La Germania è riuscita a pagare un milione di metri cubi di gas 207 dollari, l’Italia 331
Questa tabella spiega abbastanza bene, con i numeri, quanto sia evoluta la politica energetica dei Paesi europei nei confronti di Gazprom (o anche viceversa). Da qui si capiscono anche i rapporti di forza tra i Paesi europei e il gigante russo (o, ancora, anche viceversa). Da questo punto di vista è interessante verificare quali sono quelli tra Gazprom e l’Italia.
Gazprom e Italia: ecco il prezzo del gas
Il grafico, infatti, mostra il prezzo al quale il colosso energetico russo Gazprom vende il proprio gas ai Paesi europei. I dati vanno dal 2010 al 2014, gli ultimi ufficiali disponibili. Come si vede la Germania è stata per quasi tutto il periodo il Paese che ha beneficiato del prezzo più basso. Nel 2010 comprava gas dal colosso controllato politicamente da Vladimir Putin, ad appena 270 dollari per ogni milione di metri cubi quando, ad esempio, l’Italia lo pagava 331 dollari, più della maggioranza dei Paesi importatori, Francia compresa, che pagava solo 306 dollari.
Negli anni successivi le cose sono un po’ cambiate perché nel 2011 il Paese che ha beneficiato del prezzo più basso è stata la Slovacchia con 333 dollari, seguita da Bulgaria e Romania. Nel 2013 la Germania torna in testa con 366 dollari per poi cedere il podio ancora alla Slovacchia che nel 2014 ha pagato un milione di metri cubi di gas russo appena 308 dollari. Complessivamente i Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno pagato il gas di Putin mediamente più di quanto lo hanno pagato i Paesi dell’Europa occidentale. Nel caso della Polonia, il 10% in più.
Politica e diversificazione
Come mai? A parte le considerazioni politiche e strategiche, il principale motivo è che i Paesi dell’Europa dell’Est hanno una struttura di approvvigionamento energetico molto meno diversificata rispetto ai Paesi dell’Europa occidentale e, quindi, sono molto più dipendenti dalle forniture russe. Per questo motivo Gazprom può applicare loro prezzi più alti: semplicemente perché non hanno alternative.
I dati si riferiscono al: 2010-2014
Fonte: Gazprom
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