Meno 4,8 miliardi di spesa grazie a 933.544 studenti che non vanno alle scuole statali
E’ un tormentone che dura da sempre, il perenne conflitto tra i favorevoli e i contrari alla spesa per le scuole private, molto spesso basato su ragioni prima ideologiche che di convenienza economica. Eppure i numeri sono piuttosto chiari.
I conti delle scuole private
Le scuola paritarie sono più di 13 mila pari al 10% del totale, e forniscono istruzione a più dell’11% degli studenti, come si vede dal grafico sopra che mostra anche il calo, soprattutto in termini percentuali, degli studenti: nell’anno scolastico 2013-2014 erano pari all’11,2% del totale dal 12% dell’anno scolastico 2009-2010. Ma il punto è un’altro, ovvero il grande squilibrio nelle classi di età: le scuole paritarie, in termini di persone frequentanti, compongono più del 70% del totale delle persone iscritte alle materne, l’11% delle elementari, solo il 5% delle scuole medie, poco più del 12% delle superiori, questi ultimi divisi in appena 674 scuole in tutta Italia, come mostra il grafico sotto.
Il 63% delle scuole paritarie è di ispirazione cattolica, ma alle superiori la proporzione si ribalta, il 60% è in realtà laica.
La spesa per le scuole private
Lo stanziamento sul bilancio pubblico per sostenere queste scuole è pari, nel 2016, a circa 497 milioni, decisamente meno dei 550 milioni che sono stati spesi nel 2008, prima della crisi economica. In particolare vi è stato un graduale calo anno dopo anno fino al minimo di 472 milioni del 2015, dopo cui è seguito il primo aumento dopo molto tempo, fino alle cifre attuali, come mostra il grafico sotto.
La spesa media statale per ogni studente delle paritarie è di circa 490-500 euro annui in media: si va dai 600 euro per le scuole materne addirittura a 50 euro spesi per le superiori. E del resto, come si può osservare, per l’11% di studenti che frequenta le scuole paritarie, viene speso l’1,2% del totale dei soldi che lo Stato spende per l’istruzione. Un gap che aumenta man mano che si avanza nel ciclo di studi: la spesa per le scuole private di 50 euro per studente delle scuole superiori si deve confrontare con quella di circa 7.000 euro per uno studente delle scuole statali.
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Considerando che lo Stato spende in media per ogni studente che frequenta una scuola pubblica statale intorno ai 6800 euro, in base agli stesi dati del Ministero della Pubblica istruzione, è stato calcolato che le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato ogni anno circa 6 miliardi di euro, che sono i soldi che il settore pubblico dovrebbe spendere se il quasi milione di studenti delle paritarie frequentassero le scuole pubbliche.
Si tratta di un numero esplicitamente ammesso anche dal ministro Giannini nel giugno 2014. In realtà, però, bisogna contare anche i circa 200mila bambini che frequentano scuole dell’infanzia comunali, che non sono finanziate direttamente dallo Stato, ma dai comuni. Se togliamo queste scuole dal computo delle spese risparmiate dallo Stato il risparmio da parte dello Stato si aggira sui 4,8 miliardi l’anno.
La spesa per le scuole private delle Regioni
Si devono poi considerare le spese delle regioni, per esempio nel caso della Lombardia l’integrazione di reddito per le famiglie con figli che studiano nelle scuole paritarie va dai 450 ai 900 euro l’anno, più di quanto (60-290 euro) la Regione spende, in aggiunta alla spesa statale, per i ragazzi che frequentano le scuole pubbliche. La particolarità della Lombardia consiste nel fatto che è l’unica Regione, insieme al Veneto, che finanzia scuole che non siano dell’infanzia.
I costi indiretti delle scuole private
Da parte della Fondazione Agnelli è stato fatto notare che lo Stato sostiene alcuni costi fissi che vanno indirettamente a favore anche delle scuole paritarie, al di là del contributo diretto, come indicazioni nazionali, valutazione e vigilanza da parte degli Usr (Uffici Scolastici Regionali) e degli uffici territoriali, esami di stato, ecc. La stessa Fondazione fa notare che il costo marginale del trasferimento degli studenti delle scuole paritarie in quelle statali non sarebbe equivalente alla spesa unitaria per studente attuale in queste ultime scuole, ma minore, grazie alle economie di scala: insomma, senza considerare le materne, si potrebbero mettere 1-3 studenti nelle classi già esistenti senza avere più insegnanti e più classi. Difficile da applicare in pratica, ma vero in teoria.
Rimane il dato di un risparmio attuale da parte dello Stato grazie all’esistenza delle scuole paritarie che riceve meno fondi di quelli del periodo precedente alla crisi. Un risparmio che dovrebbe di fatto chiudere la discussione relativa al famoso articolo 33 della Costituzione, quello che parla di consentire le scuole private ma “senza oneri per lo Stato”.
I dati si riferiscono al: 2006-2014
Fonte: Fonti: Ministero dell’Istruzione, Università, Ricerca, foe.it
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