Precarietà del lavoro, cresce la paura tra gli italiani

Aumentano le persone che accettano part time involontari, tranne che in Germania

Il grafico mostra la variazione di tre indicatori di precarietà, incertezza del lavoro, contratti a termine involontari e part time involontario tra il 2007 e il 2011, cioè prima e dopo la crisi economica.

La precarietà del lavoro in Italia

La barra rossa mostra la variazione della percentuale di lavoratori che ritenevano “probabile” o “molto probabile” perdere il posto nei sei mesi successivi. La barra azzurra indica la variazione della percentuale di lavoratori temporanei, che hanno dichiarato di aver accettato un contratto a termine, solo perché non sono riusciti a trovare il posto fisso. La barra verde la variazione della percentuale di persone che si sono adattate al part-time ma avrebbero preferito un lavoro a tempo pieno.

Cresce il timore di perdere il posto

Tranne che in Germania, in Belgio e in Svezia, l’incertezza del lavoro è cresciuta in tutti i Paesi. Aumenti a due cifre si sono verificati in Grecia (+22,4 punti percentuali), in Irlanda (+12,5), in Lettonia (+ 12,4), in Portogallo (11,4) e in Spagna (10,9). In Italia l’incertezza è aumentata del 7%.

Più precari sognano il posto fisso

I lavoratori temporanei involontari, cioè quelli che soffrono la maggiore precarietà del lavoro e che avrebbero preferito l’assunzione a tempo indeterminato, sono aumentati o diminuiti in modo diverso nei vari Paesi. Dipende da vari fattori. In Europa non tutte le economie nazionali sono state colpite allo stesso modo dalla crisi. In alcuni Paesi sono state prese misure legislative per favorire le assunzioni a tempo indeterminato, mentre in altri la legge, di fatto, incoraggia i datori di lavoro a proporre contratti a termine. I precari che avrebbero preferito il posto fisso sono aumentati di 27,9 punti percentuali in Irlanda, mentre in Polonia sono diminuiti dell’11,5%. In Italia i contratti a termine involontari sono cresciuti di 5,6 punti.

Molti italiani costretti al part time

Lavorare part time può essere una scelta. Ma in Italia è aumentata di 15 punti la percentuale di lavoratori che hanno ripiegato su un posto a orario ridotto, perché non ne hanno trovato uno a tempo pieno. In Irlanda è andata decisamente peggio che da noi: il part time involontario è aumentato di 26.6 punti e anche Spagna (+23), in Lettonia (+17,7). In Grecia la variazione è quasi come quella italiana: +15,3.

I dati si riferiscono al periodo 2007-2011
Fonte: Eurofound

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