Auto elettriche: Enel X Way ha il 32,6% delle colonnine

Mercato concentrato: i primi dieci operatori controllano l’86,7% dell’intera rete

In Italia la rete di ricarica per le auto elettriche non è un mercato frammentato, ma un terreno dominato da pochi grandi nomi. Alla data del 30 giugno 2025 i punti di ricarica installati sono 57.915, ma non tutti risultano operativi: le colonnine effettivamente attive sono 51.005, mentre quelle non attive ammontano a 6.910, pari all’11,9% del totale.

All’interno della rete attiva, la concentrazione è altissima. Ben 39.188 colonnine appartengono a cinque soli operatori, che da soli controllano il 76,8% della capacità nazionale. Se si estende lo sguardo ai primi dieci player, la quota sale a 44.246 punti di ricarica, cioè l’86,7% del mercato. In altre parole, l’intero resto del settore – composto da decine di aziende più piccole – deve spartirsi appena 6.759 colonnine attive, una quota marginale che conferma la natura oligopolistica del comparto.

Enel X Way domina rete ricarica nazionale

Al vertice della classifica c’è Enel X Way, con 16.630 colonnine attive su 20.405 installate. Il dato equivale al 32,6% della rete nazionale, cioè quasi una colonnina su tre porta il suo marchio. Il tasso di attivazione si ferma però all’81,5%, a indicare che una parte consistente delle infrastrutture non è ancora utilizzabile. A certificare questa fotografia sono i dati diffusi da Unrae, elaborati sulla base del censimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che con cadenza trimestrale aggiornano lo stato dell’infrastruttura in Italia.

Ricarica auto, i dieci leader italiani

Guardando i numeri, la graduatoria degli operatori mette in evidenza un mercato dove le distanze tra i primi posti sono marcate. Enel X Way guida la classifica con 16.630 colonnine attive su 20.405 installate: significa che quasi una su tre delle infrastrutture italiane porta il suo marchio. Tuttavia, la percentuale di attivazione si ferma all’81,5%, segnale che una parte consistente della rete non è ancora disponibile.

Alle sue spalle si colloca Be Charge (Plenitude), che conta 15.683 punti attivi su 17.131 installati. In questo caso la quota di attivazione raggiunge il 91,5%, un valore nettamente superiore a quello di Enel X Way. In altre parole, pur con una rete meno estesa, Be Charge riesce a garantire una disponibilità effettiva più elevata.

Al terzo posto c’è A2A eMobility con 3.133 colonnine operative su 3.465, per un tasso di attivazione del 90,4%. Più distanziati compaiono Go Electric Stations con 2.178 punti attivi (85,6% di attivazione) e Neogy, che con 1.564 colonnine mostra una rete completamente operativa (100%).

Nella parte bassa della top ten i numeri sono più contenuti ma comunque rilevanti. Eviva mette a disposizione 1.110 punti con un tasso dell’85,1%, Atlante ne conta 1.088 con il 96,7% di attivazione, Acea Energia raggiunge 1.027 colonnine ma con la percentuale più bassa, pari al 74,6%. A seguire, Duferco con 985 punti (90,5%) e Free To X, che con 848 colonnine registra un tasso del 100%.

Auto elettriche: cresce la rete colonnine

Il quadro nazionale mette in evidenza un’infrastruttura in crescita costante. Al 30 giugno 2025 in Italia risultano installate 57.915 colonnine, con un aumento di 2.842 unità rispetto al trimestre precedente, pari a un incremento del 5,16%. Non tutte, però, sono immediatamente disponibili: le colonnine effettivamente operative sono 51.005, mentre quelle non attive restano 6.910.

Chi si chiede quante colonnine siano davvero accessibili vicino a casa, al lavoro o lungo le tratte più frequentate trova la risposta nel tasso di attivazione. In tre mesi è passato dall’84,8% all’88,1%, segno che il divario tra punti installati e punti utilizzabili si sta riducendo. Resta però il dubbio che accompagna molti automobilisti: affidarsi esclusivamente alla rete pubblica o installare una wallbox privata (un punto di ricarica domestico, magari in garage)? I dati dicono che la rete cresce, ma il vantaggio di avere un punto di ricarica domestico resta evidente per chi vuole muoversi senza incertezze.

Ricariche sempre più rapide

Non tutte le colonnine sono uguali: la vera differenza la fa la potenza, che determina in quanti minuti o ore un’auto riesce a completare la ricarica. Le Quick, con potenza compresa tra 7,1 e 22 kW, sono le più numerose con 22.186 punti pari al 43,5% del totale. Servono in media qualche ora per ricaricare completamente la batteria, e sono quindi più adatte alle soste lunghe, come nei parcheggi aziendali o sotto casa. Subito dietro ci sono le Fast, tra 22,1 e 50 kW, con 18.450 colonnine (36,2%). Con questa potenza i tempi si accorciano sensibilmente: una ricarica completa richiede in genere meno di due ore, rendendole molto utilizzate nei centri urbani e lungo le strade extraurbane.

La vera svolta per chi non vuole perdere tempo arriva con le colonnine ad alta potenza. Le Ultra Fast, tra 50,1 e 150 kW, hanno raggiunto 5.320 punti (10,4% del totale), con una crescita del 16,5% nell’ultimo trimestre. Consentono di ricaricare gran parte della batteria in meno di mezz’ora. Ancora più performanti le High-power, sopra i 150 kW, oggi 1.718 in tutta Italia (3,4% del totale, +25%). Con queste si può arrivare a un’autonomia di centinaia di chilometri in pochi minuti, trasformando la sosta in un vero e proprio “pieno lampo”.

ricarica auto elettrica

Colonnine, cresce la ricarica super veloce

Il mercato delle colonnine non cresce tutto allo stesso ritmo: alcune tipologie corrono molto più velocemente di altre. Le Ultra Fast, tra 50,1 e 150 kW, hanno registrato un incremento del 16,5% rispetto al trimestre precedente, arrivando a quota 5.320 punti. Ancora più impressionante è il balzo delle colonnine High-power, quelle sopra i 150 kW, che con 1.718 installazioni hanno segnato una crescita del 25% in pochi mesi.

Le colonnine Quick, tra 7,1 e 22 kW, sono aumentate del 12,7%, toccando quota 22.186 e confermandosi la categoria più numerosa. Molto più contenuto, invece, l’andamento delle Fast (22,1–50 kW) e delle Slow (0–7 kW), entrambe cresciute del 3,3%: rispettivamente a 18.450 e 3.331 punti. Numeri che raccontano una tendenza chiara: il mercato sta puntando con decisione sulla ricarica veloce e super veloce, perché la sfida del futuro sarà ridurre i tempi di sosta al minimo.

Auto elettriche, ricariche solo al Nord

La mappa delle colonnine racconta bene dove l’auto elettrica sia più semplice da usare. Su 51.005 punti attivi, il 36,2% si trova nel Nord-Ovest e il 24,5% nel Nord-Est. In pratica, sei colonnine su dieci sono concentrate tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il Centro si ferma al 19,1%, mentre al Sud la quota scende al 12,7% e nelle Isole al 7,4%.

Chi si chiede se l’auto elettrica sia adatta a viaggi lunghi o alle vacanze trova nei dati un ostacolo evidente. In un Paese abituato da sempre a muoversi lungo l’asse Nord–Sud, per lavoro o per tornare a casa durante le feste, la spaccatura territoriale pesa: partire da Milano o Bologna significa avere ampia scelta di punti di ricarica, mentre scendere in Calabria o in Puglia o attraversare la Sicilia può trasformarsi in un percorso a tappe forzate. Tutto troppo complicato.

Lombardia leader colonnine, Molise in coda

Il baricentro della rete di ricarica italiana resta nelle regioni più grandi e industrializzate. La Lombardia guida la classifica con 12.207 colonnine attive, un numero che da solo rappresenta quasi un quarto di tutto il Nord-Ovest. Alle sue spalle il Piemonte con 6.007 punti, seguito dal Lazio con 5.737, unica regione del Centro a entrare tra le prime cinque. A completare il gruppo ci sono il Veneto, con 5.336 installazioni, e l’Emilia-Romagna con 4.897.

Messe insieme, queste cinque regioni sommano 34.184 colonnine, cioè oltre due terzi della rete nazionale. La sproporzione è evidente: la Lombardia da sola ha quasi il doppio del Lazio e più del triplo dell’Emilia-Romagna. Ma il confronto diventa ancora più marcato se si guarda al fondo della classifica: in Molise ci sono appena 246 punti, contro i 347 della Basilicata e gli 892 di Umbria e Calabria. Diverso invece il caso della Valle d’Aosta: con 657 colonnine il dato assoluto è basso, ma in rapporto alla popolazione e al territorio si tratta di un’infrastruttura piuttosto capillare, segno che anche le regioni più piccole possono giocare un ruolo importante nella mobilità elettrica.


Fonti: Unrae, elaborati sulla base del censimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
I dati sono aggiornati al: giugno 2025