Iva sugli assorbenti: ecco le tasse che pagano solo le donne

Versano, senza saperlo, circa 5mila euro di tampon tax. La situazione in Europa

Si chiama Pink tax ed è un ricarico sui prodotti femminili. Qualche anno fa ha suscitato parecchio clamore il caso dei rasoi da donna che, solo per il fatto di essere di colore rosa, costavano l’11% in più rispetto al corrispettivo da uomo. Lo stesso discorso si potrebbe fare su altri prodotti come, come vedremo, per l’Iva sugli assorbenti. A dirlo è Idealo, un servizio di comparazione dei prezzi leader in Europa. Per la società tedesca, che ha analizzato 9 categorie merceologiche presenti sul proprio portale, i deodoranti femminili e i prodotti per il trattamento del viso da donna tendono a costare rispettivamente il 51,1% e il 57,2% in più rispetto ai corrispettivi maschili.

L’Iva sugli assorbenti

Ma la tassa, propriamente tale, più ingente tra tutte le pink tax e sulla quale ancora oggi sono in corso numerose campagne di sensibilizzazione è quella sull’Iva sugli assorbenti. La cosiddetta Tampon tax coinvolge oltre 15 milioni di donne in età fertile che sono costrette a pagare un’Iva sugli assorbenti non come bene di prima necessità, privilegio invece dei rasoi da barba, ma con l’Iva ordinaria al 22%. Contando, inoltre, che una donna durante il periodo di fertilità, che dura in media 450 cicli, consuma tra i 10mila e i 14mila assorbenti, il costo medio si aggira quindi intorno ai 5mila euro a donna.

L’Iva sugli assorbenti ma non sulle lamette

Il grafico sopra mostra la Tampon tax nei vari Paesi europei. Gli assorbenti interni rientrano infatti tra i prodotti parafarmaceutici e come tali sono tassati. Quanto? Dipende. Lo Stato con la tassazione più elevata è l’Ungheria che impone un’Iva sugli assorbenti del 27%. La Grecia prima dei piani di austerità ne aveva una al 13%, oggi schizzata al 24%. Solo a Malta è a zero, mentre in Gran Bretagna l’Iva sugli assorbenti è stata da poco tagliata al 5% (era al 20%), così come in Germania che è passata dal 19% al 7%. In Italia? Come abbiamo detto l’Iva sugli assorbenti è al 22%, come se fosse un prodotto di lusso.

iva sugli assorbenti

Insomma, non solo una donna ha il ciclo ma deve pure pagare una pink tax sui suoi assorbenti.

Non solo l’Iva sugli assorbenti, ecco le altre pink tax

Negli Stati Uniti solo 5 stati su 50 hanno ritirato le tasse sui prodotti sanitari rosa: Maryland, Massachussetts, Minnesota, New Jersey e Pennsylvania. In altri cinque stati (New Hampshire, Delaware, Montana, Alaska e Oregon) non ci sono balzelli e i restanti applicano aliquote tra il 4 e il 9%. Nel resto del mondo gli Stati che garantiscono un’aliquota allo zero percento sono Canada, India, Malesia, Nicaragua, Uganda, Kenya, Tanzania e Trinidad & Tobago.

Perché i prodotti per donna sono più costosi

Lo Stato della California ha stimato inoltre che annualmente le americane paghino una “tassa di genere”, le pink tax, appunto, pari a circa 1.351 dollari in un anno. Ma sempre dall’analisi di Idealo emerge che ci sono prodotti in cui gli uomini sono costretti a spendere di più rispetto ai corrispettivi femminili. Concentrandosi su bagnoschiuma, creme depilatorie, giacche e cappotti, maglie e felpe, shampoo e balsamo e t-shirt si è scoperto che l’uomo spende più della donna. Un esempio sono i prodotti per la cura del corpo l’uomo che costano mediamente il 25,6% in più.

In particolar modo, nel caso degli shampoo e dei balsamo questi sembrerebbero più cari nella versione maschile, addirittura del 65,4%. Ma anche le t-shirt da uomo (+33,6%) e le scarpe sportive (+11%) sono più care rispetto alla versione femminile.

I dati si riferiscono al: 2019-2020

Fonte: Commissione Europea, Idealo

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In Europa mancano gli uomini, non le donne

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