Voto su Rousseau: vincono i Sì con il 79,3%

Record di votanti. Approvata l’alleanza con il Pd con 63.145 voti. Solo 16.488 i No

L’alleanza con il Pd per far nascere il governo giallorosso è stata approvata dal voto degli iscritti al Movimento 5 Stelle con 63.146 consensi pari al 79,3% dei votanti che, come mostra il grafico sopra, sono stati in tutto 79.634.

Il risultato del voto su Rousseau

Il quesito del sondaggio era esplicito e diretto: «Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo insieme al Partito Democratico e presieduto da Giuseppe Conte?». All’inizio era comparso prima il No del Sì nell’ordine delle risposte, ma poi i responsabili del sito hanno corretto, prima che si aprissero le votazioni.

Nel maggio 2018, al momento di dare il via al governo con la Lega di Salvini, la domanda era radicalmente diversa: gli iscritti alla piattaforma, infatti, dovevano esprimersi non sull’alleanza tra M5s e Lega, ma sul contratto, con la domanda: «Approvi il contratto del governo del cambiamento?». In quel caso c’era stato un plebiscito per il Sì: 94%, anche se come sempre si trattava di una piccolissima parte degli elettori grillini: 42.274 persone contro le 10.522.272 che avevano votato Di Maio e soci alle politiche di marzo.

Cos’è la piattaforma Rousseau

La piattaforma Rousseau è un sito web di proprietà dell’Associazione Rousseau (privata), dove gli attivisti del Movimento 5 stelle possono esprimersi, tramite referendum e consultazioni online, sui temi messi al voto da Di Maio e dai vertici 5 stelle. Su Rousseau vengono anche scelti i candidati alle elezioni. Il presidente di Rousseau è Davide Casaleggio (42 anni), figlio di Gianroberto, che con Beppe Grillo ha fondato il Movimento 5 Stelle. «Piaccia o meno, questa è l’ennesima vittoria di Gianroberto» ha scritto  prima del voto su Facebook Alessandro Di Battista. I tre soci e responsabili principali sono Massimo Bugani, Pietro Dettori ed Enrica Sabatini. Per votare bisogna iscriversi all’area riservata del sito, fornendo tutti i dati personali. Il voto è aperto solo a chi è iscritto alla piattaforma da almeno sei mesi.

Su cosa si è votato

Il grafico sotto mostra gli argomenti sui quali si è votato sulla piattaforma Rousseau nel corso del 2018.

Sono state in tutto 37, quindi una ogni dieci giorni circa, con 235.071 voti totali e 739.069 preferenze espresse. Oltre la metà delle consultazioni sulla piattaforma hanno riguardato la scelta di candidati (per le elezioni politiche, amministrative, ecc.). Al secondo posto ci sono decisioni riguardanti la destinazione dei fondi. Tre sono state le scelte sul lex iscritti, vale a dire su proposte fatte da un iscritto a Rousseau e messe successivamente al vaglio dei votanti.

Democrazia diretta?

Anche se non si hanno dati ufficiali, gli iscritti alla piattaforma presieduta da Davide Casaleggio sono circa 100mila. Se Casaleggio e i 5 stelle si stanno fregiando del «record mondiale di partecipazione online a una votazione politica», non possiamo comunque parlare di democrazia diretta, visto che i partecipanti restano una minima parte dell’elettorato del movimento politico. La linea blu nel primo grafico in alto mostra il numero votanti nei principali sondaggi che si sono tenuti sulla piattaforma nel corso degli ultimi due anni. Come si vede, prima del voto sull’alleanza con il Pd, il record di partecipanti era quello del 30 maggio 2019, quando in 56.127 avevano votato sulla conferma del leader Di Maio dopo la batosta delle Europee (oltre l’80% si è espresso per il sì).

Erano stati 52.417 a votare sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso del sequestro della nave Diciotti: aveva vinto di poco il no, salvando il ministro dell’Interno (e l’accordo gialloverde). Il quesito, come spesso accade, era stato abbastanza cervellotico e faceva capire abbastanza chiaramente in cosa sperasse chi l’ha proposto. Invece che chiedere: «Volete sia concessa l’autorizzazione a procedere?», il sondaggio di Rousseau domandava agli iscritti: «Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti per ridistribuire i migranti nei vari Paesi europei è avvenuto per la tutela di un interesse di Stato?».

I veri problemi di Rousseau

Non è questo l’unico problema di Rousseau: innanzitutto, le identità di chi vota non sono protette da anonimato e la piattaforma ha spesso faticato a proteggersi dagli hacker (era uscito anche il numero di telefono e l’email di Di Maio una volta). Per questo il Garante della privacy ha messo spesso nel mirino Rousseau, multandola di recente di 50mila euro perché «consente di garantire l’integrità, l’autenticità e la segretezza delle espressioni di voto, caratteristiche fondamentali di una piattaforma di e-voting».

Infine c’è il problema, non meno rilevante, della verifica dei voti. Manca un organismo terzo che certifichi i voti, che potrebbero quindi essere manomessi senza problemi. Anni fa, in occasione dell’approvazione dello Statuto e alle ultime Quirinarie, la verifica era stata affidata alla Dnv Gl Business Assurance «in qualità di organismo terzo», una pratica però abbandonata nelle successive elezioni, che ha gettato ulteriori ombre sulla piattaforma.

Spese e guadagni dell’Associazione

Ogni politico 5 stelle deve versare, obbligatoriamente, per statuto, 300 euro al mese a Rousseau. Secondo Il Sole 24 Ore, nel 2018 i proventi dai contributi dei parlamentari hanno raggiunto 699.844 euro.

In tutto, l’Associazione ha incassato 1.254.517 euro (di cui 1.124.540 euro da contributi di persone fisiche, compresi i parlamentari di cui sopra), a fronte di 1.123.990 di spese. I due diagrammi qui sopra dividono gli incassi e le spese dell’Associazione Rousseau dello scorso anno. Nel bilancio 2018 è stato chiuso con un avanzo di gestione di 57.573 euro e con un patrimonio netto positivo di 2.188.

I dati si riferiscono al: 3 settembre 2019 (ore 20)

Fonte: Piattaforma Rousseau

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