Occupazione al palo in Italia (in Europa cresce)

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I dati sugli occupati nel 2016 non sono molto diversi dalla media degli anni precedenti

Il grafico mostra la percentuale degli occupati sul totale della popolazione (15-74 anni) nel periodo compreso dal 1995 al 2005 (istogrammi blu) paragonata all’ultimo dato disponibile, il 2016. Il confronto dell’andamento storico della occupazione ci permette di cogliere alcuni cambiamenti significativi nei paesi europei: i tassi di occupazione in Estonia, ad esempio, sono restati al livello del 57,6% fino al 2007 per poi salire al 66,9% nel 2016. Questo sviluppo positivo si spiega considerando che i mercati dell’est Europa sono in crescita. La medesima prospettiva si osserva infatti in Lettonia (da una media del 53,4% al dato 2016 del 60,6%), o in Ungheria (dal 48,2% al 56,7%).

Occupazione, Italia e Germania a due velocità

Anche la Germania è cresciuta passando da un tasso medio di occupazione del 57,5% fino al 2007 ad uno del 66,0% registrato nel 2016.

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E in Italia? da noi le cose non sono cambiate di molto, anzi. Tutto sommato eravamo al 49% gli anni scorsi, siamo più o meno allo stesso livello nel 2016. Passata la crisi, il mercato del lavoro non si è ancora ripreso.

Stipendi al palo

In generale, l’occupazione nei paesi europei è salita dell’1,4% nel 2016, un tasso di crescita più elevato rispetto agli anni precedenti. I nuovi posti di lavoro si spiegano con la crescita della domanda interna (ma gli aumenti salariali sono stati moderati) e da misure di politica fiscale e riforme strutturali attuate in alcuni stati membri. Si stima però un rallentamento dell’occupazione nei prossimi due anni, che dovrebbe però rimanere positiva e intorno ad un più 1% sia quest’anno sia nel 2018. Se includiamo nel conto il Regno unito, visto il rallentamento della sua economia, le cifre potrebbero diminuire di uno 0,1%.

I dati si riferiscono al: 2016
Fonte: Ocse

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