Bilancio del comune di Milano: ecco i veri numeri

Entrate, uscite e saldi del Comune degli ultimi 8 anni. Sorpresa: le tasse esplodono

In vista delle elezioni comunali di Milano si è parlato moltissimo dello stato della città, dei programmi per il futuro, dei posizionamenti politici dei candidati, molto di politique politicienne, ma pochissimo di numeri, cioè del bilancio del comune di Milano.

Il bilancio del Comune di Milano

Nonostante la provenienza molto concreta, manageriale, di entrambi i principali aspiranti sindaco, Giuseppe Sala per il centrosinistra e Stefano Parisi per il centrodestra, poco si è discusso del bilancio di Milano, di quello passato, di come è cambiato nel tempo, o perlomeno non nel dettaglio delle uscite e delle entrate. I tre grafici interattivi rappresentano il riassunto delle principali voci del bilancio del capoluogo lombardo: entrate, uscite e saldo finale dal 2007 al 2014 e relative differenze.

In generale con l’avvento della giunta di Giuliano Pisapia, il primo giugno 2011, molto è cambiato, il bilancio è entrato in attivo, almeno nei primi anni dell’amministrazione di centrosinistra, e nonostante nel tempo poi questo avanzo si sia rimpicciolito, da 801 milioni a 87,9, è rimasto, e contrasta con il deficit degli anni di Letizia Moratti, che nel 2010 ha toccato i 458 milioni.

bilancio del comune di Milano

Un cambiamento che si è verificato in particolare dal lato delle spese ed entrate correnti, che nel 2014 contava un saldo positivo di 415 milioni, in contrasto con il segno meno degli anni precedenti al 2011. Ed è questo capitolo che più conta in quanto riflesso delle scelte concrete dell’amministrazione, considerando che le entrate ed uscite in conto capitale dipendono spesso da operazioni una tantum (alienazioni di partecipazioni per esempio) o dalla volontà dello Stato centrale.

Ma in particolare come ha fatto il bilancio del Comune di Milano a tornare in attivo? Come si vede molto bene dai dati tutto il lavoro l’hanno fatto le entrate, in particolare le entrate correnti, aumentate del 60,1% tra un’amministrazione e un’altra, più di quanto abbiano fatto le uscite, cresciute del 27,6%.

Le entrate fiscali di Milano corrono

Un risanamento quindi basato principalmente su maggiori tasse e balzelli, e non sui tagli. Ma quali voci in particolare hanno visto un aumento? Sono molti i capitoli sugli introiti, ma di fatto praticamente la gran parte del miliardo e più di maggiori entrate sono generate da pochi capitoli.

Le imposte sugli immobili, innanzitutto, quindi Imu e Tasi, hanno visto un aumento medio del 111%, ovvero di 364 milioni. Si tratta certamente anche delle conseguenze della manovra Salva Italia del governo Monti, ma di fatto il comune di Milano è tra quelli in cui in Italia la maggiorazione rispetto alla vecchia Ici secondo PMI.it è stato maggiore, oltre il 200% contro una media del 140% per le seconde case, che sono quelle che danno la gran parte del gettito.

E poi vi è l’introduzione dell’addizionale IRPEF, assente con Letizia Moratti, che ha un andamento crescente, da quota zero del 2011 ai 62,5 milioni del 2012 ai 140 del 2014, e rappresenta un’altra parte importante del risanamento del bilancio. La giunta ha deciso di applicare almeno per il 2008 l’aliquota massima, 0,8%, e a causa del reddito medio decisamente elevato parliamo di circa 412 euro a testa.

Forse però l’aumento di gettito più odiato dai milanesi sarà quello derivato dall’incremento deciso, più 263 milioni medi, +197% degli introiti della polizia municipale per le sanzioni relative al codice della strada, cioè di fatto l’aumento delle multe. Le contravvenzioni nel 2014 erano state 3,4 milioni (di cui 2,4 grazie all’uso di telecamere), aumentate di un milione rispetto all’anno precedente.

I dati si riferiscono al: 2007-2014

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