Occupano 1,7 milioni di persone. Emilia-Romagna e Toscana esposte a alluvioni
Le alluvioni che hanno colpito soprattutto l’Emilia Romagna hanno confermato la vulnerabilità del nostro territorio ai rischi idrogeologici che non solo minacciano la sicurezza delle comunità locali, ma compromettono anche la stabilità economica del Paese. Il fatto è che il 34,8% delle imprese manifatturiere italiane si trova in aree ad alta vulnerabilità idrogeologica, cioè sono esposte a pericoli significativi come frane e alluvioni. Questa situazione coinvolge più della metà della forza lavoro del settore manifatturiero. Significa che un’alluvione non provoca solo tragedie in termini di vite umane, ma anche danni giganteschi all’economia del Paese.
Emergenza idrogeologica: l’esposizione delle aziende
Le regioni più esposte: tra alluvioni e frane
Rischio alluvione
Un dato interessante riguarda le aree esposte al rischio di alluvione. L’Emilia-Romagna e la Toscana si distinguono come le regioni più interessate con, rispettivamente, il 75,8% e il 77,8% delle unità produttive in zone a rischio idraulico. A seguire il Veneto e la Lombardia che registrano percentuali più basse ma comunque significative, rispettivamente del 26,8% e del 13,9%. Questo significa che oltre tre quarti delle imprese in Emilia-Romagna e Toscana sono potenzialmente esposte a eventi di alluvione. Questi dati sottolineano l’importanza di interventi urgenti in queste regioni, che rappresentano una parte fondamentale del tessuto produttivo italiano e sono cruciali per l’economia nazionale.
Rischio frane
In diverse regioni la presenza di unità produttive esposte al rischio di frane varia sensibilmente. Tra le aree maggiormente interessate c’è la Toscana, dove il 21,5% delle unità produttive si trova in zone potenzialmente instabili. Seguono la Campania, con il 17,2% delle aziende esposte, e altre regioni come la Liguria e la Lombardia, che registrano rispettivamente percentuali del 3,4% e del 2,8%. Questa situazione evidenzia una realtà complessa legata certamente alla morfologia del territorio ma anche a scelte storiche di localizzazione industriale che oggi appaiono critiche alla luce delle attuali condizioni ambientali.

L’impatto economico del rischio idrogeologico
Il 34,8% delle imprese manifatturiere italiane esposto a rischi idrogeologici impiegano ben 1,7 milioni di lavoratori, ovvero il 51,9% della forza lavoro complessiva del campione analizzato. L’impatto economico potenziale è considerevole: tra le imprese per cui sono disponibili dati finanziari, il fatturato complessivo delle aziende esposte supera i 750 miliardi di euro, pari al 57,6% del totale. Gli asset materiali detenuti da queste imprese ammontano a 138 miliardi di euro, rappresentando il 54,4% degli asset complessivi rilevati.
I settori produttivi più vulnerabili
Alcuni settori industriali soffrono più di altri. L’industria tessile è la più esposta alle alluvioni, data la storica collocazione lungo i corsi d’acqua, necessaria per soddisfare il suo alto consumo idrico. Anche il settore della concia delle pelli risulta tra i più vulnerabili, sia per il rischio di alluvione che per quello di frane.
I dati si riferiscono al 2022
Fonte: Banca d’Italia
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