La spesa militare italiana è tra le più basse in Occidente

Nel 2020 rispetto al Pil è aumentata all’1,6%. Negli Usa arriva al 3,7%

La crisi economica scatenata dalla pandemia ha sortito anche una sorta di effetto ottico: a causa del calo del Pil risultano aumentate, in percentuale sul prodotto interno lordo alcune spese che si sono mantenute in realtà piuttosto stabili. Come la spesa militare italiana.

La spesa militare italiana

Nel 2020 Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) è stata nel nostro Paese di 25 miliardi e 373 milioni circa, circa 190 milioni in meno di quella del 2019, ma risulta essere cresciuta dall’1,3% all’1,6% in proporzione al Pil. Lo stesso è accaduto in tutti i Paesi, in Spagna, dove è passata dall’1,2% all’1,4%, in Germania, dall’1,3% all’1,4%, in Francia, nel Regno Unito, negli Usa, dove la spesa militare sale al 3,7% del Pil.

Diverso è il trend se ci si riferisce invece alle risorse messe a disposizione della Difesa in proporzione al totale della spesa pubblica. Essendo quest’ultima lievitata nel 2020 per rispondere all’emergenza pandemica, la spesa militare appare invece in discesa se paragonata a quella di altro tipo. La spesa militare italiana è passata dal 2,7% al 2,6%, nel Regno Unito addirittura dal 5,2% al 4,2%, negli Usa dal 9,6% al 7,9%, un record negativo. Del resto in questi due Paesi  l’intervento pubblico nel 2020 è cresciuto moltissimo, più che in Italia e nella Ue. In entrambi i casi comunque quello che emerge a prima vista è la posizione dell’Italia rispetto agli altri Paesi, che si può notare nella nostra infografica. Ci confermiamo tra i Paesi che hanno la spesa militare più bassa, qualsiasi indicatore vogliamo usare.

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spesa militare italiana

La spesa militare in Europa

Ed è sempre stato così in realtà. Negli ultimi 30 anni non abbiamo mai raggiunto il 2% rispetto al Pil. Bisognerebbe andare indietro agli anni ’50-’60 per trovare una spesa militare che superasse tale soglia, ma erano altri tempi. Con la fine della Guerra Fredda la Difesa ha assunto un ruolo marginale nel bilancio dello Stato.

Solo in Spagna e Germania tra i grandi Paesi si sono raggiunti livelli simili o anche più bassi. Nella seconda a più riprese la spesa per la Difesa è addirittura diminuita all’1,1%. La Francia dal 2000 si è mantenuta invece su una media del 2% del Pil, dopo una discesa negli anni ’90. Del resto rispetto a Italia e Germania è molto più spesso impegnata in missioni all’estero, quasi sempre in Africa, nelle ex colonie, in Mali, in Costa d’Avorio, in Niger. Simile la spesa inglese, negli ultimi anni, dopo essere stata decisamente maggiore fino al 2014. In Europa tradizionalmente maggiore delle altre è sempre stata la spesa militare greca. Fino al 2009 quasi sempre superiore al 3%, scesa al di sotto di tale soglia, al 2,4%, con la crisi, ma risalita al 2,8% nel 2020.

La spesa militare negli Usa

La vera differenza tuttavia è quella che separa l’Europa e gli Usa. Oltreoceano le forze armate hanno un ruolo nella società ormai sconosciuto nel Vecchio Continente. La Difesa e l’apparato militare sono anche dei colossi economici. Gli Usa, impegnati in vari fronti in tutto il mondo, leader della Nato, con basi in quasi tutti i continenti, hanno sempre speso molto di più in questo ambito, più del 10% del Pil negli anni ’50, intorno al 6% fino agli anni ’80, per poi scendere sotto il 4% negli anni ’90. Dopo l’11 Settembre è risalita quasi fino al 5%. E nel 2020, dopo un periodo di discesa, è stata del 3,7%

I progetti di Difesa unica europea

Questa discrepanza è stata un classico cavallo di battaglia del presidente Trump, che sosteneva che il poco impegno degli europei sul fronte della Difesa fosse tra le ragioni per cui gli Usa dovevano spendere di più, e per questo chiedeva ai partner del Vecchio Continente di aumentare la propria spesa militare. In Europa però più che di un aumento della spesa di parla piuttosto di una politica di Difesa unica, il cosiddetto esercito Europeo. che però fatica a vedere la luce. La Politica di Sicurezza e di Difesa Comune è un insieme di agenzie, strutture, comitati, con diverse funzioni ma che di fatto sono ancora lontanissime dal sostituire le politiche e gli eserciti nazionali.

Che cosa è l’European Defence Fund

Negli anni l’integrazione però è aumentata, e vi sono corpi militari di pronto intervento formati da soldati di varia nazionalità che sono nella disponibilità dello Stato Maggiore dell’Unione Europeo, creato nel 2002. Uno strumento su cui la Ue puntava molto prima della pandemia era l’European Defence Fund, il fondo gestito direttamente dall’Unione per accrescere gli investimenti nella ricerca per la difesa e l’interoperabilità tra i diversi eserciti. È il nucleo del futuro budget per una Difesa comune. Ma dai 13 miliardi di stanziamento precedenti al 2020 lo scorso anno si è scesi per il budget del 2021-2027 a solo 7,9. La ripresa dalla crisi e il Next Generation Eu hanno avuto la priorità. E l’esercito europeo probabilmente dovrà aspettare ancora.

I dati si riferiscono al 1992-2020

Fonte: Sipri

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