Servono per aiutare il regime di Erdogan a centrare i target in vista dell’adesione alla Ue
Per motivi politici, economici, sociali… insomma: per mille motivi è più che probabile che la Turchia non entrerà mai a far parte dell’Unione europea. Eppure… eppure l’Europa continua a concedere soldi al regime di Erdogan come se l’adesione fosse usa cosa già stabilita.
Quanti soldi l’Europa darà alla Turchia
Nel grafico sono indicati i soldi che l’Europa ha stabilito di concedere al regime di Ankara tra il 2014 e il 2020 sotto il “cappello” legislativo è chiamato IpaII, “Instrument for Pre-accession Assistance”. Cioè: soldi per aiutare la Turchia a centrare i target richiesti per l’adesione. Si tratta in totale di 4 miliardi e 454 milioni di euro, che verranno tutti concessi entro i prossimi 4 anni, suddivisi in diversi capitoli.
Il capitolo più importante è quello che riguarda le riforme, anche politiche: l’Europa “incentiva” queste riforme concedendo più di 1,5 miliardi di euro. Vengono concessi altri 1,5 miliardi per aiutare lo sviluppo socio-economico e politiche sociali per abbattere drasticamente la quota di poveri che vive nel Paese. Poco meno di un miliardo andrà all’agricoltura mentre, infine, 435 milioni sono destinati all’istruzione.
Dove finiscono i soldi alla Turchia
Al di là del tema dell’adesione, che è ancora in alto mare, il punto da tener presente è che in passato i soldi alla Turchia concessi dall’Europa per gli stessi scopi sono letteralmente scomparsi. Nel senso che il Paese non ha ancora sviluppato un sistema di controllo e registrazione delle spese che possa permettere di capire dove sono andati a finire i soldi europei e quali siano stati i risultati concreti. Fuori da questi calcoli occorre ricordare anche gli 1,6 miliardi che l’Europa ha concesso alla Turchia sotto forma di linee di credito. Sempre con l’obiettivo dell’adesione del Paese alla Ue.
I dati si riferiscono al: 2014-2020
Fonte: Commissione europea
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