Contraffazione delle merci: il mistero delle isole Tokelau

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L’atollo neozelandese è il quarto esportatore mondiale di falsi: un business da 461 miliardi


Il grafico mostra i 15 Paesi che guadagnano di più dal business dei prodotti frutto di contraffazione. La classifica è stilata sulla base dell’Indice GITRIC (General Trade-Related Index of Counterfeiting).

Come si misura il contraffazione

L’indice GITRIC di un Paese viene calcolato in base a due parametri: 1) il valore assoluto in dollari dei beni contraffatti provenienti da quel Paese e sequestrati nell’Unione Europea 2) il rapporto tra il valore dei beni sequestrati e il valore totale delle esportazioni di quel Paese. Tra i due dati viene fatta una media pesata e al Paese con la media più alta, che è Hong Kong, viene attribuito l’indice GITRIC 1 (0,999 per una serie di arrotondamenti).
Un alto indice GITRIC può significare che quel Paese esporta in Europa moltissime merci false, come la Cina (indice GITRIC 0,998). Infatti, i sequestri di merci contraffatte di provenienza cinese effettuati in Europa nel 2013 sono stati 88.324. I sequestri di merci provenienti da Hong Kong sono stati invece 29.796 e quelli di merci provenienti dalla Turchia 4.590.

I tipi di contraffazione

La contraffazione può essere di diversi tipi. La più classica è la contraffazione del marchio, che colpisce molti prodotti made in Italy. Ma ci può essere la contraffazione delle merci, come il vino, ad esempio, ma anche la contraffazione di farmaci. In molti casi, come quello italiano, la contraffazione delle merci ha un diretto legame con la criminalità organizzata e produce un’altra industria del falso, quella dei documenti, sia personali che riferiti alle merci in viaggio.

L’atollo dei falsi

Una posizione alta nella classifica GITRIC può significare anche solo che le merci false sono una percentuale altissima del totale delle esportazioni. E’ il caso di Tokelau, un minuscolo territorio dei Pacifico composto da tre atolli, con un Pil inferiore ai 2 milioni di dollari, che è al quarto posto in classifica perché luogo di transito per prodotti contraffatti confezionati non si sa dove. Di autentico, Tokelau, governato dalla Nuova Zelanda, esporta quasi solo francobolli, ricercati per la loro rarità.

I danni della contraffazione per l’Italia

Il mercato del falso rappresenta il 2,5% del giro d’affari dell’import-export mondiale e il 5% delle importazioni nell’Unione Europea. Nel 2013 si stima che il valore dei falsi venduti nel mondo sia stato di 461 miliardi di dollari, pari al Pil di una nazione come l’Austria. Il valore dei falsi importati in Europa nel 2013 è di 85 miliardi di euro (116 milioni di dollari).
Il maggior numero di prodotti contraffatti sequestrati aveva marchi di proprietà di aziende degli Usa (20%), italiane (14,6%), francesi (12,1%) e svizzere (11,7%).
L’industria più danneggiata, in proporzione agli incassi totali, è quella degli orologi, seguita dai produttori di borsette e altri accessori in pelle.
Lo shopping dei falsi passa soprattutto attraverso i siti di commercio elettronico e infatti la maggioranza dei sequestri operati nell’Unione Europea riguarda piccolissime quantità di merci spedite per posta.

I dati si riferiscono al periodo 2011-2013
Fonte: Ocse, Euipo

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Pioggia di miliardi (falsi) in Europa

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