Si usano sempre meno ma piazzarne uno a vuoto non passa mai di moda
In Italia nei primi tre mesi dell’anno sono stati quasi 28mila i titoli “cabriolet” piazzati, pari a 311 al giorno, per un valore di 107.756 milioni di euro. Molti? Beh, diciamo che la buona notizia è che stanno diminuendo, grazie all’introduzione della moneta elettronica. Il Registro informatico dei protesti, infatti, segnala un calo continuo del numero degli assegni scoperti nel nostro Paese con una diminuzione fra il primo trimestre di quest’anno e quello dello scorso anno di quasi 10mila unità. Una buona notizia anche perché cala così anche il rischio delle sanzioni che gravano su chi emette assegni scoperti.
La sanzione per chi emette un assegno a vuoto varia da 516 euro a 3.099 euro aumentabile se l’importo del titolo supera i 10.329 euro o se si è in presenza di una reiterazione del reato, ossia, se si emettono più volte assegni scoperti.
Quanti assegni scoperti in Italia
La parte del leone, a livello regionale, la fa il Lazio con 8.171 titoli contestati, seguito dalla Lombardia (7.128) e dalla Campania (2.439). Seguono Emilia Romagna (1.232) e Puglia (1.183), poi tutte le altre regioni fino alla Valle d’Aosta, con appena 11 titoli “coriandolo”.
A Gorizia un solo assegno scoperto, a Milano 6.058
A livello provinciale, invece, spicca la virtù degli abitanti di Gorizia, dove ormai tutti conosceranno chi ha firmato l’unico assegno “farfalla” in circolazione. Altissima anche l’affidabilità degli abitanti di Fermo e di Biella: meno di 10 i titoli loro contestati.
Sul fronte opposto, le grandi città, a partire da Roma, dove gli assegni a vuoto sono stati 7.405, e Milano (6.058). Terza in classifica – ma ad una bella distanza dalle prime due – Napoli, ai cui abitanti sono stati contestati 1.351 assegni scoperti.
I dati si riferiscono al: 2016
Fonte: Unioncamere
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