Il turismo in Italia è un luogo comune


lavoro nel turismo
Meno del 10% ha un lavoro nel turismo. E le stanze d’albergo sono vuote

La mappa illustra la percentuale di persone che hanno un lavoro nel turismo rispetto al totale della popolazione tra i 16 e i 64 anni, in tutte le regioni dei 28 Paesi dell’Unione Europea, tranne l’Irlanda e la Grecia, Paesi per i quali mancano i dati.

Quante persone hanno un lavoro nel turismo in Italia

I numeri del turismo in Italia dicono che gli addetti al turismo in Italia sono più del 10% solo in Valle d’Aosta e Alto Adige, che condivide le stesse alte percentuali dell’Austria. Salta all’occhio il contrasto tra Corsica e Sardegna: l’isola francese ha una percentuale di addetti al turismo nettamente superiore (>10%) a quella della vicina isola italiana (5%-7%). La maggior parte delle Regioni italiane è nella fascia (5%- 7%), superiore alle media europea del 4,8%, con l’eccezione della Basilicata (3%-5%), che pure, tra coste, natura incontaminata e monumenti un buon potenziale per il turismo balneare lo avrebbe. Significa che tra i problemi del turismo in Italia c’è quello di non sapere produrre un’adeguata offerta, pur avendone tutte le possibilità. Nella fascia 7%-10% ci sono solo Liguria e Provincia Autonoma di Trento.

La classifica degli alberghi pieni
lavoro nel turismo

In media, il 60% dei posti letto negli hotel italiani rimane vuoto. La regione che ha il tasso d’occupazione dei letti più alto è l’Alto Adige (58,4%) seguito dal Lazio (53,7%), che nel 2014 ha beneficiato anche dell’afflusso record di pellegrini da Papa Francesco (+6,7% rispetto al 2013, il turismo religioso continua ad essere un driver importante per l’Italia). Terzo il Veneto 51,6% e quarta la Sardegna (44,3%) battuta anche in questo dalla vicina Corsica (51,5%). La maggior parte delle regioni del Sud si trova nella parte bassa della classifica. Ultima la Sicilia: più di due terzi dei letti disponibili sono rimasti vuoti anche se avrebbe delle grandissime potenzialità per diventare protagonista del turismo culturale in Italia

Ovviamente, si tratta di medie annuali, che non tengono conto della stagionalità di alcuni tipi di turismo, come quello balneare o anche di quello enogastronomico. Ma, come si vede, le regioni di maggiore successo sono quelle che al turismo stagionale (per esempio lo sci in Alto Adige) hanno saputo affiancare altri tipi di offerta sportiva, naturalistica-sostenibile o culturale. E, perché, no, anche un’offerta per chi cerca un turismo d’élite in Italia.

I dati si riferiscono al 2013 per gli addetti al turismo e al 2014 per l’occupazione delle strutture alberghiere
Fonte: Eurostat

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