Ad Anchorage si parla di guerra in Ucraina e il futuro dei rapporti Usa–Russia
Venerdì 15 agosto 2025 Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno alla base militare congiunta Elmendorf-Richardson di Anchorage, in Alaska. La Casa Bianca ha definito il vertice, richiesto da Putin, un “esercizio di ascolto”. Secondo Trump, l’obiettivo è capire le intenzioni del leader russo e valutare possibili strade per mettere fine alla guerra in Ucraina, in corso da oltre tre anni. Il presidente americano si è detto aperto a discutere uno “scambio di territori” tra Russia e Ucraina, ipotesi respinta da Kiev dal presidente Volodymyr Zelensky.
Trump e Putin si sono già incontrati a porte chiuse: nel 2018, a Helsinki, hanno parlato per oltre due ore. Ora si preparano a un nuovo vertice in un contesto molto diverso, con gli Stati Uniti che negli ultimi anni hanno sostenuto Kiev con miliardi di dollari in aiuti finanziari, umanitari e militari. Trump ha indicato la fine della guerra come priorità sin dalla campagna elettorale e, oltre al conflitto, lascia intravedere l’intenzione di discutere anche altri temi con Mosca, compresi possibili aspetti commerciali.
Quanti soldi ha dato l’America all’Ucraina
Negli ultimi tre anni di guerra, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina il più alto volume di aiuti in termini assoluti. Tra il 2022 e il 2024, Washington ha versato 114,15 miliardi di euro: 46,60 miliardi per il sostegno finanziario, 3,42 miliardi per scopi umanitari e 64,13 miliardi per l’assistenza militare, principale voce dell’impegno americano. Gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev un arsenale diversificato che comprende sistemi di difesa aerea, carri armati, veicoli blindati, obici e artiglieria missilistica, oltre a mine, armi leggere e relative munizioni.
La “crisi degli aiuti” tra metà 2023 e inizio 2024 ha segnato un calo netto del flusso di fondi, quando il Congresso degli Stati Uniti ha bloccato le nuove erogazioni. Il taglio ha colpito in modo particolare il sostegno finanziario e umanitario. Gli aiuti militari sono rimasti stabili, mentre quelli non militari si sono fermati per nove mesi. Alla fine del 2024, il flusso è ripartito con un prestito straordinario di 20 miliardi di dollari, ottenuto dai beni russi congelati.
Nel 2022 gli Stati Uniti hanno investito oltre 1,89 miliardi di euro in assistenza umanitaria, indirizzando la maggior parte dei fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid). Nel 2023 la cifra è scesa a 0,65 miliardi di euro e nel 2024 è tornata a 0,87 miliardi di euro. Dopo l’insediamento, Trump ha attaccato l’Usaid accusandola di sprechi e inefficienze. Ha affidato temporaneamente la guida dell’agenzia a Elon Musk, che ha avviato tagli alla spesa pubblica partendo dai programmi ritenuti non in linea con gli interessi nazionali.

Soldi Usa all’Ucraina, che cosa ha fatto l’Europa
Chi ha versato più soldi all’Ucraina, gli Usa o l’Europa? Se si mette da parte il fatto che gli Stati Uniti rappresentano un singolo Paese e l’Europa un intero continente, i fondi destinati alla sicurezza e alla difesa di Kiev risultano quasi identici, anche se in alcuni ambiti l’Europa prevale. Sul fronte degli aiuti militari, la distanza è minima: l’Europa ha stanziato 61,98 miliardi di euro, gli Stati Uniti 64,13 miliardi. Negli aiuti finanziari e umanitari, invece, l’Europa distanzia nettamente Washington, con 70 miliardi di euro contro poco meno di 50 miliardi.
Guardando alle prestazioni dei singoli paesi europei al primo posto c’è la Germania che ha stanziato un totale di 17,26 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina, mentre il Regno Unito ha contribuito con 14,81 miliardi di euro. La Danimarca ha donato 8,03 miliardi di euro e l’Olanda ha stanziato 5,76 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’Italia, il totale degli aiuti ammonta a 2,26 miliardi di euro, suddivisi in 0,41 miliardi di euro per gli aiuti finanziari, 0,48 miliardi per quelli umanitari e 1,37 miliardi per gli aiuti militari. La Francia, pur essendo una delle principali economie europee, e tra i paesi con un ruolo particolarmente attivo dal punto di vista diplomatico, ancor più dopo gli screzi Trump- Zelensky ha stanziato solo 4,89 miliardi di euro, di cui solo 3,5 per gli aiuti militari.
Ma rispetto a Pil chi ha donato di più?
Per capire l’importanza dell’aiuto degli Stati Uniti serve guardare oltre i valori assoluti. Tra il 2022 e il 2024, Washington ha destinato all’Ucraina l’equivalente dello 0,53% del proprio Pil del 2021 in aiuti bilaterali. Questa quota supera nettamente quella di molti donatori europei. La Germania, ad esempio, si è fermata allo 0,4%.
Il dato della Germania risulta particolarmente significativo. Berlino ha stanziato fondi in modo più rapido e consistente per liberare il Kuwait nel 1990/91 rispetto a quanto ha fatto per sostenere l’Ucraina. Tra il 2022 e il 2024, gli aiuti tedeschi all’Ucraina hanno rappresentato lo 0,4% del PIL tedesco del 2021. Nel 1990/91, invece, il contributo per il Kuwait ha raggiunto lo 0,6% del PIL tedesco.
I Paesi baltici e nordici hanno invece destinato una quota del Pil molto più alta rispetto agli Stati Uniti. L’Estonia e la Danimarca hanno allocato oltre il 2,5% del loro Prodotto Interno Lordo. La Lituania e la Lettonia hanno contribuito con circa il 2%. In confronto, Francia, Italia e Spagna hanno stanziato molto meno: solo lo 0,1% del Pil all’anno nel periodo 2022-2024.

Fine degli arsenali, ora tocca alle industrie
La guerra tra Russia e Ucraina si trasforma sempre più in un conflitto sostenuto dalla produzione industriale di armi. All’inizio, gli Stati Uniti inviavano aiuti militari attingendo in gran parte ai propri arsenali. Con il prolungarsi del conflitto, la domanda di nuovi equipaggiamenti cresce e l’industria aumenta in modo significativo la produzione diretta. Nel 2023 e nel 2024 gli Stati Uniti hanno ordinato oltre il 60% dei loro aiuti militari direttamente all’industria. Nei primi mesi del conflitto la quota superava il 90% dalle scorte nazionali conservate in arsenali e basi militari. Con il 48% degli aiuti militari ormai legato a nuovi ordini industriali, Washington è diventata uno dei principali acquirenti di armi direttamente dalla produzione.
I dati si riferiscono al: 2022-2024
Fonte: Kiel Insititute for the World Economy


