Il 71% dei Comuni italiani è in calo demografico

Il paese che si è spopolato di più dal 2011 è in provincia di Cosenza

La popolazione italiana diminuisce nei comuni con meno di 5mila abitanti (-520.843 individui rispetto al 2011) e aumenta soprattutto nei comuni tra i 50mila e i 100mila abitanti (+3,6%) e in quelli con oltre 100mila abitanti (+2,5%). Questa dinamica è dovuta principalmente ai cittadini stranieri, la cui presenza aumenta in tutte le classi di ampiezza demografica. Gli italiani, invece, diminuiscono in tutte le classi di comuni, a eccezione di quella tra 50mila e 100mila abitanti. Sono queste le principali evidenze che emergono dai primi dati del Censimento dei Comuni dell’Istat.

I primi dati del Censimento dei comuni del 2019

Ma vediamo nel dettaglio. Partiamo dalle buone notizie, anche se lo sono solo in parte. Riguardano il confronto con il 2011, quello dell’ultimo grande censimento classico. Rispetto ad allora gli abitanti sono aumentati di 207.744 unità arrivando a 59.641.488. Si tratta, però, del risultato di un incremento di più di un milione della popolazione straniera e di una riduzione di quasi 800 mila di quella italiana, in linea con il trend degli ultimi decenni.

Le cattive notizie riguardano il calo che si è verificato tra 2018 e 2019, che è stato 175.185 persone. Nell’ultimo decennio vi è stata quindi un’inversione di tendenza, l’incremento dell’immigrazione, del resto molto rallentata, non è più bastata a compensare la riduzione degli italiani, provocata dalla diminuzione delle nascite. Un’altra notizia certo non buona, collegata, al calo demografico, è quella relativa all’invecchiamento della popolazione. L’età media è passata in 8 anni da 43 a 45 anni e gli over 45 dal 48,2% al 53,5%.  Ma vediamo qual è il Comune più vecchio d’Italia e altre “classifiche” che sono emerse dal Censimento dei Comuni:

  • È in Liguria, a Fascia, in provincia di Genova, il paese più vecchio, con 66,1 anni di età media, mentre in provincia di Caserta, Orta di Atella, quello più giovane, i cui abitanti hanno solo 35,3 anni.
  • In termini di popolazione, il comune più grande in Italia è Roma, con 2.808.293 residenti. Morterone, in provincia di Lecco, è invece il più piccolo, con appena 30 residenti.
  • Il Comune con il rapporto di mascolinità più alto è Briga Alta, in provincia di Cuneo, con il 223,1%. Il Comune con il rapporto di mascolinità più basso è Malvicino, in provincia di Alessandria, con il 73,3%. Questo indicatore misura il rapporto tra maschi e femmine in una comunità. Risulterà uguale a 100 in una situazione di equilibrio, mentre un valore superiore a 100 indica la prevalenza di maschi, un valore inferiore a 100 quella di femmine.
  • Campoli del Monte Taburno, in provincia di Benevento, è il Comune con il maggior incremento di residenti stranieri dal 2011.

Come sono distribuiti gli abitanti dell’Italia?

Ma un fatto peculiare, di cui forse si parla meno, è anche la redistribuzione della popolazione stessa, che sta abbandonando i centri più piccoli a favore di quelli più grandi. Questo è evidente dai dati, osservabili anche nella nostra infografica, che riguardano l’evoluzione demografica tra 2011 e 2019 in base alle dimensioni del comune.

Nonostante nel complesso la popolazione sia aumentata, nella gran parte dei centri, il 71%, vi è stato un calo. Questo perché l’incremento si è concentrato in quelli più grandi, che sono di meno, mentre la riduzione è avvenuta prevalentemente in quelli più piccoli, che sono di più.

calo demografico

Le differenze sono molto evidenti, e superano forse anche quelle tra Nord e Sud. Dei 5.521 comuni con meno di 5 mila abitanti, ovvero il 69,8% del totale, ben 4420, l’80,1%, ha visto una riduzione della popolazione in 8 anni. Il saldo totale in questi piccoli centri è negativo per 384.403 persone. Non riesce però a compensare l’aumento della popolazione che si è verificata nei comuni maggiori.

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Censimento, i Comuni che si sono spopolati di più

Dal Censimento dei Comuni emerge anche che il municipio con la più grande perdita di popolazione dal 2011, -35,1% è stato Terravecchia, in provincia di Cosenza, di 689 abitanti. Quello con l’aumento più importante, del 25,9%, è invece in provincia di Asti, Tonengo, e certo rappresenta un’eccezione tra i centri piccoli. Ma bisogna ricordare anche che questi picchi così “estremi” si verificano molto più facilmente nei Comuni di piccole dimensioni.

Nei Comuni tra i 5 e i 20mila abitanti il 51,3% ha assistito a un decremento, ma l’aumento verificatosi nel 48,7% è stato più forte e nel complesso nei comuni di questa fascia si è avuto un incremento di 33.212 della popolazione. Ancora maggiori i contributi dei centri tra 20 e 50 mila abitanti e di quelli tra i 50 e i 100 mila, in cui vi sono stati rispettivamente aumenti di 64.219 e 54.189 persone.

Ma il ruolo maggiore è stato quello delle città più grandi, quelle sopra i 100 mila abitanti. Sono solo 45 in Italia, ma in questi si è verificato un incremento molto rilevante, di 440.527 persone, che assieme a quelli delle città medie e piccole più che compensa il calo demografico dei piccoli comuni. Si tratta dell’effetto del trasferimento in città dei residenti nei centri più piccoli, magari di giovani che si spostano dal Sud al Nord o dalle aree più rurali al capoluogo, per motivi di lavoro. Ma anche della maggiore concentrazione degli immigrati e delle loro famiglie, quindi anche degli stranieri di seconda generazione, soprattutto nelle grandi città.

Questo tuttavia era il confronto tra 2019 e 2011, i numeri cambierebbero se fosse tra 2019 e 2018. Ma soprattutto cambieranno molto di più quando saranno pubblicati i dati del 2020 e 2021, in cui si incroceranno gli effetti del probabile ulteriore calo delle nascite provocato dalla crisi .

I dati si riferiscono al 2011-2019

Fonte: Istat

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