abitanti, per avere un confronto più omogeneo. Eccola.

dati sul riciclaggio

Ed è evidente che effettivamente nelle province più ricche, più attive a livello economico ed industriale, vi sono più sospetti di riciclaggio, quindi da Torino a Milano, a Bergamo, a Brescia, e quasi tutto il Veneto, con più di 70 segnalazioni per 100mila abitanti, e poi l’Emilia e il Nord della Toscana, Roma, Caserta, Napoli, Salerno.

Meno segnalazioni invece in aree meno centrali, per esempio al Nord in quelle lungo il Po, da Pavia a Mantova e Ferrara, prevalentemente agricole. E poi quelle lungo la fascia appenninica. Ai minimi Oristano, Carbonia, Nuoro, e poi Enna, Benevento, Rieti, Chieti.

I dati si riferiscono al: 2017

Fonte: Uif-Banca d’Italia

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Il conto degli attacchi terroristici in Europa

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