Nuovo condono fiscale, ma il precedente fu un flop

Con quello del 2016 si dovevano incassare 17,8 miliardi. Ne sono arrivati meno della metà

E’ vietato chiamarlo “condono fiscale 2018”. Ma ci assomiglia molto. Così come era vietato chiamare “condoni” tutti quelli che l’hanno preceduto, anche se ci assomigliavano moltissimo.

Il condono fiscale 2018

Il governo Lega-M5S ha inserito, infatti, nelle previsioni di finanza pubblica una cosiddetta “pace fiscale” della quale, però, non si conoscono ancora i dettagli. Di questo condono fiscale 2018, ad esempio, non si conosce fino a quale importo le persone che non hanno pagate tasse o imposte potranno chiederne la definizione. Ovvero, non si sa fino a che limite si potrà accedere agli sconti che il governo ha deciso di varare per poter incassare almeno una parte degli importi ai quali avrebbe diritto.

In attesa, quindi, di conoscere i dettagli di questa operazione, l’unica domanda alla quale si può trovare una risposta è: funzionerà? Lo Stato riuscirà davvero, attraverso il condono fiscale 2018, a incassare i miliardi che ha previsto?

La rottamazione delle cartelle 2016

La storia dei condoni in Italia è lunghissima ma per dare una risposta potremmo fermarci all’ultimo, quello varato nel 2016 dall’allora governo Renzi (il successivo governo Gentiloni ne varò un secondo ampliando la platea dei contribuenti). I risultati di quell’operazione sono sintetizzati nel grafico sopra e provengono dalla relazione della Corte dei conti sulla legge di bilancio 2018. Per inciso: in quella relazione la Corte dei Conti si raccomandava di non ricorrere più a rottamazioni, condoni o “paci fiscali”. La rottamazione delle cartelle esattoriali varata da Renzi nel 2016 prevedeva una riduzione degli interessi e la mora per le cartelle non pagate dal 2000 al 2016.

Ebbene: nel 2016, rileva la Corte dei Conti, il totale dei crediti che potevano accedere alla “rottamazione” erano pari a 31,3 miliardi. A causa delle agevolazioni previste, si prevedeva di incassare solo una parte di quei miliardi, esattamente 17,8. Di questi 17,8 miliardi sono stati riscossi nei termini solamente 6,5 miliardi mentre altri 1,7 sono attesi in futuro. Questo scostamento temporale è dovuto alla decisione dei contribuenti che hanno aderito alla rottamazione di rateizzare l’importo dovuto post-sconto, ma il loro incasso è praticamente certo. L’ultima rata dovrà essere versata entro quest’anno.

Quanti miliardi mancano

Ricapitolando, quindi, dei 17,8 miliardi attesi ne arriveranno certamente solo 8,2: ne mancano, quindi, all’appello 9,6. L’operazione rottamazione del 2016 ha, quindi, fatto incassare allo Stato la metà dell’importo previsto all’inizio e questo pone seri dubbi sull’efficacia del condono fiscale 2018. Anche se, come detto, si è in attesa dei suoi dettagli. Per chi non volesse aderire resta la strada del tribunale.

I dati si riferiscono al: 2016

Fonte: Corte dei Conti

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