Il Pil pro capite è solo il 77,1% di quello del 2007

Solo negli Stati Uniti siamo sui livelli pre 2008. Nonostante la pandemia

Piove sul bagnato. L’Italia era già tra le maggiori economie occidentali quella che aveva l’andamento del Pil e dei consumi peggior negli ultimi 13 anni, ovvero dal 2007, l’ultimo anno prima della Grande Recessione, quella che si credeva, prima del Covid, sarebbe stata la peggiore dal Dopoguerra. Ma poi è stata anche tra quelli che nel 2020 ha subito i peggiori tracolli quando la pandemia ha impattato sull’economia. E gli effetti si vedono, soprattutto se si vanno a vedere i dati del Pil pro capite.

Dalla crisi del 2008 l’Italia non è ancora uscita

L’Ocse analizza i dati del Pil e dei consumi reali delle famiglie pro capite, per annullare l’eventuale effetto dei cambiamenti demografici. Ed è subito evidente come agli inizi degli anni ’10 l’Italia fosse già a un livello inferiore degli altri. Ponendo il Pil pro capite del 2007 uguale a 100 per tutti a inizio 2010 l’Italia era a quota 92,76, il G7 in media a 96,69, e la Germania si rivelava la migliore con 98,53. Ma la vera divergenza è stata nel 2011, con la crisi dell’euro e del debito. Dopo allora gli altri Paesi proseguirono la risalita verso il livello del 2007, quindi 100, che la Germania aveva riagguantato già nel 2010, il Canada nel 2011 stesso, gli USA nel 2012, il Giappone e la Francia nel 2013, il Regno Unito nel 2014. L’Italia mai. Anzi, calò a un livello uguale all’88,27% del PIL 2007 alla fine del 2014 prima di una lenta ripresa che a fine 2019 l’ha fatta arrivare a quota 93,48.

Perché Francia e Gran Bretagna fanno peggio

Da allora la crisi pandemica ha fatto in modo che scendessimo però in fretta a 77,07 a metà 2020. Ovvero a fine giugno il Pil pro capite degli italiani era solo il 77,1% di quello del 2007. In media nei Paesi del G7 era invece il 96,51%, con il Regno Unito che era quello con la performance peggiore dopo la nostro, a quota 82,47. Al contrario Germania e USA erano gli unici che non erano calati sotto il livello del 2007, rimanendo sopra 100. Se consideriamo il dato relativo l’Italia non è stata però la peggiore, ovvero tra il quarto trimestre 2019 e il secondo del 2020 Francia e Regno Unito sono calati rispettivamente di 20,18 e 23,32 punti, noi di 16,41.

Ma ancora più del Pil pro capite sono indicativi i dati sui consumi pro capite, perché rappresentano meglio lo stato di benessere delle famiglie. In questo caso c’è un Paese che ha fatto peggio dell’Italia arrivando a un livello, sempre paragonato al 2007, inferiore al nostro nel secondo trimestre del 2020. Ed è la Gran Bretagna.

I consumi pro capite sono il 79,35% di quelli del 2007

I consumi pro capite delle famiglie inglesi sono scesi al 78,44% di quelle di 13 anni fa, dopo un crollo di 27,85 punti in 6 mesi. Crollo che per l’Italia è stato di 16,48, maggiore della media ma inferiore a quelli di Canada e Francia. Il precedente minimo era stato quello del secondo trimestre del 2014, quando i consumi erano a quota 89,18, e gran parte degli altri Paesi del G7 erano tornati ai livelli del 2007. Da allora i divari non erano diminuiti, nonostante la ripresa, e a fine 2019 i consumi delle famiglie italiane erano arrivate a 95,83, mentre in Canada erano a quota 116,98, negli USA  115,44 e in Germania 114,22.

Anche per i consumi pro capite gli inglesi fanno peggio

Solo negli Usa nel 2020 sono riusciti a rimanere al di sopra del livello iniziale, quello del 2007. Non sappiamo quale impatto ulteriore avrà la seconda ondata che sta colpendo tutti tranne il Giappone, che già nella prima parte dell’anno ha subito un calo dei consumi inferiore a quello di tutti.

Quello che appare chiaro, guardando Pil e consumi, e che sarebbe ancora più chiaro se contassimo per esempio anche la Spagna, è che sembra esserci una correlazione tra le performance economiche precedenti al Covid e quelle successive. Ovvero subiscono di più la crisi quei Paesi che già erano più fragili, perché strutturalmente più deboli, con lavoratori più precari e un’economia basata su settori a minor margine come commercio o turismo.

I dati si riferiscono al periodo 2007-2020

Fonte: Ocse

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