Il panorama finanziario europeo sta vivendo una trasformazione notevole. Se fino a pochi anni fa le criptovalute rappresentavano un asset riservato a una minima parte di investitori, oggi sono una risorsa sempre più considerata nelle scelte di investimento di milioni di persone. Tuttavia, mentre il mercato evolve rapidamente, molte banche sembrano incapaci di tenere il passo. L’adozione delle criptovalute da parte dei consumatori europei sta infatti superando la capacità di risposta delle istituzioni finanziarie tradizionali, aprendo alcuni interrogativi sul futuro del settore bancario che si trova davanti a un bivio: adattarsi o rimanere indietro.
Criptovalute: una domanda in crescita
Secondo un recente report di Bitpanda Technology Solutions (BTS) in collaborazione con Zeb Consulting, l’Europa rappresenta una delle opportunità più grandi per l’adozione degli asset digitali. Con un mercato di circa 25.000 miliardi di euro in asset liquidi e 411 milioni di investitori privati e istituzionali, l’adozione delle criptovalute sta registrando tassi di crescita sorprendenti. Attualmente, circa 1 investitore retail su 7 detiene criptovalute, con un 12% degli investitori retail che prevede di investire in criptovalute in futuro.

Questi dati indicano una trasformazione nelle scelte di investimento, dove sempre più persone sono interessate a comprare criptovalute non soltanto per scopi speculativi (31% circa), ma come parte di una strategia di diversificazione del portafoglio (35% circa) e crescita a lungo termine (43% circa).
Le banche sotto pressione: tra domande insoddisfatte e offerta limitata
Nonostante questa crescita nell’interesse verso le criptovalute, le banche tradizionali europee sembrano incapaci di soddisfare adeguatamente le richieste degli investitori. Secondo il report, meno del 50% delle banche offre attualmente servizi legati alle criptovalute, un dato che sottolinea l’inadeguatezza dell’offerta bancaria rispetto alla domanda. Questo divario ha spinto molti investitori a rivolgersi a operatori fintech e piattaforme specializzate per la gestione dei propri asset digitali.
Il 30% degli investitori ha dichiarato di preferire l’accesso alle criptovalute tramite operatori bancari regolamentati, ma la mancanza di soluzioni bancarie adeguate sta creando una certa frustrazione. In particolare, il 67% degli investitori retail non ha ancora investito in criptovalute o non ha intenzione di farlo, per via della percezione del rischio e della scarsa conoscenza del settore.
Il cambiamento della percezione e la necessità di regolamentazione
Una parte significativa degli investitori retail sta iniziando a vedere le criptovalute come una classe di asset unica. Il 33% degli investitori considera le criptovalute come un asset diverso e complementare rispetto ad altri investimenti tradizionali, come le azioni o le obbligazioni. Questo cambiamento nella percezione si accompagna però a una persistente preoccupazione per la mancanza di una regolamentazione chiara, con il 19% degli investitori che segnala proprio l’assenza di una normativa ben definita come uno degli ostacoli principali per l’ingresso nel mercato delle criptovalute.
A livello europeo, il nuovo regolamento MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation), che sta entrando in vigore, punta proprio a creare un quadro normativo chiaro per le criptovalute e le piattaforme che offrono servizi legati a queste. Questo rappresenta una grande opportunità per le banche, ma anche una sfida, poiché le istituzioni finanziarie dovranno adattarsi rapidamente per evitare di restare indietro rispetto ai nuovi standard normativi.
Le sfide future per le banche europee
La crescente adozione delle criptovalute sta mettendo le banche europee di fronte a una scelta cruciale: continuare a ignorare il fenomeno, rischiando di perdere terreno tra le nuove generazioni di investitori, oppure adattarsi al cambiamento, con gli investimenti necessari in tecnologia e cultura interna.
Il report indica che solo il 12% delle banche europee ha avviato collaborazioni con fornitori di soluzioni crypto. Questo lascia intravedere un panorama bancario che, se non si adatta rapidamente, potrebbe vedere una concorrenza crescente da parte di fintech innovativi e piattaforme native di criptovalute.


