Guerra ai pirati della rete, boom di sequestri di siti

Aumento vertiginoso delle operazioni di contrasto, nel 2012 solo 45 i siti beccati

L’operazione Odissea 3 è stata una maxi indagine condotta dalla Guardia di finanza nel febbraio 2017. Il Nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria ha sequestrato 41 siti internet per violazione del diritto d’autore (art. 171 l. 633/41). I siti sono stati accusati di distribuire film, serie tv e dirette di eventi sportivi illegalmente. Tra i titoli rintracciati ci sono grandi classici come “I Magnifici 7” e pellicole che sono appena uscite nei cinema italiani o esteri offrendo anche collegamenti pirata a dirette di F1 e partite di calcio, tennis o qualsiasi cosa possiate desiderare.

I dati ufficiali sui sequestri di siti internet

Nei primi 90 giorni del 2017 sono stati compiuti quasi 290 sequestri preventivi di siti internet. Il grafico in alto, invece, riporta quelli che sono stati i dati ufficiali sulla lotta alla contraffazione su internet, i risultati sono stati diffusi dal Senato nel documento di analisi n.5 del luglio 2017. I casi si riferiscono alle inibizioni  e ai sequestri di siti pirata dal 2012 al 2016.

Come si nota ad un primo sguardo c’è stato un importante incremento nel numero di operazioni portate a compimento. Nel 2012 sono state solo 45, mentre il 2016 si è chiuso con più di 620 sequestri di siti internet. La guerra senza quartiere ai pirati di internet ha avuto un fortissimo slancio tra 2013 e 2015, infatti i numeri nei tre anni sono cresciuti in modo consistente passando da 84 casi a 603. Nell’ultimo anno invece l’aumento è stato il più contenuto tra quelli del periodo considerato, appena 17 sequestri in più tra 2015-2016.

Le proposte per dissuadere i pirati

Il reato compiuto da questo tipo di piattaforme è particolarmente difficile da perseguire e nel testo del Senato è contenuta una proposta per agevolare il lavoro delle forze dell’ordine nel contrasto: un nuovo sistema di notice and take down. Di cosa si tratta? La pratica di notice and take down consiste nel segnalare e chiedere al fornitore di servizi la rimozione del contenuto che vìola il diritto d’autore.

La proposta è abbastanza articolata e tiene conto delle diverse collocazioni dei server (all’estero o sul territorio nazionale). Questo strumento permetterebbe ridurre i tempi di intervento e ampliare il raggio d’azione; come si legge nel documento infatti “l’intervento amministrativo di notice and take down potrebbe efficacemente rivolgersi verso l’Internet service provider, l’unico soggetto che può, di fatto, impedire agli utenti di arrivare a un determinato server, o meglio a uno specifico contenuto”.

Altra soluzione possibile è quella dell’introduzione di un’ammenda economica per chi lucra indirettamente (con le inserzioni pubblicitarie) sui materiali pirata.

I dati si riferiscono al: 2012-2016

Fonte: Senato e Guardia di Finanza

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