L’Olanda è in deficit del 7%, la Germania del 3,8% e l’Italia del 5,1%. Nessuno è in attivo
La Commissione europea ha recentemente richiesto ad una serie di economisti europei uno studio sugli effetti del Ttp, il Trans-Pacific Partnership.
La bilancia commerciale cinese
Il Ttp è un accordo, rigettato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che consente una espansione commerciale degli Stati Uniti nell’area Asia-Pacifico attraverso la rinegoziazione degli attuali accordi commerciali esistenti (come il Nafta) e la firma di altri (con il Giappone e con il Vietnam, ad esempio).
Effetto di questa serie di accordi commerciali, che avrebbero grande influenza anche sul commercio europeo, sarebbe quello di una maggiore pressione sulla Cina perché adotti quelle riforme sociali che potrebbero aumentare il costo di produzione dei loro prodotti e così, rendere più competitivi quelli degli altri permettendo ai Paesi occidentali di entrare più facilmente nell’enorme mercato cinese.,
Tutti in deficit
A corredo di questa tesi gli economisti hanno allegato una tabella significativa sulla bilancia commerciale con la Cina, la cui crescita del Pil continua a macinare a ritmi irraggiungibili per l’Occidente, di alcuni grandi Paesi europei ed è quella mostrata sopra.
Praticamente nessuno ha una bilancia commerciale con la Cina in attivo, sono tutti in deficit, ovvero, importano più di quanto riescono ad esportare. Il caso peggiore è quello dell’Olanda che ha una bilancia commerciale con la Cina negativa del 7% seguita dalla Spagna la cui bilancia commerciale con la Cina è negativa per il 6,9%. Anche l’Italia non se la passa bene: il nostro deficit commerciale è del 5,1% che è la differenza tra un import del 7,6% (calcolato sul totale delle importazioni nazionali) e un export del 2,5% (calcolato sul totale delle esportazioni nazionali).
Tra i grandi Paesi considerati la Germania è quella che ha il deficit commerciale con la Cina più basso, il 3,8% mentre quello della Francia è molto simile a quello italiano, 5,2%.
I dati si riferiscono al: 2015
Fonte: Commissione europea
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