Quanti sono e chi sono quelli delle lobby dell’Ue

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Un esercito di quasi 10mila associazioni di categoria, Ong, studi legali e think tank


Il grafico mostra le diverse tipologie di enti iscritti al Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea. Si tratta di quasi diecimila enti, pubblici e privati, interessati a entrare in contatto con i deputati e i commissari europei per cercare di influenzare le loro decisioni per tutelare un qualche interesse legittimo. In breve, si tratta delle lobby dell’Ue.

Ecco quali sono le lobby dell’Ue

Come si vede, la maggior parte delle lobby dell’Ue (4.655 su 9.163)  sono associazioni di aziende (in azzurro) con qualche interesse comune da tutelare presso l’UE. Ad esempio, potrebbero essere diverse società che vogliono evitare un eccesso di vincoli ambientali.

Ci sono poi 2.324 Organizzazioni Non Governative (in verde), molte di queste difendono interessi direttamente opposti a quelli delle aziende. La fetta più misteriosa è quella gialla: 1.058 società di consulenza, studi legali e consulenti privati, presumibilmente disposti a rappresentare presso l’UE gli interessi di qualsiasi cliente li assuma. La fetta viola è composta da 658 istituzioni scientifiche, con ogni probabilità interessate a chiedere fondi e a offrire consulenze. In arancione compaiono 424 enti pubblici o associazioni di enti pubblici, che chiaramente chiedono leggi a favore del territorio che rappresentano.

Cosa sono le lobby e a che serve il Registro

La parola “lobby” ha un’origine molto semplice: la lobby era l’anticamera del Parlamento inglese. Chi voleva convincere un parlamentare a fare qualcosa lo aspettava lì, cercava di agganciarlo e spiegargli le proprie ragioni. Qual è il problema? Perché la parola “lobby” ha un suono sinistro?

Il problema è la trasparenza: i cittadini vogliono sapere chi è andato a parlare con i politici, quali interessi rappresenta e se ha offerto loro qualche vantaggio. “Offrire vantaggi” non significa “corrompere”. Forse è il caso di chiarire meglio questo punto. Per esempio, è legittimo che un’associazione per i diritti degli omosessuali faccia campagna elettorale per un politico seriamente intenzionato a tutelare i diritti degli LGBT o che un’associazione ambientalista appoggi i politici ambientalisti. Di “lobby gay“, “lobby ambientaliste“, “lobby di petrolieri” e “lobby pro life” negli Stati Uniti si parla tranquillamente e pubblicamente.

La trasparenza per le lobby dell’Ue non è un obbligo

Attualmente, in Europa, l’iscrizione al Registro della Trasparenza è su base volontaria: gli enti che si iscrivono hanno dei vantaggi, come un accesso facilitato alla sede del Parlamento e la possibilità di partecipare a incontri con i deputati e in cambio debbono rispettare un codice di condotta.

Tuttavia, agire come una lobby, senza far parte del registro, in Europa non è reato. Al contrario negli Stati Uniti è obbligatorio rendere nota qualsiasi spesa a favore o contro un candidato alle elezioni, anche se viene effettuata da enti non collegati al candidato, come organizzazioni non governative o associazioni di industriali.

I dati si riferiscono al: 11 maggio 2016
Fonte: Registro per la trasparenza dell’Unione Europea


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