Chi sono i privilegiati degli degli ordini professionali

Solo il 9,52% di chi è iscritto cambia lavoro perché guadagna il 18% in più della media

Sono una garanzia di stabilità e di guadagno per chi riesce ad accedervi. Ma rappresentano anche un freno alla mobilità dei lavoratori, particolarmente dannoso nelle fasi di crisi quando ci sarebbe bisogno di un mercato del lavoro fluido che permetta il travaso di occupati dai settori in difficoltà. Lo dice la Banca d’Italia in uno studio sulle professioni regolamentate, quelle che prevedono un ordine professionale.

Sono 150 le professioni regolamentate con un albo professionale

Le professioni regolamentate sono quei lavori che per essere esercitate necessitano di speciali titoli di studio, periodi di praticantato o esami abilitanti per essere esercitati. In totale in Italia ci sono 150 tipi di occupazioni in qualche modo regolate. Di queste, quelle ordinistiche rappresentano un sottogruppo: si tratta ad esempio di medici, avvocati, notai, architetti, giornalisti e in generale tutti i professionisti tenuti a iscriversi a uno dei 28 albi esistenti per poter lavorare.

Quante professioni regolamentate in Italia

Il grafico in alto mostra la transizione tra i diversi settori di occupazione, in base ai dati raccolti dalla Banca d’Italia. Il focus è sul passaggio dalle situazioni di non occupazione a quelle di occupazione e, specialmente, di occupazione regolata. Dove va a lavorare, dunque, chi cambia impiego? Raramente in settori regolati o protetti da albi professionali, anche quando il diretto interessato proviene proprio da quegli ambienti.

Poca mobilità tra un lavoro e l’altro

Solo il 15,45% di chi ha una occupazione regolata e cambia lavoro svolge un’altra occupazione regolata, e solo il 3,94% in una ordinistica. Così come appena il 14,36% di chi appartiene a un ordine trova un altro lavoro dello stesso tipo.

ordine professionale

La maggior parte di chi cambia impiego, quindi, finisce tra i non occupati. Oppure in una professione non regolamentata: trova lavoro in questo settore soprattutto chi proviene dalla disoccupazione e dall’inattività (81%), di cui meno del 20% va a lavorare in un settore regolato o che prevede un ordine professionale.

Chi ha un albo non cambia più lavoro

Il rischio di distinguere tra professioni regolamentate e non è anche quello di creare lavoratori di serie A e di serie B. Come mostra il grafico sotto, il tasso di mobilità varia a seconda del settore nel quale si è occupati. In media ogni anno cambia lavoro circa il 17% degli impiegati, ma solo il 9,52% di chi è iscritto a un albo e il 13,47% di chi svolge professioni regolamentate. La percentuale sale a poco meno del 20% tra chi lavora in settori non regolati. Tra i non occupati il dato indica chiaramente quanti un lavoro lo trovano, e sono il 9,42% ogni anno.

Nelle professioni regolamentate si guadagna il 9% in più

Tra i privilegi di chi riesce ad accedere a un ordine professionale o a professioni regolate ci sono quelli legati alla busta paga, più alta rispetto alle professioni non regolamentate. Chi fa parte di queste categorie guadagna in media il 9% in più rispetto agli altri, vantaggio che sale al 18% in più per chi è iscritto a uno dei 28 albi professionali esistenti in Italia. Ma questi benefici non riguardano tutti: ne godono soprattutto le donne (+10,2% rispetto a chi lavora in settori non regolati) e i laureati (+9,2%).

Le riforme hanno fatto calare il reddito dei giovani professionisti

L’accesso a professioni “a numero chiuso” vale meno, invece, per gli under 35: per loro l’incremento salariale è solo del 5,3%. Questa è una conseguenza delle riforme Bersani e Monti, che hanno liberalizzato diversi settori professionali, abolendo le tariffe minime e favorendo la concorrenza. Come spiega la Banca d’Italia, è stata proprio l’ultima liberalizzazione del 2011-12 a cambiare maggiormente le cose: da allora sono cresciuti del 4,1% i tassi di entrata nelle professioni regolamentate e che prevedono un ordine professionale, soprattutto nel segmento dei lavoratori meno istruiti.

Quali sono le professioni regolamentate

Le professioni regolamentate sono centinaia e ogni tanto nel spunta una nuova. Ma anche quelle attuali sono, a volte, decisamente curiose. Ad esempio: bisogna avere il patentino per svolgere il lavoro di “classificatore di carcasse suine”, così come per fare il “pianificatore junior” nel settore dell’edilizia. Occorre passare un apposito esame anche per diventare autoriparatore o “mediatore marittimo” o anche più genericamente “mediatore” o agente di commercio. Così come c’è un albo anche dei maestri di sci e allenatore di cavalli da corsa.

I dati si riferiscono a: aprile 2019

Fonte: Banca d’Italia

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