Referendum sul taglio dei parlamentari, vince il sì con il 70%

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Ripercorriamo la storia dell’affluenza alle consultazioni abrogative e costituzionali

Ha vinto il sì al taglio dei parlamentari con circa il 70% dei voti e il 54,3% di affluenza complessiva. Un livello di affluenza che non verrà certo ricordato. Lo dicono i dati: abbiamo deciso di fare anche un riassunto delle “puntate precedenti” ripercorrendo i referendum abrogativi e costituzionali della storia italiana. E lo abbiamo fatto con un’infografica, che trovate sopra. Cliccando su “View Fullscreen” si potrà vedere a schermo intero.

Non dobbiamo dimenticare che nei referendum abrogativi con il “sì” si vuole abrogare una legge e con il “no” si vuole mantenere. Nel referendum costituzionale, invece, si vota “” o “no” per approvare una nuova legge. Un’altra avvertenza: nell’infografica abbiamo scelto il tema principale di ogni referendum, il motivo per cui ogni singola consultazione viene ricordata.

I dati sui referendum della storia italiana

Ma veniamo ai numeri. Dal 1946 in Italia ci sono stati 72 referendum nazionali, di cui 67 referendum abrogativi, un referendum istituzionale (quello del 2 giugno 1946 in cui venne scelta la repubblica al posto della monarchia), un referendum consultivo e 3 referendum costituzionali.

I referendum abrogativi sono stati nettamente quelli più numerosi. Il primo è stato quello del 12 e del 13 maggio 1974 in cui vinse il “no” con il 59,3% all’abrogazione della legge Fortuna-Baslini, quella che ha introdotto il divorzio in Italia. Non è stato solo il primo in ordine di tempo, ma anche quello con l’affluenza più alta della storia: 87,7%. Il secondo per partecipazione è stato quello dell’11 e del 12 giugno 1978 in cui vinse il “no” all’abrogazione della legge Reale in tema di ordine pubblico e all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

Com’è cambiata l’affluenza nei decenni

Nei referendum più importanti degli anni Settanta e Ottanta è stata registrata una presenza massiccia alle urne, ma a partire dal 1995 il tasso di affluenza scende a poco più del 30%. Falliscono così per la mancanza del quorum sei consultazioni referendarie di seguito (1997, 1999, 2000, 2003, 2005 e 2009) e si dovrà aspettare i referendum del 2011 per avere un esito diverso. Inoltre, la partecipazione al voto referendario viene considerata un indicatore di impegno civico.

Ad esempio, il sociologo Robert Putnam nel misurare l’impegno civico degli italiani considerava molto più cruciale il voto al referendum che quello politico perché “la motivazione primaria è l’attenzione alle questioni di interesse pubblico”, come ha spiegato in uno studio del 1993. E i tassi di partecipazione al referendum presentano storicamente forti differenze regionali. Ad esempio, nello studio “La partecipazione elettorale in Italia” di Mauro Cerruto si dice che per i referendum più importanti, quelli dal 1974 al 1987, l’affluenza in Emilia Romagna ha raggiunto in media l’89% contro il 60% della Calabria. Dal 1990 al 2011 le percentuali si sono ridotte ma le differenze tra le regioni si sono mantenute costanti. Come andrà domenica e lunedì?

I dati si riferiscono al periodo: 1946-2016

Fonte: Ministero dell’Interno

Ultima modifica: 21 settembre 2020

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