Il bilancio della Bce ha fatto boom: 4.467 miliardi

I titoli dati in garanzia dalle banche in cambio di liquidità sono la metà degli asset: 2.660 miliardi

Il grafico qui sopra rappresenta la parte più importante del bilancio della Bce, la Banca Centrale Europea, in particolare la parte attiva dello stato patrimoniale. Sono gli asset “in pancia” alla Bce e come sono cambiati tra il 1999 e il 2017.

Il vero bilancio della Bce

Dopo l’oro, al punto i beni che presenti in modo più consistente nello “stato patrimoniale” della Banca centrale europea sono le riserve di valute. Soprattutto quelle estere e detenute con controparti straniere. Per esempio in dollari. Possedere valute straniere è utile alla Bce per eventuali operazioni nel mercato dei cambi, ad esempio in caso di euro sotto attacco: in questo caso potrebbe vendere dollari per indebolire la moneta americana e rafforzare quella europea.

Nel complesso queste due voci, oro e valute estere, non sono aumentate di molto nel corso degli anni. Da 254 miliardi e 882 milioni del 1999 c’è stata una diminuzione nei primi anni, alla quale è seguito un aumento fino ad arrivare, nel 2017 a 296 miliardi e 201 milioni.

Con Draghi il bilancio della Bce s’impenna

Ma il vero cambiamento, che riflette il mutato atteggiamento e l’attivismo della Bce sotto Draghi, sta nelle altre voci, in particolare quella che riguarda il credito derivante dalle iniezioni di liquidità, cioè i finanziamenti agevolati a favore delle banche dell’area euro. Sono passati da 248 miliardi e 815 milioni del 1999 a 764 miliardi e 310 milioni del 2017. Una triplicazione, tra l’altro accentuata proprio tra 2016 e 2017, con un incremento di quasi 170 miliardi. E, ancora più rilevante, è il decollo dei titoli: da soli 23 miliardi e 152 milioni nel 1999 si è passati a 2.660 miliardi e 726 milioni (linea arancione del grafico).

E’ questa voce che ha fatto decollare il valore degli asset della Banca centrale. Ecco i numeri dello Stato patrimoniale comprensivo di tutte le voci del grafico sopra.

Ma di cosa parliamo quando parliamo di “titoli”? Si tratta fondamentalmente dei titoli di Stato dei Paesi dell’area euro, quindi anche i Btp italiani, quelli che da alcuni anni la Bce ha iniziato ad acquistare nell’ambito dell’operazione chiamata Quantitative Easing, utile per diminuire la pressione dell’incertezza e della sfiducia sui Paesi più fragili, come l’Italia.

Perché la Germania è agevolata

L’entità degli acquisti dei titoli pubblici cambia da Paese a Paese a seconda del Pil e della popolazione residente ed è questo il motivo per il quale la Bce, nel tempo, ha comprato più titoli tedeschi che italiani. Non si tratta di “benevolenza” di Draghi verso la Germania, ma dell’obbedienza alle regole che il bilancio della  Bce si è data per evitare che i Paesi più in difficoltà vedessero aumentare in modo insostenibile il rendimento dei propri titoli pubblici. Certo, in questo modo la Germania ha visto abbassare il rendimento dei propri titoli anche se non avrebbe bisogno, ma, come detto, non si tratta di un “complotto”.

I bilancio della Bce e il quantitative easing

Quindi, ricapitolando: la Bce inietta liquidità alle banche ma, quando lo fa pretende delle garanzie, un po’ come succede al cittadino che vuole accendere un mutuo e offre a questo scopo un immobile a garanzia dello stesso. E queste garanzie vanno a “gonfiare” il bilancio della Bce. Nel caso della Bce queste garanzie (chiamate anche “collaterali”) sono dei titoli e siccome la liquidità necessaria all’eurozona è enorme, enorme è anche la quantità di titoli posti a garanzia. Che tipo di titoli la Bce può accettare come garanzia? Qui sta il punto, ovvero, il motivo per il quale il bilancio della Bce è aumentato così tanto. 

Da “AAA” a “BBB”

Prima della crisi le banche potevano dare come garanzia in cambio della liquidità solo titoli di stato giudicati dalle agenzie di rating “A-“, ovvero molto sicuri di poter essere liquidati sul mercato. Dal 18 ottobre del 2008 sono stati accettati “temporaneamente” anche quelli che hanno ottenuto un voto inferiore,”BBB-“. Poi, l’8 aprile 2011, questo provvedimento è divenuto permanente. E’ evidente che anche i Btp italiani, per esempio hanno potuto fungere da garanzia, mentre se fosse rimasta la regola precedente non sarebbe mai potuto accadere, visto che durante il 2012/13 sono stati declassati fino a “BBB”. Quindi, il bilancio della Bce è così gigantesco perché i titoli accettati come garanzia sono anche quelli con un voto molto basso.

Il problema del rating

La cosa non ha riguardato solo i titoli di Stato. Anche le obbligazioni in cui erano stati impacchettati presso le banche i crediti al pubblico, per l’acquisto di un auto, o un mutuo per la casa, sono stati accettati man mano con più facilità. All’inizio queste obbligazioni dovevano avere un rating “AAA” proprio per la loro intrinseca rischiosità (chi si fida che il signor Rossi ripaghi il proprio mutuo?), ma nel dicembre 2011 a quelle contenenti mutui alle piccole medie imprese o per abitazioni private è stato concesso di fungere da collaterale anche con rating “A-“. Tra il 2012 e il 2014 tutte le tipologie di obbligazioni sono stati accettati con rating “BBB-“, come i titoli di Stato.

E’ chiaro che senza questi provvedimenti le banche dei Paesi più in difficoltà, come l’Italia, non avrebbero avuto quasi nulla da offrire come garanzia alla Bce e sarebbero rimaste senza liquidità, con conseguenze devastanti sul credito e quindi sull’economia e la ripresa.

Quanti titoli in circolazione

Questa maggiore apertura della Bce ha anche scongiurato un pericolo temuto da alcuni, quello che il programma di acquisto di titoli di Stato da parte di Mario Draghi avrebbe in un certo senso privato le banche di una parte importante dei collaterali utilizzabili. I titoli sovrani infatti sono molto utilizzati a questo scopo come garanzia contro il finanziamento agevolato della Bce.

Tuttavia i calcoli fatti indicano che nel complesso le banche europee hanno usato come collaterali solo 300 miliardi di euro di titoli di Stato, il 20% di quanti ne detengono.

Allo stesso tempo i titoli (di Stato e non) acquistati dalla Bce corrispondono a un altro 20% di tutti gli asset acquistabili. Il resto può essere usato come garanzia, grazie proprio al fatto che sono stati rilassati i criteri per accettarli. Nel complesso si può arrivare in tutta l’eurozona a 14mila miliardi tra titoli di Stato, crediti verso imprese, privati, ecc…

Una tale quantità di denaro che non solo non può temere di essere scalfita dagli acquisti legati al Qe, ma è un ampio bacino cui attingere per offrire collaterali alla Bce qualora voglia continuare o accentuare i suoi finanziamenti agevolati alle banche europee.

I dati si riferiscono al: 1999-2017

Fonte: Bce

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