Le (troppe) tasse sulla bolletta del gas

bolletta del gasTolte le imposte, il gas italiano costerebbe meno che altrove. Il conto salato per le imprese

Il grafico riporta il confronto tra i prezzi del gas per uso domestico nel 2014 e nel 2015: sono in calo anche in Italia. Non come in Lituania o in Danimarca, ma comunque la bolletta del gas cala più della media europea. Una buona notizia?

A dire il vero i prezzi del gas naturale comprensivi di imposte per i consumatori domestici italiani sono più alti della media dell’area euro. Se togliessimo le imposte tornerebbero allineati.

La bolletta del gas in Italia è salatissima

Il prezzo del gas per le famiglie europeeIl grafico qui sopra mostra i prezzi finali del gas naturale per usi domestici per i principali Paesi europei. Per la classe di consumo più bassa (colonne a sinistra) il prezzo italiano (sempre in verde), comprensivo delle imposte, è inferiore solo a quello francese. Nella seconda classe (colonne al centro), Spagna e Italia si contendono il primato. Infine nella classe dei consumatori più grandi (colonne a destra), il prezzo medio italiano risulta il più elevato, come negli anni scorsi

Sulla bolletta del gas il peso di troppe tasse

Sul prezzo finale del gas grava la componente fiscale, che non è necessariamente legata alle dinamiche di mercato. E così se anche i prezzi del gas per uso domestico sono diminuiti, seguendo la diminuzione del mercato all’ingrosso, tuttavia il prezzo in Italia resta appesantito dalla componente fiscale più che altrove. I numeri infatti confermano il maggior peso dell’incidenza del fisco sui consumatori di gas italiani rispetto a quanto accade negli altri paesi.

Le piccole imprese pagano cara la bolletta del gas, le grandi no

Nel 2015 si conferma la situazione già rilevata negli anni precedenti, per cui le imprese italiane più piccole (con consumi annui fino a 263.000 m3) pagano per il gas il costo più elevato della media dei paesi dell’area euro, mentre quelle più grandi pagano prezzi più convenienti.

bolletta del gas

Il grafico sopra mostra i prezzi finali del gas naturale per usi industriali, al lordo delle imposte, nei i principali paesi europei. Il confronto conferma che per le prime due classi di consumo i prezzi finali italiani (colonne verdi) sono i più elevati, mentre sono i più bassi nelle classi successive (fatta eccezione per la classe più grande nella quale la Francia batte l’Italia al ribasso).

Insomma, se si parla di grandi imprese, quelle con consumi superiori a 263.000 al metro cubo, noi siamo più competitivi di Spagna, Germania e Regno Unito. Per le piccole imprese invece è il contrario: spenderebbero di meno all’estero. Il motivo? Le imprese più piccole sono gravate da imposte più elevate rispetto alla media dell’area euro, mentre quelle più grandi (con consumi oltre 263.000 m3) beneficiano della condizione opposta.

In dettaglio, la prima classe presenta un’incidenza delle imposte pari al 46,9% che supera di 12,6 punti la media dell’Area euro, mentre la seconda classe con il 39,4% supera tale media di 4,4 punti. I risultati si invertono a partire dalla terza classe, che con il 19,5% presenta un carico fiscale inferiore di 11,6 punti alla media dell’Area euro. Differenziali ancora più favorevoli si riscontrano per la quarta classe (18,1 punti, 10,3% contro 28,4%) e per la quinta classe (18,7 punti, 8,7% contro 27,4%).

Cala (di poco) il costo del gas per le imprese

il costo del gas per le piccole imprese italiane

Il grafico mostra la variazione in percentuale (2015-2014) dei prezzi finali del gas naturale per usi industriali, al lordo delle imposte, per consumi annui compresi tra 2,63 e 26,27 metri cubi.  In Italia i prezzi finali al lordo delle imposte presentano un calo del 7,6%, allineato alla media europea (-7,8%). Una diminuzione ancora maggiore di quella italiana ha riguardato la Germania (-8,5%) e la Spagna (-9,8%), mentre il Regno Unito mostra la variazione minore (-1,9%). La figura riporta la dinamica del Brent e del prezzo del gas alla piattaforma TTF, quali termini di paragone.

I dati si riferiscono al: 2014 – 2015

Fonte: Eurostat, Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico

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