Crisi dell’occupazione per il Coronavirus, ecco i numeri

Nel 2° trimestre 2020 le ore lavorate sono state il 20% in meno rispetto al 2019

Nel secondo trimestre del 2020 le ore lavorate in Italia si sono ridotte del 13,1% rispetto al trimestre gennaio-marzo e del 20% rispetto all’anno prima. E’ l’effetto della crisi dell’occupazione causata dal coronavirus. Partiamo da qui per vedere che cosa è successo al mercato del lavoro a causa della pandemia. Conviene, però, guardare il dettaglio dei singoli mesi. A luglio in Italia lavorano 556mila persone in meno rispetto al luglio 2019. Non parliamo di assunzioni, ma di stock. O meglio: a luglio ci sono 556mila lavoratori in meno e la differenza può essere il frutto di pensionamenti o variazioni demografiche, non solo di assunzioni e licenziamenti.

Si deve registrare che l’occupazione è cresciuta solo da giugno a luglio: un piccolo rimbalzo che ha interrotto il crollo drastico del numero di occupati. Tornando alle ore lavorate, stiamo tornando ai livelli di un anno fa, ma il gap ancora non è stato colmato del tutto. A luglio una persona lavora in media 33,1 ore: 1,2 ore in meno rispetto allo stesso mese del 2019. A maggio, però, le ore lavorate in meno erano 5,6 rispetto a 12 mesi prima.

Quali contratti crescono?

L’aumento dell’occupazione su base mensile di cui parlavamo (+0,4% pari a +85mila unità) coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni; gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). L’aumento consistente delle persone in cerca di lavoro (+5,8% pari a +134mila unità) è diffuso per genere ed età. Il tasso di disoccupazione sale al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti). La rilevante diminuzione nel numero di inattivi (-1,6% pari a -224mila unità) riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività diminuisce, attestandosi al 35,8% (-0,6 punti).

Il tasso di disoccupazione in Italia e in Europa

Infine, può essere utile andare a vedere il tasso di disoccupazione. Nelle ultime rilevazioni è cresciuto rispetto ai mesi precedenti perché è aumentato il numero di persone che cercano lavoro (e, quindi, anche di quelli che non lo trovano). In Italia, comunque, il tasso di disoccupazione a luglio è arrivato al 9,7%: è il secondo dato dell’Unione europea dopo quello della Spagna, al 15,8%. Stesso discorso vale per la disoccupazione giovanile: in Italia vale il 31,1%. Il Paese è secondo solo alla Spagna, che raggiunge il 41,7%. Il tasso di disoccupazione giovanile è il rapporto percentuale fra la popolazione dai 15 ai 24 anni in cerca di occupazione e le forze di lavoro totali della stessa fascia di età. Nelle forze di lavoro rientrano le persone occupate e quelle in cerca di occupazione. Quindi, il rapporto non viene calcolato su tutti gli under 25, ma su quelli disponibili a lavorare, escludendo gli inattivi.

Fonte: Istat, Eurostat 

I dati sono aggiornati a luglio 2020 

Leggi anche: L’occupazione tra i più giovani cala dell’11,3% a maggio

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