Scuola: più sindacalisti che insegnanti di frontiera

retribuzioni degli insegnanti di frontiera

 

I contratti integrativi non premiano i prof delle scuole difficili, a differenza di…

I numeri sono complicati, ma, una volta che si analizzano meglio, mostrano un panorama disarmante. Il 3,92% di tutti i contratti integrativi nella scuola riguardano il personale che lavora nelle scuole “ad alto rischio educativo”. Le retribuzioni degli insegnanti di frontiera sono marginali. La percentuale di contratti integrativi per gli insegnanti che svolgono attività sindacale è stata, ad esempio, del 55,39%. Questo significa che in Italia ci sono molti più insegnanti sindacalisti che ricevono un compenso extra rispetto a quelli che ricevono un’integrazione perché aiutano gli studenti stranieri e italiani “difficili”.

La mappa delle retribuzioni degli insegnanti di frontiera

Esiste un fondo del Miur per le scuole che si trovano nelle zone ad alto tasso di immigrazione, o ad alto rischio di dispersione scolastica.

L’ammontare dei finanziamenti viene stabilito di anno in anno. La mappa indica, per ciascuna regione, il rapporto tra il numero degli iscritti nelle scuole statali e i fondi per le aree a rischio assegnati a ciascuna regione. L’indice è il frutto di un insieme di fattori Istat: il tasso di abbandono scolastico, la percentuale di giovani che non studiano né lavorano, il tasso di criminalità e altri indicatori di svantaggio socio-economico.

Quello che ne viene fuori è una fotografia delle diverse situazioni ambientali in cui un insegnante può trovarsi ad operare. Il fatto che i contratti integrativi per le zone ad alto rischio siano così pochi è la prova che gli insegnanti non sono incentivati o meglio retribuiti dei colleghi che, invece, insegnano in situazioni sociali ed economiche molto migliori.

Quanto guadagna un insegnante di frontiera

La regione che ha ricevuto più fondi, in proporzione alla popolazione scolastica, è stata la Basilicata: 4,14 euro per iscritto alle scuole statali, mentre a Valle D’Aosta e Trentino-Alto Adige non è stato assegnato alcun finanziamento. In assoluto è stata la Campania a ricevere più soldi: 3.043.878,05 di euro. Rapportando la cifra ricevuta al numero di alunni sono stati spesi 3,3 euro per alunno. N

ella mappa è indicata la quota di fondi distribuiti da ogni regione per numero di iscritti. Sembrano cifre ridicole, ma bisogna tener conto che le regioni non distribuiscono i fondi in modo uniforme. Ogni regione promulga un bando e valuta quanti soldi assegnare alle singole scuole.

Lo stanziamento poi dipende dalle situazioni di difficoltà che si trovano ad affrontare gli istituti e ai progetti che mettono in atto per risolverli (per esempio corsi di lingua italiana per gli immigrati o doposcuola per i ragazzi più in difficoltà). In ogni regione, invece, esistono scuole che non richiedono i fondi, perché non hanno studenti particolarmente problematici e si trovano in zone socialmente privilegiate.

I dati si riferiscono al: 2014

Fonti: Aran, Miur

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