Amatrice sei anni dopo, spesi 1,8 miliardi

Sono 329 i cantieri aperti. Tra cui un super ospedale

Il 24 agosto 2016, alle 3.36, un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il Centro Italia. Accumoli, Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto vengono completamente distrutte. Un’ora dopo alle 4.33 una nuova scossa, di magnitudo 5.4, colpisce Norcia. Per ricostruire i territori la spesa è stata in tutto di 1,8 miliardi, cosi divisi: per i cantieri dei beni pubblici (scuole, uffici ed edifici del centro storico) 1,5 miliardi, per gli edifici privati 280 milioni. In totale i soldi stanziati fino al 2022 ammontano a 3,2 miliardi. Ma sono stati previsti finora stanziamenti per 13,163 miliardi di euro fino al 2047, come mostra il grafico in apertura.

Negli ultimi tre anni sono stati aperti 485 cantieri, 156 sono giunti a compimento, questo vuol dire che sono ancora aperti 329 cantieri. E’ inoltre quasi completata la costruzione del nuovo ospedale, lì dove priva c’era il nosocomio “Grifoni”. La struttura sarà la più tecnologicamente avanzata dell’Appennino Centrale. Il cantiere è costato 21 milioni di euro, anche la Germania ha contribuito alla costruzione della nuova struttura, in tutto Berlino ha donato 6 milioni di euro.

I terremoti che hanno devastato l’Italia, danni per 23 miliardi e 530 milioni

Il bilancio del sisma è stato pesantissimo in termini di vite umane perdute, di economia sconvolta, di patrimonio culturale devastato. I danni materiali, stimati dalla protezione civile in 23 miliardi e 530 milioni di euro, sono andati ad aggiungersi a quelli, già ingenti, degli ultimi due gravi sismi che hanno colpito l’Italia nel 2009, all’Aquila, e nel 2012, nella pianura padana.

Questo articolo analizza le risorse finanziarie stanziate per far fronte ai tre terremoti che ammontano a 38,8 miliardi tra il 2009 e il 2047. Questo vuol dire che quasi due generazioni saranno segnate dalla ricostruzione post sisma.

Quanti soldi ai terremotati

I numeri della ricostruzione dopo i tre grandi sismi dell’Aquila, di Amatrice e dell’Emilia sono impressionanti. Il grafico qui sotto riassume l’ammontare delle risorse stanziate:

Ma non solo. Tra le risorse assicurate al Centro Italia c’è anche il sostegno dell’Europa: 1,3 miliardi di euro, l’intervento più consistente dalla nascita del Fondo europeo di solidarietà (vedi la seconda parte del nostro servizio in esclusiva). Poi bisogna aggiungere 1,6 miliardi di fondi extra che l’Italia riceverà entro il 2020  da destinare, in parte, anche alle regioni colpite e altri 2 miliardi di prestiti quadro saranno disponibili grazie alla Banca Europea per gli investimenti. Infine altri fondi sono stati erogati direttamente dalla Ue.

Il fatto è che la ricostruzione è letteralmente un disastro, con casette ancora non consegnate e le macerie ancora lì, dove il sisma le ha catapultate. Ognuno dei terremoti analizzati dal documento del Senato ha una propria particolarità, soprattutto quello dell’Aquila e del Centro Italia, ma è difficile sostenere che i soldi siano stati spesi bene se, in entrambi questi casi, le zone colpite non solo non hanno ripreso a vivere, ma non sono state nemmeno messe in grado di sperare di poter ripartire in tempi brevi.

Come abbiamo speso i soldi ai terremotati

In totale, l’85% delle risorse stanziate dopo i tre terremoti è stato destinato alla ricostruzione, l’8% alle attività produttive, il 4% alle pubbliche amministrazione e il 3% a fronteggiare le emergenze. Ma dove sono andati in concreto?

La maggior parte dei finanziamenti, per l’esattezza 33.165 milioni, è servita per la la ricostruzione o il ripristino di infrastrutture e immobili, sia pubblici che privati, mentre il resto degli stanziamenti è stato destinato alla riparazione dei danni subìti dalle attività produttive (3.081 milioni), oppure per fornire un surplus di risorse finanziare agli enti pubblici direttamente coinvolti o impegnati dagli eventi sismici (1.530 milioni).

L’emergenza, però, è costata ancora di più

Un miliardo, invece, è servito per fronteggiare le situazioni di immediata necessità delle popolazioni, dalla disponibilità di cibo e di riparo alle cure mediche e chirurgiche.

terremoto ad amatrice

L’emergenza però è costata molto di più di quello che raccontano i documenti, perché gli oneri sostenuti nelle prime settimane non sono considerati nel rapporto del Senato perché sostenuti dalle varie amministrazioni coinvolte, come la protezione civile, l’esercito o le forze di polizia, che si sono avvalse di risorse già disponibili in bilancio.

I soldi spesi per l’Emilia

A partire dal maggio del 2012 sono state approvate misure per 8,2 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo l’anno per il triennio 2012 – 2014. Negli anni successivi lo stanziamento si è attestato intorno ai 500 milioni per poi stabilizzarsi sui 430 milioni fino al 2025. Tra 2026 e 2047 è prevista una disponibilità complessiva di 9 milioni, cioè 300 mila euro l’anno.

Il 93% delle risorse (7,6 miliardi) è stato destinato agli interventi finalizzati alla ricostruzione e solo il 5% alla ripresa delle attività produttive (380 milioni). Per gli interventi di emergenza, infine, sono stati spesi 2 milioni di euro.

I soldi spesi per  l’Aquila

In favore delle aree colpite dal sisma del 2009 sono stati stanziati complessivamente circa 17,5 miliardi di euro. Quasi la metà delle risorse è stata spesa tra il 2009 e 2013.

In questo caso c’è una chiara prevalenza degli interventi finalizzati alla ricostruzione o al ripristino del patrimonio immobiliare: 15,6 miliardi, quasi il 90% dell’impegno finanziario complessivo. Al sostegno delle attività produttive sono stati invece destinati 213 milioni.

I soldi ai terremotati dell’Abruzzo

La maggior parte dei fondi (75%) è stata destinata alla ricostruzione del patrimonio infrastrutturale e immobiliare.

Rispetto agli altri terremoti del 2009 e del 2012, infatti, nel centro Italia c’è stato un maggior impegno finanziario per la ripresa delle attività produttive danneggiate: 2 miliardi e mezzo, contro i 380 milioni stanziati per la pianura padana e i 213 milioni per l’Aquila.

Quanti sono stati i morti per il terremoto

Il grafico sopra confronta le vittime dei terremoti e i soldi ai terremotati che sono stati stanziati.

Il terremoto a L’Aquila ha fatto 309 morti, oltre 1600 persone ferite e quasi 70 mila senzatetto. La località più devastata fu Onna, piccolo borgo di 350 abitanti, mentre nel capoluogo la zona più gravemente colpita fu il centro storico, che risultò totalmente inagibile.

Il terremoto più forte dopo quello dell’Irpinia

Il terremoto che ha colpito il centro Italia distruggendo Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto  è stato il sisma più forte avvenuto in Italia dopo quello che nel 1980 distrusse l’Irpinia.

I dati sono aggiornati al: 2022

Fonte: Ufficio Valutazione Impatto del Senato

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