Valutazione opere d’arte ecco le 10 più costose del mondo

Leonardo batte tutti. Ma un (probabile) Caravaggio è stato valutato 1.500 euro

Riuscire a dare una valutazione delle opere d’arte è un’operazione decisamente difficile. Eppure, è su questo che tutto il mercato dell’arte si fonda. Case d’asta, musei, esperti, storici dell’arte, privati e grandi fondi d’investimento, sono tante le figure chiamate a questo difficile compito. E a volte si commettono sbagli con rivelazioni che fanno schizzare i prezzi di quel che fino al giorno prima veniva venduto come semplice pezzo d’arredo.

Il Caravaggio conteso anche da Sgarbi

È quanto successo in questi giorni con un Ecce Homo pronto a essere battuto a 1.500 euro. Tutto normale, se non fosse che qualche ora prima dell’inizio è stato ritirato dal catalogo per l’ingente quantità di offerte arrivate. Mercanti e grandi critici, tra cui Sgarbi, hanno cercato improvvisamente di portarsi a casa il quadro per un semplice motivo: molto probabilmente si tratta di un originale di Caravaggio. Ora ovviamente la critica è divisa, ma nella storia non è l’unico caso. Ecco i numeri, la storia e i prezzi delle opere d’arte più costose di sempre.

La valutazione delle opere d’arte più costose

Tra le opere d’arte più costose di sempre troviamo come primo della lista il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci. Un’opera che ha toccato il record assoluto di 450 milioni, ma con una storia venuta a galla solo qualche decennio fa e su cui ancora oggi si discute. Nel 2005 l’opera veniva acquistata per appena 1.175 dollari da un mercante newyorchese che lo manda a restaurare. La restauratrice, Dianne Modestini, inizia a collezionare alcuni indizi che rimandano a Leonardo e decide di comunicare la mondo questa sensazionale scoperta. Il mondo della critica non è pienamente convinto, ma il dubbio si insinua e passa da numerose mani, dal Vaticano ai Bush, da privati arabi a imprenditori cinesi.

La valutazione opere d’arte di Christie’s

Nel 2017 ad un’asta di Christie’s viene presentata l’opera come un originale del maestro italiano e a colpi di battute da 20 milioni se lo aggiudica Bin Salman, un membro della famiglia reale saudita. Ancora oggi lo sceicco non dichiara ufficialmente di esserne il proprietario e lo custodisce la filiale del Louvre di Abu Dhabi, che però non ne dichiara l’originalità.

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L’espressionismo astratto è la corrente più redditizia

Tra le prime dieci opere d’arte più costose di sempre, però, non troviamo solo opere antiche. Anzi, la maggior parte appartiene al XX secolo. Seconda in classifica c’è Interchange, un’opera di Willem de Kooning, uno dei massimi esponenti dell’Espressionismo astratto e in particolare dell’action painting newyorchese. Della stessa corrente troviamo anche Number 17a di Pollock venduta a 200 milioni e il No. 6 di Mark Rothko, venduta a 186 milioni di dollari. Insomma, l’Espressionismo astratto sembra essere finora la corrente artistica più redditizia della storia.

Gli sceicchi primi investitori nel mondo dell’arte

Tornando al podio delle opere d’arte più costose mai vendute, in terza posizione ci sono I giocatori di carte di Paul Cezanne, realizzato nel 1893 e venduto a 250 milioni di dollari. Quest’ultimo, insieme al Nafea Faa Ipoipo di Gauguin che ora occupa la quarta posizione a 210 milioni, ha a lungo mantenuto il primato di quadro più costo della storia, almeno fino al 2017, anno dell’eccezionale battuta d’asta del Salvator Mundi. Ma non è l’unica cosa che accomuna questi quadri.

Il record alla famiglia del Qatar

Infatti, il record dei 250 milioni di dollari fu possibile grazie alla famiglia reale del Qatar, intenta ad esporlo al museo di Doha. Ugualmente, il quadro di Gauguin fu venduto nel settembre 2014 in una transazione privata tra il collezionista svizzero Rudolf Staechelin, ex esperto della casa d’aste Sotheby’s, e lo sceicco Tamim Bin Hamad Al Thani, l’emiro del Qatar. A giudicare dalla storia di questi due importanti quadri e del Salvator Mundi, sembrerebbe che le opere d’arte più importanti siano in mani arabe.

I quadri più costosi della storia

A chiudere la classifica ci sono Klimt, Rembrandt e un altro italiano, Amedeo Modigliani. Il Nu Couchè del livornese è in decima posizione con una battuta d’asta di 170 milioni di dollari. Insomma, se è vero che chi investe nell’arte lo fa anche per mettere al sicuro grandi capitali in beni di per sé inestimabili, è altrettanto vero che stiamo parlando di un mondo decisamente instabile. Scoperte, mode e buchi nell’acqua condizionano il valore economico di questi oggetti da cifre stratosferiche a poco più di semplici oggetti d’arredo. E la differenza è tutta dettata dal lavoro di critica che un entourage di esperti mette in pratica dietro le quinte.

Chi dà una valutazione delle opere d’arte

La valutazione delle opere d’arte viene effettuata da diversi professionisti e istituzioni, a seconda del contesto e dello scopo della valutazione. Lo possono fare, per esempio, le case d’asta come Sotheby’s, Christie’s, Phillips e Bonhams che hanno esperti specializzati nella valutazione di opere d’arte e che stabiliscono il valore di mercato di un’opera in base a fattori come autore, periodo storico, provenienza, stato di conservazione e tendenze del mercato. Poi ci sono i periti d’arte certificati: sono esperti indipendenti che eseguono perizie per collezionisti, musei, tribunali e assicurazioni. Possono essere iscritti agli albi professionali delle Camere di Commercio o a istituzioni come il Collegio Periti Italiani. Hanno un profilo più accademico gli specialisti e i curatori di musei che esaminano un’opera dal punto di vista storico e stilistico, determinandone autenticità e rilevanza culturale.

Poi, naturalmente, ci sono le gallerie e i mercanti d’arte che valutano le opere per stabilire il prezzo di vendita nel mercato privato dato che la loro esperienza nel settore permette di comprendere la domanda e il valore commerciale delle opere. A stabilire le caratteristiche di un’opera d’arte sono anche i restauratori e i laboratori di diagnostica per i beni culturali (come il Centro di Ricerca per i Beni Culturali di Firenze) che utilizzano tecnologie avanzate come la fluorescenza ai raggi X e la spettroscopia infrarossa per verificare materiali, pigmenti e tecniche di esecuzione, aiutando nella valutazione.

Infine le compagnie assicurative e alcune banche specializzate effettuano valutazioni per determinare il valore assicurativo di un’opera d’arte, utile in caso di furto, danno o transazioni finanziarie ma anche come servizio aggiuntivo che offrono ai propri clienti.

I dati si riferiscono al: 2021

Fonte: Business Insider, the New Yorker

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