La spesa per i servizi segreti italiani è di 872 milioni

Elisabetta Belloni guiderà il Dis: è la prima donna a farlo. Sostituirà Vecchione

Per la prima volta nella storia italiana sarà una donna a guidare il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, cioè i servizi segreti. Sostituisce, su decisione diretta del premier Mario Draghi, Gennaro Vecchione, nominato in quell’incarico da Giuseppe Conte pochi anni fa. Uno sgarbo? La politica lo ha inteso così. Uno sgarbo sia a Vecchione che a Conte, che “guida” uno dei partiti che sostiene la maggioranza. Come mai questa decisione repentina? Probabilmente ha pesato lo scandalo dell’ufficiale della Marina militare italiana che ha passato segreti militari a un ufficiale militare russo in servizio all’ambasciata italiana di Roma. In ogni caso Elisabetta Belloni, questo il nome della responsabile del Dis, si trova a capo di una macchina molto complessa e decisamente costosa: ecco i numeri della spesa per i servizi segreti italiani.

Come funzionano i servizi segreti italiani

Per capire come funzionano i servizi segreti italiani bisogna partire dall’Aisi. É l’Agenzia Informazioni Sicurezza Interna che si occupa della parte operativa. Prima della riforma del 2007 (vedremo meglio che cosa ha comportato) si chiamava Sisde. Ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili per difendere la sicurezza interna da ogni minaccia, da ogni attività eversiva e da ogni forma di aggressione criminale o terroristica.

Aise, invece, sta per Agenzia Informazioni Sicurezza Esterna: è l’organo che elabora tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero. Ha compiti e attività di intelligence al di fuori del territorio nazionale e nel territorio nazionale nella branca del controspionaggio e può svolgere operazioni sia all’interno sia all’esterno del territorio nazionale, inteso come spazio terrestre, aereo o navale o marittimo, come pure le ambasciate italiane all’estero. Prima della riforma del 2007 si chiamava Sismi.

La riforma dei servizi segreti

Prima di vedere quanti soldi vengono stanziati ogni anno per i servizi segreti, cerchiamo di capirte meglio come sono organizzati. La riforma del 2007 è stata voluta dal governo Prodi e organizza le due anime dei servizi italiani: l’Aisi e l’Aise con il coordinamento tecnico-amministrativo del Dis, quello che sarà guidato proprio dalla Belloni. Il premier ha la direzione e la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza. Si occupa anche dell’apposizione e della tutela del segreto di Stato e di alcune nomine. È ancora il premier che può nominare o revocare dei direttori e vice direttori dei servizi di informazione per la sicurezza degli organi Aisi e Aise. Ed è sempre il presidente del Consiglio a stabilire la somma delle risorse finanziare per i servizi segreti, di cui deve dare comunicazione al Comitato parlamentare, il cosiddetto Copasir.

Aise e Aisi sono coordinati dal Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza. Un tempo si chiamava Cesis ed è il cuore pulsante dei servizi segreti italiani. Qui si intrecciano i dati e si coordinano le azioni d’intelligence. Ha compiti di coordinamento e di vigilanza sull’attività delle agenzie e sulla corretta applicazione delle disposizioni emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri con competenza anche sulla spesa per i servizi segreti italiani. L’attuale sottosegretario ai servizi segreti è, invece, l’ex capo della polizia Franco Gabrielli (nella foto). É stato nominato da Mario Draghi. La delega ai servizi segreti (che Giuseppe Conte ha tenuto per sé per la grandissima parte del tempo in cui è rimasto al governo) è stato uno dei motivi della crisi di governo innescata da Matteo Renzi.

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La spesa per i servizi segreti italiani

Le informazioni sui servizi segreti italiani sono, per loro natura, top secret. Non sappiamo quanti sono gli agenti segreti italiani che lavorano per le varie istituzioni che si occupano di sicurezza nazionale, ma – cercando attentamente tra le varie voci dei documenti di bilancio dello Stato – si può conoscere la spesa per i servizi segreti italiani. E si può sapere anche di che cosa si occupano e quali sono state le principali minacce affrontate nell’anno precedente.

Insomma, quanto costano i servizi segreti italiani? Dai documenti della Ragioneria dello Stato che descrivono le previsioni di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato si scopre che per il 2019 sono stati spesi almeno 740.252.211 euro per il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. E si prevede che la spesa aumenterà: per il 2020 sono stati stanziati 791.100.000 euro. E continuerà a crescere, tanto che il governo ha previsto una spesa di 872.026.511 nel 2021 e la stessa cifra nel 2022 e nel 2023. Sono i dati aggiornati contenuti nell’ultimo Stato di previsione delle spese del ministero dell’Economia e delle finanze sotto la voce Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

Quanti sono gli agenti segreti italiani?

Si scopre anche che la spesa destinata ai servizi segreti e alle minacce della sicurezza nazionale è in costante aumento negli ultimi anni. Come si vede anche dal grafico in alto, ammontava a 645.760.608 nel 2011 e nel 2012. Nel 2013, poi, è stata tagliata e portata a 600 milioni. Nel 2014 è tornata a salire: 605.046.442. E non ha più smesso. Dobbiamo precisare che si tratta di importi in termini assoluti e non adeguati al variare dell’inflazione.

Quella citata è la spesa per il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e non è detto che sia la spesa totale dello Stato per i servizi segreti. Il Sisr, però, è l’insieme degli organi e delle autorità che nel Paese hanno il compito di assicurare le attività informative allo scopo di salvaguardare la Repubblica dai pericoli e dalle minacce provenienti sia dall’interno sia dall’esterno. Istituito in seguito al varo della legge 124/2007, che ha riformato il comparto dell’intelligence nazionale, il Sistema “risponde in pieno alla sfida di modernizzazione imposta dal continuo mutare ed evolversi di minacce vecchie e nuove nell’interesse supremo della difesa della Repubblica e delle sue istituzioni”, si legge sul sito internet dell’istituzione.

I dati si riferiscono al: 2010-2023

Fonte: Ragioneria della Stato 

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