E-commerce: quanti sono i siti truffa in Europa

Il 69% di quelli che vendono di viaggi è irregolare. A rischio il credito al consumo

Il grafico mostra, divisi per settori merceologici, il numero di siti di e-commerce controllati dalle autorità nei 28 Stati dell’Unione Europea (barra azzurra); la percentuale di siti che violano le norme europee a tutela dei consumatori (barra rossa) e la percentuale di siti che, dopo essere stati sanzionati dalle autorità, si sono adeguati alle leggi (barra verde). Tutti i numeri delle truffe dell’e-commerce in Europa.

Le truffe dell’e-commerce

I siti di e-commerce ispezionati sono stati più di 3.700. I settori merceologici sono stati selezionati in base al numero di denunce e segnalazioni fatte dai consumatori alle autorità dei Paesi europei.

Come si vede, le percentuali di siti irregolari, riportate nelle barre rosse, vanno dal 32% per la vendita di biglietti aerei al 69% per le agenzie di viaggi e di credito al consumo. Le irregolarità possono essere di vario tipo, le più comuni sono le descrizioni false dei prodotti e le app che fanno credere al consumatore di star facendo un singolo acquisto, mentre in realtà sta sottoscrivendo un abbonamento.

I siti di e-commerce che vendono viaggi sono particolarmente a rischio: solo il 62% dei siti irregolari si è adeguato alle norme, dopo essere stato individuato e segnalato. Praticamente assenti, invece, le segnalazioni riguardanti l’e-commerce di articoli di moda e abbigliamento, e l’e-commerce di libri, compresi gli e-book che in Italia continuano a stentare, come Truenumbers ha scritto in questo pezzo.

Le regole dell’e-commerce

I dati del grafico sono ricavati dai risultati degli “sweep”, controlli sistematici effettuati contemporaneamente in più Paesi sui vari settori dell’e-commerce, nell’ambito del Cpc Network, una struttura che coordina gli enti preposti alla tutela dei consumatori dei 28 Paesi dell’Unione Europea.

La crescita dell’e-commerce, infatti, ha reso possibile realizzare un sito in uno Stato allo scopo di vendere prodotti in un altro Paese e, quindi, reprimere le truffe dell’e-commerce richiede un’intensa collaborazione internazionale che consiste in scambio di informazioni, diffusione di allarmi e applicazione delle sanzioni, che spesso vengono erogate dallo Stato del consumatore truffato ma debbono essere applicate anche dal Paese del sito truffaldino. Tra il 2007 e il 2014 il Cpc Network ha gestito quasi 900 richieste di informazioni, ha fatto applicare più di mille sanzioni e diffuso oltre 400 allarmi.

I dati si riferiscono al periodo 2007-2013
Fonte: EC

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